Cile: il vertice del popolo mapuche

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Bandera mapuche

I mapuche  da anni chiedono la restituzione di terre che considerano  di loro proprietà ancestrale.

di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 16 gennaio 2013

Inizia proprio oggi, mercoledì 16 gennaio, il vertice mapuche sul cerro (collina) Ñielol, nei pressi di Temuco nel sud del Cile, organizzato dall’associazione Consejo de Todas las Tierras, Consiglio di Tutte le Terre, che raggruppa le  maggiori organizzazioni rappresentanti del popolo mapuche, gli abitanti nativi originari del Cono Sud del continente americano (che vivono attualmente tra Argentina e Cile) e che ha convocato il vertice in seguito alla recrudescenza delle tensioni tra la popolazione indigena  e il governo cileno, nel corso delle quali, a causa di un incendio appiccato in una  proprietà terriera, è morta una coppia di anziani latifondisti.

Nella regione dell’Araucanìa, a circa 700 chilometri a sud della capitale Santiago, nel corso dell’anno appena concluso e dopo un biennio di relativa tranquillità,  si è registrato infatti un considerevole aumento del conflitto sociale che vede scontrarsi,  spesso lasciando dietro di sé morti e feriti,  i  mapuche — soprattutto i settori più radicali riuniti nel Coordinamento Arauco Malleco (CAM) — e i Carabinieri e l’Esercito cileni. (altro…)


Tensione al confine tra Repubblica Dominicana e Haiti

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A migliaia di haitiani senza documenti è stato negato il rientro dopo le feste.

di Annalisa Melandri in esclusiva per L’Indro — 11 gennaio 2013

Momenti di tensione si stanno vivendo in questi giorni a Dajabòn in Repubblica Dominicana, nei pressi del confine dominico-haitiano.Migliaia di haitiani senza documenti hanno occupato il ponte sul fiume Masacre, teatro nel 1937  del massacro — di qui il nome — di circa 15mila haitiani che furono trucidati in due giorni a colpi di machete per mano dell’esercito del dittatore dominicanoLeónidas Trujillo. Una  vera e propria pulizia etnica, una delle pagine  più nere della storia recente dominicana.

Il 6 gennaio scorso, le autorità dominicane hanno negato l’ingresso a oltre duemila haitiani, che lavoravano privi di documenti  nei campi e nei cantieri edili della zona nord orientale della Repubblica Dominicana, ai quali  un accordo intercorso tra le autorità della Direzione Generale di Migrazione e il padre gesuita Regino Martínez, presidente dell’associazione Solidaridad Fronteriza, aveva permesso di poter trascorrere le vacanze natalizie ad Haiti insieme ai loro familiari. (altro…)


Elvira Corona: Lavorare senza padroni

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LAVORARE SENZA PADRONI

Viaggio nelle imprese «recuperadas» d’Argentina

Elvira Corona

EMI, 2011, 14 euro

«Questo non vuol essere un lavoro esaustivo del tema, né tanto meno un saggio. Le storie raccontate possono essere invece utili per offrire alcuni spunti di riflessione e punti di vista differenti su di un fenomeno che ha contribuito a un cambiamento di prospettive nella società argentina.» Così la giornalista free-lance, Elvira Corona, descrive il suo libro.

Ben oltre dall’offrire soltanto «spunti di riflessione» o «punti di vista» sul fenomeno, quello che il testo propone invece è un esauriente panorama delle storie più emblematiche delle Ert, Empresas recuperadas por sus trabajadores (Imprese recuperate dai propri lavoratori) in Argentina dopo la grave crisi del 2001, che mise allora veramente in chiaro l’inadeguatezza e il fallimento del modello neoliberale imposto agli argentini dagli organismi finanziari internazionali.  (altro…)


Tratta delle donne, nuova fonte di introiti per i narcos

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Le bambine, appena adolescenti, vengono sequestrate per strada o all’uscita di scuola.

di Annalisa Melandri — L’Indro* 9 gennaio  2013

Il quotidiano messicano ‘La Jornada’ ha diffuso nei giorni scorsi le conclusioni di un recente rapporto redatto dalla Coalizione contro il Traffico di Donne e Bambine dell’America latina e Caraibi, (Catwlac, per le sue sigle in inglese) con riferimento all’influenza dei cartelli della droga in questa tipologia di crimine in Messico. “La tratta delle donne produce introiti per oltre 10 miliardi di dollari  l’anno ai cartelli del narcotraffico” ha dichiarato a ‘la Jornada’ Teresa Ulloa Ziáurriz direttrice per l’America latina dell’organizzazione,  che propone  a livello nazionale  e internazionale “la promozione del diritto delle donne e delle bambine a una vita libera da violenza e sfruttamento sessuale”. (altro…)


