Inaugurazione dell’Associazione Fratelli Mattei — Veltroni presente!

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Il sindaco di Roma Veltroni ha inaugurato ieri la sede dell’Associazione Fratelli Mattei, nel trentaquattresimo anniversario della morte dei fratelli Virgilio e Stefano Mattei .
Con tutto il rispetto per i due fratelli Mattei , mi chiedo come si sia sentito “Wuolter” tra un profilo del Duce, fiamme tricolori  e lo striscione di Forza Nuova, in compagnia di Alemanno e Roberto Fiore.
Wuolter, Wuolter, ma era proprio  necessario? E tengo a precisare che quel  tricolore che pure dovrebbe essere rappresentativo di tutta la cittadinanza, con me, in quel contesto non ha nulla a che vedere.

Daniele Mastrogiacomo libero!!

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Daniele Mastrogiacomo


Tutti al centro!!!

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franco marini

 Mercoledì è stata una giornata convulsa al Senato della Repubblica in occasione del voto di fiducia al Governo Prodi.
Franco Marini, Presidente del Senato richiamando all’ordine i senatori si lascia scappare:
 
“Questo affollamento al centro impedisce addirittura di avvicinarsi al banco della presidenza, non vi affollate troppo….”
 
Eh già quando si dice  centrismo totale…..


Un simpatico puzzle… da non completare

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Puzzle tratto da LUDUS

Questo è ciò che inquieta di più dite la verità!!! Che si ricomponga il puzzle!!
C’è una parte di me che si è sentita tradita da questo Governo e che a mò di diavoletto continua a ripetermi : gli sta bene!! E che mi fa dire come ormai sento ripetere spesso :andate tutti al diavolo, io non vado più a votare!
Poi però mi dico che questo “gli sta bene”  rivolto non so bene a chi, implica la possibilità che lui, Berlusconi, l’incubo di tutti noi,  ritorni. Un po’ come gli zombie, che a volte ritornano, lui è un incubo, di cui, diciamoci la verità non ci siamo mai potuti liberare veramente del tutto.
Anche perché tra apparizioni televisive, stupidaggini sparate qua è là, malesseri più o meno reali ma comunque molto “plateali”, manifestazioni di piazza e battibecchi coniugali a mezzo carta stampa, sarebbe stato impossibile farlo.
Già me lo immagino, ieri sicuramente la prima cosa che avrà fatto sarà stato chiamare l’amico George: Hey George, don’t worry, I’m  coming and we’ll attack Iran if you want all right?
Poveri noi.
Ma questo ci meritiamo a quanto pare.
Delusa dal governo, sì e dalla sua arroganza, da un governo che ha scritto delle cose sul programma e ne ha fatte altre, che si è barcamenato goffamente cercando plausi da tutte le parti,a destra, a sinistra, con il Vaticano, con gli Stati Uniti e si sa tanto che per non far torto a nessuno alla fine si scontentano tutti. Il Vaticano ha avuto da ridire anche sui Dico, gli Stati Uniti ci hanno richiamato al senso di responsabilità tramite una manciata di ambasciatori, ma alla fine il più scontento, deluso e amareggiato è il popolo (come sempre) che quel governo lo aveva votato.
E quel popolo che oltre a essere andato a votare  per mandare casa Berlusconi aveva magari ingenuamente sperato, anche senza troppe illusioni questo è vero, che un minimo di discontinuità con il governo precedente fosse possibile.
E dove sta la discontinuità a sentire D’Alema? Nel fatto che se la sinistra fosse stata al governo non avrebbe mandato i soldati in Iraq, bella discontinuità fatta sulle presunte intenzioni. E sui fatti? Abbiamo ritirato i soldati dall’Iraq, (come d’altra parte stabilito dal precedente governo) e poi? Se come governo ci siamo dissociati da quella guerra come ha detto D’Alema nel suo discorso perché decisa dagli Usa in modo unilaterale e sulla base di una menzogna, perché concedere un ampliamento della base a Vicenza che di fatto si sa deve funzionare come base di appoggio proprio per quella guerra? ( sperando che non serva anche come base di appoggio per un’invasione all’Iran).
Comunque amici che avete sfilato a Vicenza, Napolitano lo ha detto chiaramente, “la piazza e la massa non sono il sale della democrazia” bensì questo è da “trovare nella rappresentatività delle istituzioni” altrove si rischia di cadere nella degenerazione estrema del  terrorismo.
Purtroppo caro Napolitano come la mettiamo con il fatto che alla “rappresentatività delle istituzioni” ormai non ci crede più quasi  nessuno?

Ancora su Vicenza, il Corriere della Sera e Amato.

