La morte di Gheddafi e gli studenti italiani

7 commenti

Pubblico volentieri la lettera di Alessandro Marescotti, redattore di PeaceLink,  a Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace. Alessandro e’ anche docente di Lettere di un Istituto Tecnico Industriale di Taranto. Vorrei che le scuole italiane fossero piene di insegnanti come lui.  Grazie Alessandro, la tua lettera mi ha commossa profondamente. Vorrei che i miei figli un giorno incontrassero maestri e docenti come te, di quelli che lasciano il segno. Io ho avuto questa fortuna, in Italia ma anche in un paesino sperduto della Colombia, dove ho capito perché in quel paese  fare il maestro può anche essere un mestiere pericoloso.(AM)

 

Lettera aperta a Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace

Oggi i miei studenti hanno detto cose terribili

L’epilogo vergognoso di questa vergognosa guerra richiede a mio parere una netta condanna della Tavola della Pace. A che e’ servito marciare da Perugia ad Assisi per ricordare Capitini se poi i ragazzi vedono torturare Gheddafi senza alcuna immediata presa di distanza di Napolitano e della stessa Tavola della Pace? Lo tsunami della “guerra giusta” oggi ha annichilito decenni di impegno di educazione alla pace e non possiamo continuare a fare finta di nulla.
25 ottobre 2011 - Alessandro Marescotti

Caro Flavio,
condivido in rete queste poche parole, spero sensate. Comunque scritte con il cuore e con sincerita’.

L’epilogo vergognoso di questa vergognosa guerra richiede a mio parere una netta presa di distanza da parte della Tavola della Pace.Marcia Perugia Assisi 2011

Come sai sono un docente e ti scrivo dalla mia aula scolastica, fortemente colpito dalle reazioni dei miei studenti di fronte alla fine di Gheddafi.

Ne abbiamo parlato poco fa in classe.

Ti scrivo dopo aver toccato con mano come i miei studenti — che hanno partecipato alla marcia Perugia Assisi e al momento formativo di Bastia Umbra — siano stati in gran parte convinti dai mass media che questa fosse la degna fine della guerra e del dittatore. 

Ho ascoltato frasi che mai avrebbe detto un ragazzo se la Tv non lo avesse abilmente istigato a stare dalla parte dei carnefici. E quando oggi si usa la parola ‘dittatore’ tutto diventa lecito. Del resto le guerre coloniali italiane non furono promosse allo scopo dichiarato di eliminare la schiavitu’ in Africa?

Una mentalita’ che pensavo cancellata risorge e vedo nelle parole dei miei ragazzi una barbarie non loro.

La barbarie non nasce spontaneamente nei ragazzi.

Non possiamo proporre alle scuole l’educazione alla pace e assistere al suo scempio, ad opera di un imbarbarimento della comunicazione.

Il disastro mediatico e’ di proporzioni mai viste e colpira’ al cuore il nostro progetto pedagogico.

Anzi: lo ha gia’ colpito. Ma non lo ha affondato.

La falla da riparare e’ spaventosa.

Siamo in balia di un mix di valori talebani e perbenismo della Nato che convivono in un’apoteosi della “guerra giusta” (quando mai se ne e’ combattuta una sbagliata?).

La scuola e l’educazione hanno perso il controllo della situazione perche’ dopo ore di immagini di “guerra giusta” cosa possiamo aspettare che rimanga nella mente dei ragazzi e purtroppo anche dei loro docenti?

A che e’ servito marciare per ricordare Capitini se poi i ragazzi vedono torturare Gheddafi senza alcuna immediata presa di distanza di Napolitano e della stessa Tavola della Pace?

E cosi’ alcuni ragazzi mi hanno detto che quello che era stato fatto “e’ troppo poco”. Anzi hanno sbagliato per difetto. Perche’ Gheddafi “bisognava lasciarlo in vita per fargliene ancora di piu’”.

Il disastro diverra’ irreparabile se non riportiamo in campo la cultura contro la barbarie, la letteratura contro la volgarita’, il diritto contro l’abuso, l’etica contro il business, la scienza per la salvare e non per colpire.

Occorre un forte recupero educativo di fronte a quanto i media — anche quelli ‘progressisti’ — hanno colpevolmente distrutto in questi giorni.

Ormai la politica divora tutto, anche la storia e la cultura, usando la tv come una clava che manda in frantumi il nostro non facile lavoro di insegnanti.

Qualcuno dovra’ pure dire scusa.

E’ passato il messaggio che tutto cio’ che hanno fatto i vincitori fosse giusto.

Non possiamo costruire negli anni valori positivi di nonviolenza per farci distruggere nei giorni un intero progetto di pace e di educazione.

Lo tsunami della “guerra giusta” oggi ha annichilito decenni di impegno di educazione alla pace e non possiamo continuare a fare finta di nulla.

Bastano dieci minuti di Tv per spazzare via un anno di insegnamento.

Basta un rutto, una parolaccia, un grande fratello, una bomba, una tortura esibita in pubblico — il tutto senza commento ma con compiaciuta sete di audience — e il gioco e’ fatto. Milioni di euro di spese per la scuola bruciati in poche ore di barbarie sul video. Ore di impegno educativo sbriciolate in un attimo.

