Llamado urgente Perú: América Latina vive tiempos de paz y reconciliación

0 commenti

postal-libertad-rompiendo-las-cadenas

AMERICA LATINA VIVE TIEMPOS DE PAZ Y RECONCILIACIÓN

El acuerdo histórico entre el Gobierno colombiano y las guerrillas de las FARC, después de más de medio siglo de un cruento conflicto armado consolida la democracia en nuestro continente.

Es el mejor ejemplo de que a través del diálogo y el entendimiento en democracia, como lo señala el Papa Francisco, es posible construir una sociedad donde los derechos de todas y todos estén garantizados.

En este contexto, la reciente carta pública de los fundadores y ex-miembros del MRTA donde afirman su compromiso de voltear la página de la insurgencia armada y seguir bregando por sus ideales dentro de los marcos de las leyes y la Constitución, es una decisión que saludamos y tiene nuestro apoyo sin reservas.

Es importante reconocer como lo señala la Comisión de la Verdad y la Reconciliación del Perú que: “A diferencia del PCP-SL y en forma similar a otras organizaciones armadas latinoamericanas con las que mantuvo vínculos, el MRTA reivindicaba sus acciones y sus miembros usaban distintivos para diferenciarse de la población civil, se abstuvo de atacar a la  población inerme, en algunas coyunturas dio muestra de estar abierto a negociaciones  de paz”.

En este sentido, los abajo firmantes, comprometidos con los destinos del Perú y América Latina, respetuosos de las instituciones del Estado peruano pedimos que se les den las condiciones adecuadas para que los ex-miembros del MRTA y sus presos puedan reincorporarse al seno de sus hogares y a la sociedad.

 


Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro– Capitolo V)

0 commenti

INDICE /Dedica /Prologo /In memoria /Introduzione

Capitolo I

Capitolo II 

Capitolo III

Capitolo IV 

CAPITOLO 5

 

E i diritti umani?

In materia di diritti umani la giurisdizione internazionale è sussidiaria e complementare alla giurisdizione nazionale. La Costituzione Politica del Perù del 1979 e quella del 1993, all’articolo 205, sanciscono il diritto a ricorrere alla giurisdizione internazionale nel caso in cui quella interna non sia esaustiva, riconoscendo a tal fine i Tribunali o gli Organismi Internazionali costituiti attraverso trattati o convenzioni stipulati anche dal Perù e la cui competenza sia stata riconosciuta.

 

E’ così che il Perù sottoscrisse, approvò, ratificò e depositò il Protocollo Facoltativo per i Diritti Civili e Politici, riconoscendo in questo modo la competenza del Comitato per i Diritti Umani dell’ONU il 30 ottobre 1980.

Nell’articolo 205 della Costituzione del 1993 e negli articoli 30 e 40 della Legge 23506, che fanno parte della Giurisdizione Internazionale, si riconoscono come organismi internazionali a cui è possibile ricorrere: il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU e la Commissione Interamericana per i Diritti Umani.

L’articolo 40 della Legge di Habeas Corpus e Protezione recita testualmente: ”La sentenza dell’organismo internazionale, alla cui giurisdizione obbligatoria si sia sottomesso la Stato peruviano, non richiede per la sua validità ed efficacia di riconoscimento alcuna revisione o esame previo. La Corte Suprema di Giustizia della Repubblica recepirà le risoluzioni emesse dall’organismo internazionale e disporrà la loro esecuzione”.

Come è noto al popolo peruviano, la dittatura che si prendeva gioco delle leggi nazionali, lo ha fatto anche con gli accordi e i convegni internazionali che potevano andare contro i suoi interessi.

Nonostante il Comitato per i Diritti Umani dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), formato da 13 membri di diversi Paesi del mondo, il 16 novembre 1997 si fosse espresso a favore della mia liberazione o di un nuovo processo con adeguate garanzie, lo stesso Fujimori, in uno dei suoi interventi pubblici, si burlò di questo parere e sostenne che nessuno lo avrebbe obbligato a realizzarlo. (altro…)


Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro– Capitolo IV)

1 commento

Riprende, dopo una pausa, la pubblicazione del libro di Victor Polay Campos “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” tradotto in italiano da Marisa Masucci.