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Fotografia gentilmente concessa da Stefano Vanzetto

Ormai la manifestazione si è conclusa, tutti lo sanno,  nel migliore dei modi.  Un po’ in ritardo però vorrei far notare come, Pierluigi Battista,  forse resosi conto che il suo articolo dal titolo “Vicenza violenza” aveva sollevato critiche da  più parti per i toni allarmistici usati, in un altro editoriale del 16 febbraio scorso usa parole  ben più benevole titolandolo addirittura “Uno spiraglio per Vicenza”, nel quale ammette che “non è poi così irragionevole auspicarsi che Vicenza potrebbe uscire indenne dalla manifestazione”.  Bontà sua!! Non si comprende  cosa è che abbia contribuito ad aprire questo spiraglio nella benevolenza di Battista verso Vicenza. Vicenza infatti è uscita indenne dalla manifestazione certamente non grazie agli auspici di Battista né tanto meno grazie agli allarmi di Amato, “Cicciobello” Rutelli  e l’Ambasciata degli Stati Uniti che invitava i suoi concittadini  a stare alla larga dalla città. Molti cittadini americani infatti hanno sfilato accanto ai vicentini come dimostra la foto. Ma poi Amato aveva bisogno di  gridare “ho vinto io” (ma si vinceva qualcosa?) e quindi ecco le foto degli striscioni dei 10 presunti amici dei terroristi ripresi e fotografati da tutte le angolazioni possibili, per poter raccontare  alla fine che i movimenti e l’espressione popolare  nascondono il seme dell’eversione e del terrorismo…

Qui il post precedente su Pierluigi Battista

Qui l’articolo del 16 febbraio 2007 del Corriere della Sera


Grazie Vicenza e grazie popolo della pace!

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vicenza 17/2/07

Foto tratta dal sito Altra Vicenza

Grazie Vicenza e grazie al popolo della pace!

Grazie anche a Berlusconi che parlando di un giorno triste perché in Italia si è manifestato contro una base americana, si è reso soltanto molto più ridicolo di quanto già non fosse.

Grazie infine ad Amato, Parisi, Rutelli, Battista (Corriere della Sera)  etc etc che con il loro “terrorismo di stato” hanno permesso che il suono delle parole della pace si sia udito ancora più chiaramente.

Vicenza non fa rima con violenza, caro Pierluigi Battista.

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Nonostante Pierluigi Battista dalle pagine del Corriere della Sera di ieri (8/2)  pare che si  sia dato un gran da fare per criminalizzarla, gli organizzatori, cioè l’Assemblea permanente  dei cittadini di Vicenza, credono che la manifestazione nazionale contro l’allargamento della base USA  di sabato 17 febbraio  sia “pacifica e colorata, determinata e rumorosa”.
Il suo articolo di fondo di questa mattina, dal titolo inequivocabile “Vicenza e Violenza” (scelto non solo per la rima baciata) infatti preannuncia “scenari di nuove violenze e irruzione di frange che puntano alla metamorfosi della protesta in chiave guerrigliera”. Ora per intenderci meglio, Pierluigi Battista è quello che per esempio parla di “commedianti della rivoluzione” latinoamericani o “despoti populisti” e consiglia di ascoltare Mario Vargas Llosa per capire il fenomeno della “maledizione latinoamericana” o che butta nello stesso calderone Chávez, Lenin, Mao, Stalin, Hitler, Mussolini e Fidel Castro.
Si comprende benissimo quindi perché utilizzi inappropriatamente il termine “protesta in chiave guerrigliera” in questo contesto,  se non con lo scopo, evidentemente in mala fede di associare ben noti fenomeni di teppismo e violenza con le proteste guerrigliere che con i primi nulla hanno a che vedere. In effetti il suo articolo è una aperta critica alla manifestazione e alla sinistra radicale e alla sua “anima estremista che si sente parte dell’ideologia e della fraseologia dei movimenti”, quelli con la bandiera della pace e la maglietta del Che, per intendersi.
E questa è la prima precisazione. La seconda riguarda il paragone della situazione attuale con il   1977 e la contestazione di Luciano Lama all’Università di Roma.  L’unica cosa che accomuna eventi e contesto  forse è la data, infatti l’episodio dell’Università di Roma accadde il 17 febbraio, episodio che secondo Battista  “rese drammatica la deriva terroristica di un ribellismo caotico e primitivo, consegnò le piazze italiane al predominio delle P38 e degli stregoni della lotta armata”. Egli pare  aver cancellato  tutti gli avvenimenti precedenti e gli anni difficili anteriori al  1977. La conclusione ovvia caro   Battista è forse che la manifestazione di Vicenza consegnerà le piazze al predominio delle P38 e rappresenterà l’anticipazione di una nuova ondata di violenza magari di stampo terroristico? Francamente mi sembra esagerato. Forse anche più esagerato di Giampaolo Pansa che pur definendo la sinistra italiana un “pulviscolo di piccoli gruppi presenti un po’ dovunque, cellule di esaltati” li vede  “per fortuna lontani mille miglia dalla geometrica potenza dei loro gemelli di un trentennio fa.”
La giornata di Vicenza caro Battista non sembra imporre dilemmi analoghi a quelli di  Lama e del PCI di allora e non è simile la disponibilità di strati estesi della protesta a lasciarsi sedurre dalle lusinghe della radicalizzazione violenta. Che fondamento ha questa sua affermazione? Sarà pur vero  che una parte della sinistra va a manifestare contro una decisione del suo stesso governo ma sicuramente non lo farà sedotta dalla violenza, ma forse, al contrario lo farà sedotta dalla pace. E se dovesse capitare che frange estreme di delinquenti dovessero dar luogo a episodi di violenza sicuramente non saranno con questi elementi che si identificherà il movimento di Vicenza. Già e qui viene la terza riflessione, l’Assemblea permanente di  Vicenza è un movimento, proprio come quelli a noi tanto cari dell’America Latina, un movimento dal basso, che rappresenta la precisa volontà dei cittadini di essere proprietari del territorio in cui vivono e partecipi delle decisioni importanti che li riguardano. I movimenti e le assemblee e i presidi permanenti non rappresentano solamente una “fraseologia della sinistra” come Pierluigi Battista riduttivamente li definisce ma sono l’anima stessa del territorio e la democrazia partecipativa dei cittadini che lo abitano. Ha idea di cosa si stia parlando Sig. Battista?
Vicenza non fa rima con violenza.
Leggi qui l’articolo di Pierluigi Battista

