Llamado urgente Perú: América Latina vive tiempos de paz y reconciliación

0 commenti

postal-libertad-rompiendo-las-cadenas

AMERICA LATINA VIVE TIEMPOS DE PAZ Y RECONCILIACIÓN

El acuerdo histórico entre el Gobierno colombiano y las guerrillas de las FARC, después de más de medio siglo de un cruento conflicto armado consolida la democracia en nuestro continente.

Es el mejor ejemplo de que a través del diálogo y el entendimiento en democracia, como lo señala el Papa Francisco, es posible construir una sociedad donde los derechos de todas y todos estén garantizados.

En este contexto, la reciente carta pública de los fundadores y ex-miembros del MRTA donde afirman su compromiso de voltear la página de la insurgencia armada y seguir bregando por sus ideales dentro de los marcos de las leyes y la Constitución, es una decisión que saludamos y tiene nuestro apoyo sin reservas.

Es importante reconocer como lo señala la Comisión de la Verdad y la Reconciliación del Perú que: “A diferencia del PCP-SL y en forma similar a otras organizaciones armadas latinoamericanas con las que mantuvo vínculos, el MRTA reivindicaba sus acciones y sus miembros usaban distintivos para diferenciarse de la población civil, se abstuvo de atacar a la  población inerme, en algunas coyunturas dio muestra de estar abierto a negociaciones  de paz”.

En este sentido, los abajo firmantes, comprometidos con los destinos del Perú y América Latina, respetuosos de las instituciones del Estado peruano pedimos que se les den las condiciones adecuadas para que los ex-miembros del MRTA y sus presos puedan reincorporarse al seno de sus hogares y a la sociedad.

 


San Jose de Apartadó: comunicato della Rete Italiana Colombia Vive!

0 commenti

Rete Italiana di Solidarietà con le Comunità di Pace Colombiane Colombia Vive! Onlus

 COMUNICATO 02 settembre 2014


La vita della Comunità di san José de Apartadó sta diventando sempre più preoccupante da quando a dirigere la Brigata XVII è stato designato il colonnello  Germán Rojas Díaz. Costui sembra dominato dalla voglia di distruggere la Comunità e per questo non esita addirittura a ricorrere ad un’intervista (http://www.elheraldodeuraba.com/index.php/regional/1-turbo-busca-acuerdo-con-santos-para-la-prosperidad-de-la-regionper gettare fango sulla limpida testimonianza di resistenza civile nonviolenta che la Comunità ha dato e dà costantemente dal 1997. Testimonianza conosciuta ed apprezzata non solo in Colombia da movimenti,  associazioni  impegnate nella difesa dei diritti umani e nella soluzione pacifica dello storico conflitto tra lo Stato e le guerriglie ma in diverse parti dell’Europa  anzi del mondo. Forse è proprio questa la ragione per la quale la presenza viva della Comunità dà fastidio a coloro delle forze statali e in particolare delle forze armate che ricorrono ad ogni mezzo, anche l’uso strumentale di persone costrette a delazioni infondate.

Noi non abbiamo mai taciuto, perciò abbiamo letto con grande soddisfazione la lettera dal titolo Non possiamo rimanere in silenzio scritta il 29 luglio da una volontaria diOperazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Giovanni XXIII; una lettera di denuncia nella quale è scritto: “Negli ultimi mesi i gruppi paramilitari hanno proseguito con il loro piano di politica sociale agendo liberamente con la costruzione di circa 40 case per i contadini che rientrano, e una strada: c’è da scommettere che la costruzione di questa via sia accompagnata a precisi progetti riguardanti l’estrazione di risorse naturali e l’ingresso quindi di imprese multinazionali nell’area.”  (altro…)


Colombia: scontri tra esercito e guerriglia, colpita la popolazione civile

0 commenti

Diffondo questo comunicato stampa del 26 agosto scorso dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII rispetto a quanto continua  ad accadere nella Comunità di Pace di San Jose di Apartadó. 

COMUNICATO STAMPA
26/08/2014

Colombia: scontri tra esercito e guerriglia, colpita la popolazione civile

Lo scorso 22 agosto, durante uno scontro tra Esercito colombiano (Brigada Movil XI) e guerriglieri delle FARC, avvenuto nel villaggio di Bellavista (San José de Apartadò-Nord Ovest della Colombia), membri delle forze armate colombiane hanno risposto al fuoco sparando indiscriminatamente ad altezza uomo e colpendo diverse case della popolazione civile locale, altri
beni e capi di bestiame.