Un intenso anno elettorale per l’America latina

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di Annalisa Melandri — per l’Indro* 4 gennaio 2012

Il 2013 appena iniziato si profila  un anno denso di appuntamenti elettorali per l’America latina. Si chiude invece il 2012, almeno per i venezuelani,  con molta  apprensione per le  condizioni di salute del presidente Hugo Chávez Frias,  che l’11 dicembre scorso è stato sottoposto  a Cuba ad un nuovo intervento chirurgico (il quarto in un anno e mezzo) per rimuovere una lesione cancerosa al colon.

Il decorso post’operatorio di quest’ultimo intervento appare notevolmente più complicato dei precedenti per una serie di gravi complicazioni, tanto da far circolare in queste ore alcune agenzie rispetto ad  un suo probabile ‘coma indotto’. Non è stato  tuttavia sufficiente l’intervista rilasciata il 1 gennaio scorso da l’Avana del vicepresidente Nicolás Maduro appena dopo il suo incontro con Chávez, nella quale afferma di averlo visto con una “forza gigantesca” a tranquillizzare i venezuelani simpatizzanti del presidente.    (altro…)


La marcia silenziosa degli zapatisti

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di Annalisa Melandri per L’Indro* — 2 gennaio 2013

Hanno scelto ancora una volta una data simbolica per ritornare sulla scena politica e sociale gli zapatisti in Messico. Il 21 dicembre, giorno della fine del calendario Maya ed inizio di un nuovo ciclo,  circa 40 mila ‘basi di appoggio’ (i comitati civili) zapatisti, hanno abbandonato i loro territori ‘liberati’ del Chiapas e sono scesi a valle, invadendo silenziosamente le strade di cinque comuni: San Cristóbal de las Casas, Palenque, Ocosingo, Altamirano  e Las Margaritas.

A differenza di quanto avvenuto  il 1 gennaio del 1994, quando fu proprio l’EZLN, l’Esercito  Zapatista di Liberazione Nazionale che allora  invase e occupò, armi in pugno quelle stesse città,  dichiarando nella Prima Dichiarazione della Selva Lacandona, “guerra  allo Stato messicano”, questa volta tutto è avvenuto in forma pacifica e si potrebbe dire in “un assordante silenzio,  interrotto solo dal frusciare lento dei passi ordinati degli zapatisti indigeni, quasi tutti di discendenza maya, che compongono le basi di appoggio civile del EZLN.

Anche nel 1994, la data non fu scelta a caso, era infatti il giorno dell’entrata in vigore  del NAFTA, il Trattato di libero commercio di stampo neoliberale tra Messico, Stati Uniti e Canada. Il movimento zapatista (che talvolta,correttamente, viene definito neozapatista per distinguerlo da quello che appoggiava Emiliano Zapata nel  1911),  sicuramente fu il   precursore del movimento internazionale che venne dopo,  fortemente critico delle  politiche neoliberiste imposte negli anni’90 in America latina dal ‘Washington Consensus’. (altro…)


Foglia di coca boliviana, l’ONU decide

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L’8 gennaio il voto dei paesi membri della Convenzione della Nazioni Unite

LA PAZ, 11 (ANSA) — Le Nazioni Unite annunciarono oggi che la Bolivia ritornerà alla Convenzione di Vienna il 10 febbraio con una riserva al Trattato sugli Stupefacenti e Sostanze Illecite che permette ai suoi abitanti di coltivare e masticare foglia di coca.

di Annalisa Melandri per L’Indro* — 28 Dicembre 2012

L’8 gennaio prossimo scadrà  il termine entro il quale  le Nazioni Unite dovranno dare il loro parere rispetto alla depenalizzazione in Bolivia  della pratica del ‘pijcheo” o ‘acullico’, la masticazione cioè delle foglie della  Erythroxylum coca, o semplicemente, pianta della coca. Sembra ottimista in tal senso Evo Morales, presidente del paese  e principale  testimonial della campagna  che sta portando avanti praticamente da tutta una vita, fin dalla sua militanza negli anni ’90 nel sindacato deicocaleros (produttori di coca) boliviani. Nella nuova Costituzione della Bolivia, redatta proprio dal governo Morales, la foglia di coca è dichiarata come parte del patrimonio  nazionale del paese e della biodiversità. (altro…)


