Lucca : pulizia etnica

3 commenti

Nuova ordinanza comunale approvata dalla giunta di centro destra riservata a bar e ristoranti : «Non è ammessa l’attivazione di esercizi di sommini-strazione, la cui attività sia riconducibile ad etnie diverse ».

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    Motty Levi ha detto:

    Il Consiglio Comunale della Città di Lucca batte in ferocia le leggi razziali del 1938!

    Lucca dice No ai ristoranti etnici nel centro storico. Infatti, con un regolamento licenziato il 21 Gennaio 2009, il Consiglio comunale di Lucca legifera che, nel centro storico del capoluogo toscano (inteso dentro ai quattro chilometri quadrati delle mura urbane) “al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo non è ammessa l’attivazione di esercizi di somministrazione, la cui attività svolta sia riconducibile ad etnie diverse”. E la norma vale anche in caso di subentro.

    Ho i miei dubbi sulla legalità e costituzionalità di tale provvedimento, ideato, m’auguro, più per incentivare le attività di esercizi culinari autoctoni a carissimo prezzo, quanto non voler mettere in atto una sorta di becera pulizia etnica.

    Se ho ben capito, una lobby di ristoratori lucchesi si è rivolta al capogruppo di “centro”-destra per fisicamente eliminare la concorrenza assai più economica di loro dopo aver avviato una deleteria campagnia di verifiche igieniche da parte dell’USL. Le verifiche delle autorità sanitarie nazionali non hanno dato l’agognato risultato.

    Il nuovo regolamento non prevvede soltanto l’eliminazione totale dei kebap, ma vieta anche ristoranti indiani, cinesi e francesi e mira ad imporre al palato del cittadino e del turista del centro storico solo cucina italiana, preferibilmente “prettamente cucina lucchese”, preparata con ingredienti provvenienti esclusivamente dalla provincia di Lucca.

    Una cucina assai insipida ed immangiabile, visto che il pepe non cresce di certo in provincia di Lucca (e neppure l’aglio e la cipolla, s’è per questo) e il sale provviene maggiormente dalla Sicilia. E la produzione del grano non è certo il forte dell’Italia. Allora niente pane, niente pizza– anche perchè la mozzarella di bufala non viene esattamente prodotta a Porcari!

    Se Lucca avesse una comunità ebraica, questa legge sarebbe peggio delle leggi razziali del 1938. Se Lucca avesse, nel suo centro storico, una moschea, idem.

    Personalmente, penso che qualcuno dovrebbe mandare un ispettore edilizio a casa di ognuno dei consiglieri comunali lucchesi che hanno apoggiato tale regolamento, tanto per verificare che le tubature dell’acqua potabile delle loro abitazioni non siano di piombo. Almeno così si potrebbe venire a capo del dilemma se il nuovo regolamento sia o no frutto di una demenza congenita e geograficamente circonscritta per un, non ancora noto, prione (malattia di Creutzfeldt-Jacobs, anche noto come Kourou-Kourou, Mucca Pazza o BCE) riconducibile al lardo di una scrofa lucchese incestuosa.

    Non voglio certo sputare sulla cucina lucchese che, in parte, mi piace moltissimo. Ma, non mi verebbe mai

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    valentina ha detto:

    non ci sono parole. Che vergogna

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    Annalisa ha detto:

    Io non voglio fare polemiche, anche perchè qui come parli di certe cose ti becchi dell’antisemita, però questo succede mentre si fa un mea culpa planetario nel giorno della memoria. Le celebrazioni e le ricorrenze non mi sono mai piaciute, e detesto tutti i vari giorni a memoria di qualcosa. Non dovremmo avere bisogno di un giorno in particolare per ricordare quella grande tragedia che è stata l’Olocausto, ma a quanto pare servirebbe invece una presa di posizione decisa e quotidiana sul presente… sulle sue bassezze, sulle sue miserie e sulle attualissime tragedie.
    Saluti a tutti e due.

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