Mentre Gian Antonio Stella canta con Guccini, i colombiani muoiono…

50 commenti

Pubblico il seguente articolo di Gian Antonio Stella, apparso sul Corriere della Sera del 12 marzo, perchè vorrei tanto ricordargli che mentre lui canta a Ingrid Betancourt,  in Colombia si continua a morire per  una guerra civile che né il suo commovente appello e nemmeno le canzonette di  Guccini (“Ingrid noi ti aspettiamo / e vicini ci avrai, / libertà non avremo / finché tu non l’avrai”)   potranno nascondere.
Gian Antonio Stella si è indignato perchè Ramon  Mantovani, deputato di Rifondazione Comunista in un suo articolo apparso su Liberazione qualche giorno fa,  ha lungamente raccontato la sua amicizia personale e politica con Raúl Reyes senza accennare minimamente a  Ingrid Betancourt.
Evidentemente Mantovani non lo ha ritenuto necessario. E questo ormai è diventato inaccettabile. Secondo la  mentalità eurocentrica  e neocoloniale dei nostri media , per esempio  Il Corriere della Sera e La Repubblica,  la Colombia esiste perchè laggiù in qualche anfratto della selva esiste e sopravvive la francese Ingrid Betancourt. E’ diventato d’obbligo,  e Stella non ne è da meno, che qualsiasi accenno storico, politico e sociale della situazione colombiana debba includere almeno un accenno pietoso alla sua vicenda, la pietas occidentale contro la barbarie indigena. Riescono i nostri giornalisti a scrivere di Colombia commuovendosi ogni tanto  per i colombiani?
Forse sfugge che quest’atteggiamento paradossalmente potrebbe allungare i tempi della prigionia di Ingrid. Forse sfugge che se l’Europa si ostina a considerare la guerriglia colombiana come una barbarie indigena fatta di terrorismo e  narcotraffico, la Betancourt in quella selva potrebbe rimanerci altri sei anni o addirittura lasciarci la pelle.
Mentre da una parte si compiange e ci si commuove,  giustamente,  per Ingrid, dall’altra l’Europa con il suo atteggiamento politicamente irresponsabile verso la guerriglia colombiana nell’inserirla su editto di Washington nella lista delle organizzazioni terroristiche, di fatto  chiude a doppia mandata il lucchetto intorno alle catene della Betancourt.
 
segue:
L’elegia smemorata del compagno Ramon
di Gian Antonio Stella — dal Corriere della Sera del 12 marzo 2008

Ci vuole del fegato per scrivere un’articolessa di 1.567 parole su un
comandante della guerriglia colombiana senza nominare mai (mai: mai!)
Ingrid Betancourt, la candidata alle presidenziali da oltre sei anni
ostaggio delle Farc. Convinto che, come ha letto nei fumetti o visto
al cinema, la rivoluzione non sia un pranzo di gala, Ramon Mantovani,
c’è riuscito. E in occasione della morte di Raul Reyes, ucciso dai
reparti speciali di Bogotà in un campo in territorio ecuadoregno, ha
scritto su Liberazione giorni fa una lunghissima orazione funebre
restando accuratamente alla larga da ogni tema, ogni citazione, ogni
virgola, che potessero stonare nell’affettuoso omaggio.

C’è chi dirà come il deputato rifondarolo, che dieci anni fa portò in
Italia il capo del Pkk Abdullah Ocalan creando un indimenticabile
incidente diplomatico, che non è giusto liquidare le Forze Armate
Rivoluzionarie della Colombia come dei luridi narcotrafficanti. Che
forse l’accusa alle Farc di essere grazie alla droga «la prima
impresa di Colombia, con un giro d’affari che nel 1999 venne stimato
in 2 milioni di dollari al giorno» (accusa ripresa da Maurizio
Stefanini nel libro I nomi del male) è forzata. Può darsi. Come può
darsi che vadano prese con le pinze le accuse a Pedro Antonio Marin,
il famigerato «Tirofijo» (tiro preciso) che si diede alla macchia col
suo gruppo di guerriglieri tra il 1948 e il 1949.

Che le cose in Sudamerica siano complicate è vero. E se sei decenni
non sono bastati a un esercito dai modi spicci come quello
colombiano ad aver ragione di un po’ di truppe in armi asserragliate
nella giungla, è evidente che «Tirofijo» e i suoi non sono poi così
isolati dalla popolazione.

Un conto è riconoscere questo, però, un altro è sviolinare come fa il
sub-comandante Ramon una commossa melodia «‘n zacco rivoluzzionaria»
per un leader di una guerra sporca che ha fatto del sequestro di
persona, anche di gente che non c’entra nulla (come i quattro turisti
rapiti un paio di mesi fa in una località balneare: «prigionieri di
guerra») una scelta scellerata e sistematica. Un conto è appoggiare
il processo di pacificazione e un altro addossare il suo fallimento
solo ed esclusivamente al «mafioso Uribe». Un conto avere cristiana
pietà per i morti, e sono stati davvero troppi in quel mattatoio
tropicale, un altro ricordare solo i «propri» e infischiarsene dei
lutti inflitti agli altri: «Non ho mai sopportato il vizio
eurocentrico e provinciale di storcere il naso per le durezze della
guerra in Colombia, per la sua indiscutibile disumanità». Riga dopo
riga, emozione dopo emozione, singhiozzo dopo singhiozzo, Mantovani
trabocca di dolore. Meno che per Ingrid Betancourt. Ignorata.

