Grattieri Francesco

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Grattieri Francesco:

Nel luglio 2001 durante i fatti di Genova era dirigente del Servizio centrale operativo (Sco).  Il più alto in grado alla caserma “degli orrori” Diaz.

Sua la famosa frase “Le perquisizioni non si fanno con i guanti”.

Sotto processo per lesioni personali, falso, calunnia e abuso di ufficio.

Nonostante ciò in questi sei anni ha fatto carriera: fu nominato questore di Bari e da fine anno è il direttore della Direzione centrale anticrimine.

P.S. Dov’è la commissione d’inchiesta su Genova prevista dal programma dell’Unione?

 

Fonti:

Comitato Verità e Giustizia per Genova

Distratti dalla libertà


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IL RICATTO A MANO ARMATA DI DE GREGORIO

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Traendo spunto dal ricatto “armato” del senatore De Gregorio il quale minaccia di non dare l’appoggio alla finanziaria se in essa non viene inserito un miliardo di euro in più per le forze armate, è bene far presente alcune cose:
Durante il precedente governo , l’accordo fra Italia e Francia per l’attuazione del “programma Fremm”  (noto in Italia con il nome Rinascimento e che prevede la realizzazione in collaborazione con la Francia di 27 fregate da combattimento) saltò per mancanza di fondi nella finanziaria 2006 a firma Giulio Tremonti.
In quell’occasione il governo Berlusconi fu duramente ripreso per il suo mancato impegno con la Francia e soprattutto con la Fincantieri , dal senatore Ds Lorenzo Forcieri  presidente della delegazione parlamentare italiana presso la Nato (guarda un po’) e attualmente sottosegretario alla difesa dell’attuale governo.
Sul sito del ministero della difesa tra l’altro nella pagina personale del sottosegretario Forcieri si legge testualmente : ”è stato inoltre primo firmatario di importanti disegni di legge, puntualmente approvati, in materia di riconversione produttiva delle imprese operanti nel settore degli armamenti” ma questo suona comunque contraddittorio con il suo impegno a favore delle commesse belliche navali di Fincantieri.
Nella finanziaria dello scorso anno comunque alla fine venne emesso uno stanziamento di 30 miliardi di euro per il proseguimento del “programma Fremm” e venne  inserito nella tabella di spese del ministero delle attività produttive. Forcieri fu particolarmente critico con Tremonti, sostenendo che il mancato finanziamento al programma Fremm in realtà penalizzava duramente l’industria italiana.Come se per rilanciare l’industria italiana fosse necessario partire da quella bellica.
La finanziaria a firma Padoa Schioppa ha fatto di più.  Quel finanziamento è stato raddoppiato ed è stato inserito nelle voci di spesa del ministero per lo sviluppo economico. Inoltre è stato previsto che i 60 milioni di euro del  2007 passino a  135 nel  2008/2009 e che dal 2010 in poi fino al 2022, anno in cui si dovrebbe concludere il programma, il “Fremm” riceva  un totale di un miliardo e 665 milioni di euro. La finanziaria 2007 prevede 18 miliardi 134 milioni di euro per i fondi del ministero della difesa, contro i 17 miliardi 782 milioni di euro dell’anno 2006. Aggiungendo voci extra e aggiustamenti  vari si prevede di superare i  20 miliardi di euro, circa 3 in più rispetto alla  finanziaria 2006.
Inoltre, confermando nei fatti  un appoggio politico ai servizi di sicurezza e intelligence, ad essi vengono destinati 615 milioni di euro, (25 in più rispetto al 2006).
Ulteriori investimenti sono previsti per la partecipazione al controverso programma bellico americano Jsf in cui però l’Italia già ha investito 1 miliardo di dollari a fondo perduto come quota partecipativa e altri 11 sono destinati all’acquisto di 131 caccia. Inoltre sono previsti   7 miliardi di euro per l’acquisto di 121 Eurofighter Typhoon (programma bellico europeo in cui l’Italia partecipa con l’Alenia insieme a Gran Bretagna, Spagna e Germania).
Accade cioè che nello stesso momento in cui l’Italia con l’Alenia prtecipa alla costruzione del caccia europeo (Eurofighter), contemporaneamente l’americana Lokheed Martin nella costruzione del caccia statunitense concorrente di quello europeo.
Quindi veramente non si si capisce cosa ancora voglia in più De Gregorio se poi teniamo anche conto che…
l’Alitalia fallisce
Trenitalia pure
la sanità non ne parliamo
la scuola piange
i precari protestano
l’editoria stenta….
etc. etc.
 