INDICE /Dedica /Prologo /In memoria /Introduzione

Capitolo I

Capitolo II 

Capitolo III

Capitolo V

Capitolo VI

 

 

CAPITOLO IV

Nella residenza dell’ambasciatore del Giappone

LA SOLIDARIETÀ  DEI NOSTRI COMPAGNI…

Nel dicembre del 1996 fa il giro del mondo la notizia che un commando del MRTA, capeggiato da Néstor Cerpa Cartolini, ha occupato la residenza dell’ambasciatore del Giappone. La stampa mondiale punta gli occhi sul Perù, Le Monde, uno dei quotidiani più prestigiosi del pianeta, e la sua rivista Le Monde Diplomatique, edita nelle principali lingue del mondo e con una tiratura globale di quasi due milioni di copie, trattano questo evento in due interessanti articoli.

 

Le radici della violenza

Articolo pubblicato sul quotidiano Le Monde il 10 gennaio 1997 e riprodotto su La República domenica 19 gennaio 1997

Alain Abellard

Com’è che un gruppo proveniente da un movimento di guerriglieri militanti sconfitti, che non conta su nessun appoggio popolare, sia arrivato – con un’efficacia che ha sorpreso il mondo intero – ad attaccare la residenza dell’ambasciatore del Giappone a Lima, il 17 dicembre 1996? Dove il Movimento Rivoluzionario Túpac Amaru ha trovato l’energia e i mezzi per concepire ed attuare, in Perù, il più spettacolare sequestro di ostaggi mai realizzato nel continente americano? (altro…)


Regalo a Rosina Valcárcel Carnero

5 commenti

Hoy 1 de mayo es  el cumpleaños de mi amiga Rosina Válcarcel Carnero[1], hija del poeta Gustavo Válcarcel y de Violeta Carnero, ella misma poeta, antropóloga, escritora, estudiosa, periodista, militante. Cumple sus 65 años:

PALABRAS

Hoy tomo las huellas de mis 65 años, los pasos de la romántica pálida, trasnochada, fuera de moda. El alba escribe en mi calle. Música del coro de los astros. Mi vida, un latido irregular susurra, rodeada de visiones sobrenaturales. La rosa roja ya no florecerá ni estas manos podrán decirles cómo los quiero. Vuela mi corazón a lugares remotos. Vana es la fe. El remero me aguarda.

Ros. 30, abril, 2013.

Ese es mi regalo para ella:

Estas dos fotografías como el poema son parte del libro “Obra Poética (1947–1987)” Ediciones Unidad   (altro…)


Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro– Capitolo II)

0 commenti

Qui parlavamo della decisione di pubblicare il libro di Víctor Polay Campos a puntate inquesto sito.

INDICE /Dedica /Prologo /In memoria /Introduzione

Capitolo I

Capitolo III

Capitolo IV 

Capitolo V

Capitolo VI

 

CAPITOLO 2 

DA YANAMAYO AL CALLAO

Tutta la stampa della capitale diede la notizia del nostro trasferimento da Yanamayo (Puno) a Lima. Tuttavia l’ossequiosità e il servilismo alla dittatura di alcuni giornalisti li portò a scrivere che avevamo fatto gesti osceni e avevamo mostrato il didietro durante lo show che Fujimori aveva preparato al nostro arrivo all’aeroporto del Callao. Ciò che successe è che, siccome eravamo ammanettati con le mani dietro, avevamo dovuto voltarci perché i giornalisti potessero osservare che facevamo la V della vittoria con le dita. Come è noto, la V è un simbolo dell’MRTA. Questi giornalisti “obiettivi” trasformarono un atto di dignità e ribellione in gesti osceni. Smentendo la versione del giornalista de La República, il quotidiano conservatore di Parigi-Francia “Le Figaro” scrisse nella sua edizione di mercoledì 28 aprile 1993 al piè di una nostra foto : (altro…)


Víctor Polay Campos: “Sul banco degli accusati. Terrorista o ribelle?” (Il libro– Capitolo I)

0 commenti

Qui parlavamo della decisione di pubblicare il libro di Víctor Polay Campos a puntate in questo sito.

