In Bolivia primo censimento “sovrano”

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Dopo undici anni il primo censimento del governo del presidente indigeno Evo Morales: “Per sapere quanti siamo, come stiamo e quello che c’è da fare”
di Annalisa Melandri — L’Indro* 23 novembre 2012

Si avvia verso la conclusione il censimento generale della popolazione che ha paralizzato nella giornata di mercoledì la Bolivia. Un avvenimento collettivo di estrema importanza per il piccolo ’Stato Plurinazionale’, come è stato definito nella nuova Costituzione, approvata per via referendaria nel 2009 con il 61,34 per cento dei voti.

Il presidente boliviano, l’indigeno (di etnia Aymara) Evo Morales, ha dichiarato che questo Censimento Nazionale di Popolazione e Alloggi 2012 si è svolto con grande successo in tutto il paese e che, soprattutto nelle aree urbane, gli obiettivi fissati sono stati raggiunti. Soltanto in alcune aree rurali, più difficilmente raggiungibili — ricordiamo che il 28% del territorio nazionale del paese rientra nella regione andina latinoamericana — il censimento si concluderà entro questo fine settimana.

Il popolo boliviano ha risposto in maniera ordinata e massiccia all’appello diffuso dalle autorità di rimanere in casa e non uscire fino all’arrivo dei delegati. Si è trattato infatti di un censimento effettuato ’casa per casa’ di estrema importanza per il futuro del paese. SecondoMorales, i risultati, che saranno resi pubblici tra circa sei mesi, rappresenteranno infatti una fonte importantissima di dati “per identificare le necessità della popolazione e disegnare nuove politiche pubbliche volte a migliorare la qualità di vita dei boliviani a breve, medio e lungo termine e che - ha aggiunto – stabilirà le politiche di alloggio, impiego, salute e sicurezza che mancano per mettere in moto il paese”. Evo Morales, il primo cittadino ad essere censito, ha anche dichiarato che si tratta del primo censimento ’sovrano mai realizzato nel paese e che differentemente dal passato non se ne renderà conto “agli organismi internazionali perché poi si facciano carico della nostra povertà”.

L’ultimo censimento risale al 2001 e questo è il primo realizzato durante il governo di EvoMorales, alla guida del paese dal 2006, al suo secondo mandato presidenziale. La rilevazione di allora segnalò che il 62 per cento degli oltre otto milioni di abitanti censiti apparteneva a una qualche etnia indigena. La popolazione oggi si avvicina invece agli undici milioni di abitanti, e l’ultima Costituzione, quella del 2009, riconosce formalmente diritti ed autonomie delle diverse etnie e dichiara come lingue ufficiali, oltre allo spagnolo, ben 36 lingue originarie indigene. Il governo di Evo Morales si è distinto infatti per uno sguardo privilegiato alla maggioritaria componente indigena della popolazione boliviana, per il rispetto e l’attenzione verso la Madre Terra, indicandola espressamente nel preambolo della nuova carta costituzionale che reca una innovativa matrice ambientalista, per la nazionalizzazione delle risorse del paese e per aver indicato come diritti umani della popolazione, l’accesso all’acqua e al sistema fognario.

Le disposizioni delle autorità durante tutto il censimento sono state rigidissime, pena multe, arresti o sequestro di veicoli: negozi, banche ed uffici chiusi, voli nazionali cancellati, divieto di uscire di casa fino all’arrivo dei funzionari. Questi, oltre 217mila volontari, hanno percorso il paese con una lista di circa cinquanta domande da rivolgere alle famiglie, tra le quali per la prima volta sono state escluse quelle sulla religione (in Bolivia vige costituzionalmente libertà di culto e l’indipendenza dello Stato dalla Chiesa), sul carattere ’meticcio (questa misura ha creato numerose polemiche, ma il governo nega questa identità che considera invece come una categoria razziale) e sulle preferenze sessuali, che secondo il ministro di Pianificazione e Sviluppo, Viviana Caro, non rappresentano priorità del governo al momento di decidere le politiche di sviluppo del paese.

Nonostante il presidente e le autorità avessero ribadito piu volte che non era necessario — per coloro i quali lavorano lontano — fare ritorno nei luoghi d’origine, sono stati denunciati casi in cui autorità locali, soprattutto delle zone più rurali del paese, hanno esercitato pressioni in senso contrario, adducendo formule ricattatorie come “il sequestro dei beni o dei terreni”. Questo perchè il censimento ha anche lo scopo di ridefinire la redistribuzionedegli utili del bilancio statale ai diversi dipartimenti, province e municipi in base alla popolazione residente e l’assegnazione dei seggi all’Assemblea Legislativa.

Un grande sforzo che sta compiendo la collettività quindi, per sapere, come ha affermato il presidente Evo Morales “quanti siamo, come stiamo e quello che c’è da fare”.

* in esclusiva per l’Indro — www.lindro.it

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