ROBERTO SAVIANO: “NON RISCRIVEREI GOMORRA”

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Qualche settimana fa sono stata fra coloro i quali avevano espresso  in vari modi  appoggio e solidarietà a Roberto Saviano per le minacce ricevute e l’isolamento in cui si era ritrovato dopo l’enorme successo editoriale riscosso dal suo Gomorra.
Ora permettetemi e soprattutto permettimi Saviano, qualche dubbio.
Rinnovo anche qui la mia solidarietà per le minacce e le intimidazioni che hai ricevuto e considero coraggioso l’aver scritto il libro e forse ancor di più  l’aver gridato a voce alta dal palco di Casal di Principe “andate via da questa terra” ai padrini di cui hai fatto nome e cognome pubblicamente. Trovo deplorevole l’isolamente ambientale in cui ti sei trovato.
È stato il tuo agire conseguente a tutto questo che, consentimelo, non condivido. Già subito dopo essere esploso il caso sui media, la solidarietà sul web, gli appelli, le lettere di intellettuali e scrittori, non ho condiviso il silenzio con cui hai risposto a quanti facevano a gran voce il tuo nome come nuovo paladino della lotta alla camorra. Perché il silenzio? Avevi già detto tutto dal palco di Casal di Principe, l’hai scritto sul libro, pensi che quel silenzio  eventualmente servisse a salvarti la vita nel caso qualcuno avesse deciso di farti fuori? Ho sempre detestato i “no comment” come ho sempre detestato il rinnegare le proprie azioni. Ho letto più di una volta che hai dichiarato che se tu avessi immaginato le conseguenze probabilmente non avresti scritto il libro.
Oggi me lo confermi. Lo confermi dalle pagine di El País in un intervista riportata da La Repubblica:  “No. Non riscriverei Gomorra. E non per le minacce, ma per quello che esse hanno comportato: il comportamento degli editori e di molte persone vicine. La solidarietà è solo una parola”. Non si intende bene a cosa ti riferisci e forse avresti potuto essere un po’ più esauriente nella risposta, che detta così può dare luogo a interpretazioni diverse.
Cosa ti aspettavi? Cosa ti ha realmete spaventato? Credo che quando giunge il momento per essere coraggiosi, o lo si è  fino in fondo o è meglio tacere. Come stai facendo tu, penso che sia offensivo e poco rispettoso verso coloro (tanti o pochi questo non lo so, ma comunque ammirevoli) che trovano comunque il coraggio vero di varcare le soglie delle questure napoletane (e non solo) per denunciare estorsioni, ricatti, minacce e abusi a cui sono sottoposti quotidianamente e che poi, senza scorta, senza rifugi segreti, senza interviste e senza solidarietà via web, sono costretti a far ritorno nel loro negozio, nella loro casa, nel loro quartiere e sperare di rimanere vivi. Questo è il vero coraggio  e come il coraggio e l’onestà impongono a tutte queste persone  il dovere morale di non tornare sui propri passi e di non ritrattare, questo stesso coraggio, di essere cioè coerenti fino in fondo con l’onestà a cui tanto aneliamo, dovrebbe essere anche il tuo, caro Roberto.  

La scorta a Daniela Santanchè

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Chi mi spiega perché a Daniela Santanchè gli è stata data una scorta?
La Repubblica di ieri titola: “L’Imam la attacca, Santanchè sotto scorta.Dopo un dibattito in tv in cui aveva contestato il velo. Condanna di Pollastrini e Bertinotti”.
Leggo un pò e delle minacce non trovo nulla, Abu Shwaima ha solo ribadito alla parlamentare, la quale sosteneva che il velo non “è un simbolo di libertà e che il Corano non lo impone”, che “non è vero che nel Corano non ci sia l’obbligo del velo, io sono un Imam e non permetto agli ignoranti di parlare di Islam, voi siete degli ignoranti e non avete il diritto di interpertare il Corano”. Di qui la decisione del ministero dell’Interno di concedere la scorta alla Santanchè.
Penso allora che la condanna di Bertinotti che ho letto nel titolo si riferisca sicuramente al fatto che sia quantomeno esagerato dare una scorta solo per essere stata accusata di ignoranza, e mi vengono in mente le accese invettive di Sgarbi.Invece no, leggo e rileggo, ma le minacce proprio non riesco a trovarle e invece mi rendo conto che tutta la comunità politica si stringe intorno alla Santanchè (Bertinotti compreso !!!) in solidarietà per le intimidazioni e minacce che ha ricevuto.
Per non sbagliarmi leggo anche La Stampa ma anche lì le parole dell’ Imam riporate sono le stesse riportate da Repubblica. Solo sul Giornale si dice che Abu Shwaima abbia dato dell’ “infedele” alla parlamentere e questa parola in particolare avrebbe fatto scattare l’allarme al Viminale e l’attivazione delle misure di protezione come la scorta, che si prevedono subito quando c’è un pericolo di vita.
Ma non è che si sta esagerando un pochino e inevitabilmente si finisca per esasperare conflitti e problematiche che forse sarebbe il caso di ricollocare nella loro giusta dimensione? Alla Santanchè indubbiamente il fatto di avere una scorta personale la gratifica molto perché poco tempo fa le era stata revocata quella a suo tempo concessale per le minacce subite in occasione della pubblicazione di un suo libro e lei aveva vivacemente protestato per questo addirittura dicendo che se fosse stata uccisa la colpa sarebbe stata di Amato (il quale ha prontamente provveduto, non si sa mai con questi musulmani!), e perché allora non mettere sotto scorta anche il supercriticato del momento Giampaolo Pansa (non si sa mai con questa sinistra radicale!)??
Mi dispice solo che le minacce (quelle sì vere) ricevute da Roberto Saviano forse così perdono di credibilità (con la mafia invece si sa eccome!).


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