INDICE /Dedica /Prologo /In memoria /Introduzione

Capitolo II

Capitolo III

Capitolo IV 

Capitolo V 

 

CAPITOLO  1

FARSA DI PROCESSO

 

Sentenza del Tribunale senza Volto 

Nel Carcere di Yanamayo, a 4.000 metri sul livello del mare, dove mi trovavo recluso dal luglio del 1992, si costruì, per giudicarci, una Sala di Udienze, consistente in un piccolo recinto, diviso in due da un grande specchio, che permetteva di vedere solo da un lato – quello dei giudici – e un apparato di distorsione della voce che emetteva suoni che sembravano prodotti da un robot della Guerra delle Galassie. In questo luogo surreale fummo sottoposti a una parodia di giudizio da parte di “giudici senza volto” che durò due giorni. Il primo per l’accusa e il secondo per l’allegato della difesa e per la sentenza. Non ci furono interrogatorio, presentazione di prove, partecipazione di testimoni, lettura di fascicoli, né nulla che somigli a un processo normale. 

La piccola sala fu riempita per due giorni da un pubblico molto particolare, composto  da capi di polizia e militari, che assistettero per non perdersi lo “storico spettacolo”.

Come fatto inaudito, degno di Ripley, nella stessa Sala di Udienze, dove in teoria avrebbe dovuto amministrarsi la giustizia, fui sottoposto a tortura insieme al mio coaccusato Peter Cárdenas, con percosse e scariche elettriche, e alla fine del secondo giorno di udienza fummo filmati con vestiti a strisce.

A quanto pare agli impiegati di Fujimori non piacque per niente il nostro rifiuto a pentirci e a sottometterci alla dittatura. Dopo poco tempo, per terminare il lavoro, la polizia arrestò il mio avvocato difensore e lo accusò di “tradimento alla patria”. (altro…)


Uchuraccay, ferita aperta del Perú

0 commenti

Esattamente 30 anni fa il Perú venne scosso dalla notizia del massacro di otto giornalisti

di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 30 gennaio 2013

Esattamente 30 anni fa, il 26 gennaio del 1983, il Perú venne scosso dalla notizia dell’orrendo massacro di otto giornalisti avvenuto in una delle zone più impervie e isolate  del paese, Uchuraccay,  sulle Ande centrali, a oltre  4mila metri sul livello del mare. Destò particolare indignazione e clamore  non perché fossero tempi tranquilli – erano iniziati da poco, ma caratterizzati da inaudita violenza, gli anni del ‘terror rojo’, il terrore rosso di Sendero Luminoso (al quale con uguale se non maggiore violenza rispondeva  l’esercito peruviano) – ma per la dinamica particolare con cui si svolse tutta la vicenda, sulla quale non è stata fatta ancora piena luce, nonostante la creazione all’epoca  di  una specifica commissione che prese il nome di Commissione Vargas Llosa perché presieduta proprio  dallo scrittore  e premio Nobel per la Letteratura.

Otto giornalisti, di diverse testate  del paese,  che si erano recati nella zona per svolgere delle ricerche su un massacro di contadini che si diceva compiuto  da  Sendero Luminoso qualche giorno prima (ma sulle responsabilità effettive del quale circolavano versioni contrastanti),  furono barbaramente trucidati da oltre quaranta membri della comunità locale in quanto  scambiati  per guerriglieri, e seppelliti in due fosse comuni. Morirono  anche la guida che li accompagnava e un contadino del luogo  che si oppose alla carneficina. (altro…)


Cina – Perú una relazione privilegiata

0 commenti

 

Di Annalisa Melandri per l’Indro* 12 Dicembre 2012

La Cina si sa, ormai guarda all’America latina come alla nuova frontiera. E lo fa essenzialmente per due ragioni. La prima ha a che vedere con il  nuovo assetto politico della regione, che vede una predominanza   di governi di sinistra o di centro sinistra.  La seconda invece dipende direttamente dalla  crisi economica che ha colpito gli Stati Uniti prima e l’Unione Europea poi,  e che quindi ha contribuito a creare  degli spazi  nei mercati latinoamericani  in cui gli aggressivi imprenditori cinesi si sono immediatamente inseriti, facilitati anche, come dicevamo,  da una situazione politica più favorevole rispetto al passato.