Colonia Dignidad, nazismo e impunità in Cile

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Quattro gerarchi ancora alla guida dell’ ex Colonia Dignidad.La setta religiosa di Paul Schäfer responsabile di abusi sui bambini e collaboratrice con la dittatura di Pinochet

Di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro *- 21 Dicembre 2012

Due deputati cileni, Lautaro Carmona (Partito Comunista) e Sergio Aguiló (Sinistra Cristiana),  hanno chiesto lo scorso mese di novembre alle autorità del loro paese di porre fine ai benefici dei quali godrebbero quattro cittadini tedeschi, ex dirigenti della tristemente nota Colonia Dignidad, i quali  nonostante siano stati condannati  per sequestro, privazione illegale della libertà, complicità in violenze sessuali contro minori, associazione a delinquere e altri reati finanziari, continuano ad agire pubblicamente come leader della comunità e a promuovere iniziative pubbliche in nome di essa.

La Colonia Dignidad, ribattezzata recentemente come  “complesso turistico” Nuova Villa  Baviera,  è una comunità che si trova nei pressi di Parral, nella regione del Maule, in Cile. Fu fondata  negli anni ’60 da un tedesco, Paul Schäfer Schneider, ex membro della Gioventù Hitleriana e medico della Wehrmachtil quale in Germania dopo la guerra, aveva creato presunte società caritatevoli che si occupavano di bambini. Nel 1961 si rifugiò in Cile (probabilmente aiutato dalla potente organizzazione Odessa) in seguito alle accuse di abusi sessuali su minori. In Cile, insieme ad un nutrito gruppo (circa 300 persone) di tedeschi che erano emigrati con lui,  fondò la Colonia Dignidad, che con il tempo divenne  una vera e propria setta di matrice religiosa, alla guida della quale si assunse come leader e capo indiscusso.  Alcuni dei residenti alla Colonia divennero suoi più stretti collaboratori e complici in tutta la serie infinita di orrori che si commisero all’interno della comunità, altri, la maggior parte, ne divennero  loro malgrado vittime, come i bambini,  dei quali abusò sistematicamente fin dal principio. (altro…)


Bajo Aguán: Grito por la tierra

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La Bolivia depenalizza lo sciopero

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di Annalisa Melandri per L’Indro* 19 dicembre 2012

La Bolivia riconosce ufficialmente il diritto di sciopero. Il presidente  Evo Morales ha infatti promulgato la settimana scorsa una legge, la n. 316,  di “Depenalizzazione del Diritto di Sciopero e di protezione dell’Attività Sindacale”.

L’atto ufficiale è stato realizzato nel Palazzo del Governo alla presenza di Juan Carlos Trujillo, segretario generale della  Central Obrera Boliviana (COB) e di altri funzionari di quella che è considerata  la maggiore associazione sindacale del paese alla quale appartengono  operai del settore minerario ma anche dell’industria, nonché  contadini organizzati.

Juan Carlos Trujillo ha dichiarato che la nuova legge ha una portata storica,  ricordando  come nel passato i governi dittatoriali e neoliberali “hanno applicato a noi lavoratori decreti e leggi per penalizzare la difesa dei nostri diritti economici, sociali e culturali” e di come sia importante oggi questa data, per essere stata finalmente accolta  una richiesta del settore operaio e sindacale.

Con la nuova legge viene modificato  l’articolo 232 del Codice Penale che tipifica il ‘sabotaggio’ e condanna con la reclusione da uno a otto anni quei  lavoratori o dirigenti sindacali che hanno occupato fabbriche o miniere e hanno provocato  danni nello svolgimento dello sciopero o dell’occupazione; ha revocato  inoltre l’articolo 234 del C.P. che prevedeva  la condanna da  uno a cinque anni di carcere e la multa da uno a 500 giorni di salario per chi promuoveva   il lock-out (serrata patronale), ma anche scioperi che fossero stati dichiarati illegali dalle autorità del lavoro. (altro…)


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