Da alcuni giorni gli abitanti di Bellavista chiedevano al battaglione, accampato nel villaggio, di andarsene per non esporre la popolazione civile al rischio di attacco da parte di altri gruppi armati, ma le richieste sono rimaste ignorate. (altro…)


Hernando Calvo Ospina: “Stai zitto e respira a fondo”

0 commenti

E’ con estremo piacere che annuncio  l’uscita in Italia dell’ultimo  libro dello scrittore e giornalista colombiano  Hernando Calvo Ospina: “Stai zitto e  respira a fondo” in cui ricorda e racconta l’esperienza in carcere  in Ecuador negli anni ’80 in cui subisce prima la sparizione forzata e le torture della polizia segreta, e poi il carcere. Una prosa fluida e brillante ne rendono la lettura estremamente gradevole nonostante il tema affrontato. La traduzione è a cura di Stefania Russo e Annalisa Melandri.

10268442_882653938426711_25637007723424962_n

 

La presentazione sarà il 25 maggio prossimo:

hernando


Francisco Toloza, entre la miel y el universo de la represión en Colombia

0 commenti

marcha-p

Por Sara Leukos

Las acciones cometidas por el gobierno de Santos por un lado, ejercen una miel endulzante, desde su discurso público de la Paz y por otra, impone y extiende su modelo represor ante la construcción popular y política de los sectores sociales.

Politólogo, con especialización en sociología, actualmente cursa un Doctorado en Estudios políticos en la ciudad de Buenos Aires– (Argentina). Miembro de la Junta Patriótica Nacional de la Marcha Patriótica.  (altro…)


Hernando Calvo Ospina: “La “pacificazione” in Colombia non si ferma neanche per prendere fiato ”

0 commenti

179338_1 (1)

 

di Annalisa Melandri

28/01/2014

Traduzione dallo spagnolo per Tlaxcala di   Francesco Giannatiempo

 

Hernando Calvo Ospina è autore di una dozzina di libri, tra cui “Colombia, laboratorio de embrujos. Democracia y terrorismo de Estado” (“Colombia, laboratorio di stregonerie. Democrazia e terrorismo di Stato”), che tratta della storia del sistema repressivo in questo paese. Di seguito, ci racconta alcune tappe della “tradizione” violenta di uno Stato che mantiene l’immagine democratica.

 

Annalisa Melandri. In America Latina, durante gli anni 70 e 80 la maggior parte dei paesi agonizzavano sotto dittature militari sanguinarie, come nei casi di Cile, Argentina e Uruguay tra gli altri. In Colombia, ad eccezione del Generale Rojas Pinilla che governò tra giugno del 1953 e maggio del 1957 e fu meno repressivo della maggioranza dei governi eletti, non ci sono mai stati né colpi di Stato né giunte  militari in senso stretto. Perché?

Hernando Calvo Ospina. Rileggendo la storia, ci rendiamo conto che in Colombia non è mai esistita una vera democrazia e quasi tutti i governi si sono distinti per le gravi violazioni ai diritti umani. Senza andare troppo indietro nel tempo, si prenda in considerazione il governo di Turbay Ayala (1978–1982), visto che ha avuto fondamentali peculiarità nel contesto repressivo. A un mese dal conferimento, promulgò lo Statuto di Sicurezza Nazionale, che fu il più vicino al modello imposto dalle dittature del Cono Sur, stabilendo i meccanismi a sostegno della terribile ondata repressiva che seguì. Le forze armate e quelle di polizia vennero investite di poteri straordinari, addirittura di quelli giudiziari. Venne criminalizzata ogni pratica politica e qualsiasi tipo di protesta sociale, associando tutto alla sovversione. Le forze armate presero il potere in Colombia attraverso un processo risalente agli anni sessanta, e senza danneggiare l’immagine “democratica”, grazie alla presenza di un civile a capo del governo. (altro…)


Hernando Calvo Ospina: “La ‘pacificación’ en Colombia no se detiene ni para tomar aliento”

0 commenti

179338_1 (1)

 

Annalisa Melandriwww.annalisamelandri.it

por Rebelión 

Hernando Calvo Ospina es autor de una docena de libros, entre los que se encuentra “Colombia, laboratorio de embrujos. Democracia y terrorismo de Estado”, que es la historia del sistema represivo en ese país. Aquí nos cuenta algunas etapas de la “tradición” violenta de un Estado que mantiene la imagen de “democrático”. 

Annalisa Melandri. En América latina en los años ‘70 y ‘80 la mayoría de los países agonizaban bajo dictaduras militares sangrientas como fue el caso de Chile, Argentina y Uruguay entre otros. En Colombia, a excepción del general Rojas Pinilla, que gobernó entre junio de 1953 y mayo de 1957, y fue menos represivo que la mayoría de gobiernos elegidos, nunca han habido golpes de Estado ni juntas militares propiamente dichas. ¿Por qué?