Il disastro e’ avvenuto e se vai a parlare nelle scuole, dai bambini a ragazzi, scoprirai che ti diranno cose brutte, atroci, cose che non avresti mai voluto sentire.

Ma ho anche una grande speranza, perche’ i ragazzi non sono scemi. E appena si accorgono di essere ingannati si ribellano, cambiano opinione e non difendono le loro convinzioni sbagliate, capiscono di essere stati manipolati dagli adulti.

In un’ora di buona discussione — poco fa in classe — ho assistito al dubbio e al cambiamento.

Questi ragazzi hanno bisogno di esempi educativi, positivi. Ci guardano.

Hanno bisogno dell’esatto opposto di quello che hanno visto.

Altrimenti andranno a gettare i sassi dai cavalcavia senza grandi scrupoli di coscienza.

La coscienza.

Cosi’ assopita.

Cosi’ anestetizzata.

Abbiamo osannato come eroi quelli che hanno bombardato l’ospedale di Sirte terrorizzando i feriti, le donne, i vecchi e i bambini: e ci stupiamo se i ragazzi non hanno ideali?

Con il silenzioso disimpegno e con l’ignavia di chi avrebbe dovuto dire solennemente “basta” (mi riferisco a Ban Ki Moon, al Papa e a Napolitano) e’ avvenuto qualcosa che dovremo raccontare ad occhi bassi come esempio della vergogna internazionale, in una commissione che ristabilisca la verita’ in questa guerra per i crimini commessi.

O noi riusciamo a dire con chiarezza questo o la guerra si ripetera’. Umanitaria e indecente come sempre.

Le nostre parole dovranno avere la credibilita’ di quelle di don Milani e Capitini o noi abbiamo fallito.

Perche’ questa guerra ha sodomizzato le coscienze prima ancora di Gheddafi.

Spero che condividerai il mio grido di dolore e questo bisogno di speranza.

Un caro saluto
Alessandro
www.peacelink.it

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    Luigi Bregaglio ha detto:

    Bravo Alessandro, complimenti quando andavo ascuola io all’istituto tecnico commerciale più che altro c’era indifferenza si pensava all’interrogazione ed al compito in classe erano i tempi degli euromissili a Comisi e della guerra in Afghanistan da parte dell’allora esercito sovietico l’armata rossa, erano i primi tempi delle televisioni private ed ancora non eravamo torturati dai reality show i maschi pensavano al calcio agli imminennti e vittoriosi campionati mondiali e le fanciulle non lo so a cosa pensavano magari ad un filarino o ad innamorarsi di qualche supplente ma la nostra concezione della vita e delle cose era molto cattolica e democristiana molti ambivano alla raccomandazione del politico democristiano corrotto piduista per finire in banca io non ci sono finito ma pensavo che le guerre fossero giuste che la corsa agli armamenti la più grande follia mai concepita servisse per salvare l’occidente libero e civile dalla barbarie comuniste dai lager e dai gulag eravamo indottrinati poi ho subito le leccornie del capitalismo quando ho perso il posto di lavoro ed anche i preti erano dalla parte dei padroni, io sono catto comunista ma devo leggermi meglio il Marxismo nella Bibbia c’è scritto non uccidere crescendo ho maturato per fortuna una coscienza critica ma un insegnante come te è un grande valore per la scuola pubblica italiana che deve risorgere per il bene di tutti

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    Luigi Bregaglio ha detto:

    Per quanto riguarda le immagini del Rais sono state alquanto raccapriccianti, di sicuro era un tiranno spietato e sanguinario mandato al potere con un colpo di stato architettato dai servizi segreti italiani, come lo sono tutti nel mondo arabo spietati e sanguinari, ho abbiamo questi elementi oppure il fonfamentalismo islamico ma se ci guardiamo a casa nostra non sono dei fondamentalisti anche quelli di comunione e liberazione che sorregge un governo di puttanieri. Questa rivolta in Libia è stata fomentata dalle potenze occidentali per fare incetta di materie prime di cui la Libia è ricchissima. Noi poveri italiani dementi pensavamo di avere una corsia preferenziale ma gli altri si sono sporcati le mani e sicuramente hanno fatto più vittime di quelle che ha fatto Gheddafi questa è l’arrroganza delle potenze occidentali che una volta scatenavano le guerre in ogni dove senza motivo adesso hanno come scusa la guerra giusta o la guerra umanitaria. Trascinare nella polvere il tiranno insanguinato è una cosa tribale se Gheddafi non era certo un chierichetto questi che arrivano non sono di certo boy scouts

  3. avatar
    vincenzo zamboni ha detto:

    sono insegnante, benchè di fisica, non di materie letterarie.
    condivido ogni parola, dalla prima all’ultima.
    la tirannide barbarodemocratica sta insegnando la divisione del mondo in buoni e cattivi, una tragedia intellettuale preludio di ogni guerra ed ogni catastrofe.
    è immane il lavoro di ricostruzione umana che tocca fare contro la barbarie avanzante (non saprei come diversamente dirla) nel nostro mondo.
    “non sapevamo che ci fosse il fascismo, ai tempi del fascismo”: illuminate commento di gunther grass sui tempi del nazionalsocialismo tedesco.
    da meditare.

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