Mentre nel 2009 la crisi economica si abbatteva violentemente sugli Stati Uniti e dava già le prime avvisaglie in Europa, l’economia cinese continuava a crescere vertiginosamente. I paesi dell’America latina e dei Caraibi che mantengono più strette relazioni commerciali con il gigante orientale, sia per le  importazioni che per le esportazioni sono essenzialmente il Brasile al primo posto, seguito da  Perù, Cile, Argentina, Cuba e  Costa Rica.

Negli ultimi dieci anni la Cina ha superato di gran lunga la Germania come paese esportatore di prodotti finiti ed ha trovato in America latina e nei Caraibi mercati dinamici, non paralizzati  dalla crisi economica e finanziaria attuale, ma anzi disponibili e  soprattutto con un gran bisogno di rivitalizzare le esportazioni di materie prime delle quali  la regione  è ricca. Esportazioni che almeno con l’Unione Europea hanno registrato una lieve inflessione.  (altro…)


Perú: muore Jaime Ramírez Pedraza

0 commenti

Aveva chiesto per ben tre volte l’indulto presidenziale per le sue gravi condizioni di salute, incompatibili con il regime carcerario. Jaime condannato a 25 anni di carcere per la sua militanza nel Movimiento Revolucionario Túpac Amaru (MRTA)  soffriva da tempo di Sclerosi Laterale Amiotrofica e al momento della morte presentava un quadro clinico aggravato dalla Tubercolosi. E’ deceduto questa mattina presso l’Istituto di Scienze Neurologiche dove era stato ricoverato d’urgenza nei giorni scorsi.

Riportiamo una lettera del fratello di Jaime, tradotta in italiano che stava circolando proprio ieri:

Salutiamo gli amici , i compagni e i fratelli della solidarietà’ nazionale e internazionale.

Vogliamo informare che sabato 20 ottobre alle 12.15 circa Jaime Ramirez ha iniziato a manifestare un quadro acuto di asfissia nella sua cella e nello sforzo di respirare almeno un po’ d’aria ha aperto con forza la bocca e la mandibola si e’ disarticolata. Ció  ha aggravato la situazione: e’ stato portato nell’ambulatorio della prigione, dove pero’ non c’erano le condizioni per assisterlo. La richiesta che venisse portato in ospedale e’ stata respinta dalla direzione. Poiché  pero’ la situazione non migliorava i suo compagni hanno protestato e sono riusciti a farlo ricoverare alle 4 del pomeriggio, dopo 3 ore di situazione critica e di emergenza.

L’hanno portato all’ospedale Hipolito Unanue dove e’ stato curato dal dott. Avendano, specialista in traumatologia.

Vogliamo esprimere la nostra preoccupazione e indignazione per ciò che e’ successo

Perché’ hanno fatto aspettare Jaime per quasi tre ore pur sapendo che la sua vita era in pericolo?

Perché’ non lo hanno lasciato all’ospedale, pur sapendo che nel carcere non ci sono le condizioni minime per assisterlo?

Fino a quando dovremo aspettare che gli concedano l’indulto umanitario?

Non vogliamo che si ripeta ciò  che e’ successo con la signora Paula Zuniga Hinostroza che e’ morta lo stesso giorno in cui le hanno concesso l’indulto.

Vi chiediamo di unirvi ancora una volta nella richiesta di un indulto umanitario come atto di umanità’ e dignità’

Signor Presidente Ollanta Humala Le chiediamo di mantenere la sua parola “nessuno deve morire in prigione”!

Manuel Ramirez Pedraza.

Qui la foto di Jaime al momento del suo ricovero urgente:

Anche ad Emilio Villalobos , fino ad alcuni giorni fa, mancavano le medicine. Una suora, ora tornata in Italia, aveva lasciato dei soldi perché gliele comprassero, quando avesse finito quelle che lei aveva comprato.
Abbiamo parlato di questi casi qui:

Cosa farà Ollanta Humala con la richiesta di indulto per ragioni umanitarie per l’ex dittatore Fujimori,  condannato a 25 anni di carcere per omicidio, sequestro di persona e violazione dei diritti umani, oltre a sette anni per corruzione, presentata dalla figlia Keiko?


84 anniversario della fondazione del Partito Comunista del Perú– Patria Roja

0 commenti

Fondato il 7 ottobre del 1928 dal politico, scrittore e giornalista marxista José Carlos Mariátegui

http://www.pcdelp.patriaroja.org.pe/


Pagina 1 di 212