Hernando Calvo Ospina. Al revisar la historia, nos damos cuenta que en Colombia nunca ha existido una verdadera democracia, y que casi todos los gobiernos se han caracterizado por graves violaciones a los derechos humanos.

Para no ir muy lejos miremos el de Turbay Ayala (1978–1982). Este tuvo particularidades fundamentales dentro del marco represivo. A un mes de posesionado promulgó el Estatuto de Seguridad Nacional, que fue lo más cercano al modelo impuesto por las dictaduras del Cono Sur, estableciendo los mecanismos para sustentar la terrible ola represiva que llegó. Las Fuerzas Militares y de policía fueron investidas de facultades extraordinarias, incluidas las judiciales. Se criminalizó toda práctica de oposición política y a todo tipo de protesta social, asociando todo con la subversión. Las Fuerzas Armadas tomaron el poder en Colombia, en un proceso que venía caminando desde los años sesenta, y sin dañar la imagen “democrática” al tener a un civil al frente del gobierno. (altro…)


¿Por qué clama el Catatumbo?

0 commenti

¿Por qué clama el Catatumbo?

por Annalisa Melandriwww.annalisamelandri.it

Los diálogos de paz de  La Habana, Cuba,  entre la guerrilla de las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo (FARC-EP) y el gobierno colombiano, parecen haber  destapado en la tierra de Macondo una   inmensa Caja de Pandora.

Solo con soñar la paz, todo se  vuelve  posible.

No apenas en la isla caribeña, patria de nuestro padre  Fidel y de nuestra madre, la dignidad latinoamericana,  cuyo 60 aniversario celebramos justo en estos días,  las delegaciones han  abordado  el tema de la reforma agraria, eje neurálgico de la justicia social,   en Colombia, desde esa misma tierra   –cuya tenencia ahora el reto consiste en democratizarla,  cuyo trabajo es tiempo de dignificar– desde ese mismo elemento básico de la naturaleza,  surge el nuevo clamor del pueblo.

Los campesinos de  esa  polvorera  silente  que ha sido hasta hoy en día el Catatumbo,  reclaman,  piden  y gritan por  derechos ancestrales; reclaman,  piden y gritan todo lo que Catatumbo  está reclamando, pidiendo y gritando desde aquel  nefasto  29 de mayo de 1999,  cuando un estado asesino abrió las puertas de su más florida región a las garras sangrientas de su ejército aliado a la violencia paramilitar. (altro…)


Per Julián Conrado tutta la “potenza morale” bolivariana

0 commenti

 

Si se calla el cantor muere la rosa
de que sirve la rosa sin el canto
debe el canto ser luz sobre los campos
iluminando siempre a los de abajo.

(Mercedes Sosa)

 

E’ iniziata oggi 15 luglio e proseguirà fino al giorno 19 dello stesso mese, la campagna internazionale (#TodosPorJulianAsiloYa da inviare a @NicolasMaduro) per chiedere al governo venezuelano la liberazione e la concessione dell’asilo politico a  Guillermo Enrique Torres Cuéter, meglio conosciuto come Julián  Conrado, il «cantor» delle FARC, arrestato in territorio venezuelano il 31 maggio del 2011 in un’operazione congiunta di  polizia venezuelana e colombiana.

Sono molteplici le voci che chiedono oggi coerenza  rivoluzionaria a Nicolás Maduro,  presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, il quale  nei giorni scorsi si è espresso favorevolmente ad una eventuale concessione di asilo politico al tecnico della Cia Edward Snowden: «In Venezuela siamo una potenza morale e quindi se  il giovane Snowden ha bisogno della protezione umanitaria e se lui pensa che dovrebbe venire nel nostro paese, il  Venezuela é disposto a proteggere questo giovane coraggioso in maniera umanitaria». (altro…)


Colombia, degenera il conflitto agrario nel Catatumbo

0 commenti

 

di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro - 26 Giugno 2013

In Colombia, una protesta di circa 4mila contadini, (il cui numero si è quadruplicato negli ultimi giorni)  nella regione del Catatumbo (Norte de Santander), nella zona nordorientale del Paese  al confine con la Repubblica Bolivariana del Venezuela, iniziata pacificamente, è stata repressa duramente dall’esercito, provocando due morti e oltre trenta 30 feriti, alcuni in gravi condizioni. Decine i detenuti, anche nei giorni precedenti.

La situazione è degenerata il 22 giugno scorso, quando militari antisommossa del reparto mobile ESMAD e della controguerriglia  hanno attaccato i manifestanti che stavano cercando di occupare il piccolo aeroporto di Ocaña, dopo che da giorni si stava (altro…)


Pagina 1 di 512345