D’alema — Rice : Endless love

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  Condy, darling, pensaci tu alle preoccupazioni di Vicenza, che a me mi ci scappa da ridere”

 “Don’t worry be happy, dear Massimo…”

Soundtrack: Dont’worry be happy

 


Scelte di governo

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Ma non dicevano che il governo era ostaggio della sinistra radicale?  Certo che si tratta di un sequestro anomalo…i sequestrati che fanno praticamente come gli pare.…

Basta che Berlusconi gridi all’anti-americanismo  e si corre ai ripari…ma non avevamo cambiato governo ad Aprile dell’ anno scorso? e dove si è visto che il governo neo eletto deve seguire le linee di quello precedente? E soprattutto, se è così PERCHE’ SI VA A VOTARE?

SOLIDARIETA’ AI VICENTINI


Erba: il miracolo del sangue.

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C’è stato bisogno del mostro, anzi dei mostri, di una carneficina, perché un paese venisse allo scoperto con tutta la sua ipocrisia e falsità.

Una lezione morale intrisa di sangue purtroppo.

Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi sono stati solo il braccio armato di una cittadina intera che non ha mai visto di buon occhio e che non aveva mai accettato il tunisino “faccia di cioccolato” con precedenti penali e la sua giovane moglie “viziata figlia di ricchi mobilieri”.

Ognuno in questa storia ha fatto il proprio dovere fino in fondo interpretando magistralmente la sua parte, dal comandante della stazione dei Carabinieri che solerte, anni prima aveva avvertito i genitori di Raffaella che la ragazza frequentava un poco di buono, alla dirimpettaia Gaia che da dietro le finestre controllava tutti i movimenti della coppia dello scandalo e ancora oggi tra Azouz e Olindo sceglierebbe il mostro che “appare così gentile”, mentre l’altro era sempre violento e irascibile, al proprietario del bar che chissà quante ne aveva sentite e dette tra un caffè e un bicchierino sulla strana Raffaella e il suo balordo marito, ai vecchi amici “perbene” della ragazza che la avevano isolata appena lei aveva conosciuto Azouz “faccia di cioccolato”, alle centinaia di comparse che si voltavano dall’altra parte o abbassavano lo sguardo al loro passaggio o spettegolavano agli angoli delle strade.

Ognuno ha recitato il suo ruolo, anche Olindo e Rosi lo hanno fatto, da bravi psicopatici, forse tragici portavoce di un intero paese sono passati diligentemente come era nella loro natura dalle parole ai fatti e con il sangue hanno lavato via tutto: ipocrisia, falsità razzismo, diffidenza. Tutto l’intero vocabolario dell’intolleranza spazzato via come per magia.

Ora il paese si è stretto intorno ad Azouz, tutti gli tendono la mano, lo consolano e gli chiedono scusa, lui con la sua “faccia di cioccolato” dice che lo hanno fatto sentire finalmente cittadino di Erba.

Grazie Jousef, Raffaella, Paola e Valeria, il vostro sangue ha compiuto il miracolo.


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