Disprezzata. Violentata da un silenzio assordante. Come se perfino
lui, el companero Ramon, sapesse che lei è il simbolo del tradimento
della «revolucion romantica». E che quella prigionia lunga sei anni
di una donna annientata, affamata, ridotta a uno straccio, fa così
schifo da rendere insopportabile rutto il resto.

Come canta Francesco Guccini: «Ingrid noi ti aspettiamo / e vicini ci
avrai, / libertà non avremo / finché tu non l’avrai».

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    Azor ha detto:

    nessuna rivoluzione e’ romantica caro gian antonio, le rivoluzioni si fanno con le armi perche’ non resta altro da fare quando i limiti sono stati superati.
    Vai a vivere due settimane in Colombia come un colombiano comune, poi mi sai dire che aria tira, se esci vivo dagli squadroni paramilitare della morte.
    Ramon ha scritto una paginetta di storia della Colombia. Cosa che non ha fatto nessun giornalista italiano figlioi di questa Italia, Bulgara degli Usa (sinistra compresa). Piuttosto tenetevi aggiornati

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    S ha detto:

    @Azor
    vero Azor, è stato il mio primo impatto con Colombia. Ho visto in opera gli squadroni della morte sotto le finestre di casa mia nel Barrio la Perseverancia. Hanno massacrato di botte un gamin soprannominato Eucalipto, che si guadagnava qualcosa vendendo le foglie de los eucaliptos del serro.

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    Maurizio Salvi ha detto:

    Caro Gian Antonio, ío credo che polemizzando con Mantovani ti sei messo in un bel pasticcio, perché la realtá colombiana, purtroppo, davvero, non é Ingrid Betancourt. A cui ovviamente va tutta la mia convinta solidarietá.
    Io ti dico una cosa: fai un atto da valoroso, prendi il telefono e chiama la madre di Ingrid Betancourt, e fatti dire da lei qual é il problema vero in Colombia e chi ha la responsabilitá di tutto. Ti prego allacciati la cintura di sicurezza prima di telefonare, perché cadresti dalla sedia.
    Ti dice nulla che ci siano una trentina di parlamentari, quasi tutti vicini ad Uribe in carcere? Hai mai letto i resoconti dei massacri compiuti dai paramilitari che usavano motoseghe e serpenti per uccidere i contadini: Ti sei mai chiesto perché quando il governo ha creato un piano di smobilitazione per i paramilitari (che erano 17.000) hanno aderito in 30.000? Hai mai riflettuto sulla natura vera del narcotraffico in Colombia? Davvero pensi che i guerriglieri delle Farc passino il tempo ad annaffiare le piante di coca, tra un sequestro el’altro, tra un atto di ”terrorismo” e l’altro. Al vertice del recente Gruppo di Rio, il boliviano Evo Morales ha detto: in Passato noi oppositori eravamo tutti comunisti e narcotrafficanti. Dall’11 settembre, siamo tutti terroristi.
    Infine prova a leggere quanto é successo nell’attacco a Reyes in Ecuador con uno scenario iracheno. Non ti suonano personaggi e argomentazioni ripetitive.…la ”bomba sporca” che volevano costruire le Farc…Reyes (un mediatore che nel 2000 é stato in Vaticano e al Senato italiano) definito ”terrorista tenebroso e codardo”. Dai Gian Antonio, va bene essere schierati, ma mai troppo. Non vorrai coprire da un altra parte il terreno che Mantovani copra a sinistra, no? Cari saluti.

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    Eliolibre ha detto:

    Ma che cosa vi aspettate da uno come Gian Antonio Stella? Ha scritto un libro diventato famoso non perchè lui lotta contro la mala politica, ma perchè questa gli permette di vendere migliaia di copie e di arricchirrirsi. Lo farebbe anche per il motivo inverso, a lui delle condizioni di vita in cui versano miliardi di esseri umani non glie ne frega asolutamente niente. E’ solamente uno dei tanti che al posto del cuore ha un salvadanaio.…

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    Beppone ha detto:

    Non credo che la maggior parte dei cronisti italiani abbia mai almeno guardato la cartina per capire dov’è la Colombia.
    Lasciamo stare il conoscere il sudamerica ed il popolo americano.
    Che tristezza.
    La rabbia più rabbiosa e’ che agli occhi della maggioranza Stella figurerà come giornalista umano, mentre Mantovani uno di sinistra che ricorda un terrorista.

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    m vallejo ha detto:

    Il problema è che ognuno ha le sue posizione e tutto diventa o nero o bianco, non ci sono toni di grigio.
    Voi ritenete di sapere la verità assoluta e qualcuno che dissente è perché o non capisce il problema, è un’estremista di destra pro Uribe e gli Usa, o è talmente lontano del paese che nemmeno sa dove è.
    Il commento di azor che oggigiorno venire in Colombia si rischia di esser ucciso da uno squadrone paramilitare è una cosa assurda, sopratutto ai giorni di oggi.
    Salvi: secondo lui la realtà colombiana la puo spiegare la mamma di Betancourt?.
    Come può rappresentare la verità una persona che vive con il timore di avere una figlia sequestrata?, cosa altro può dire lei da un governo che difende la sovranità da guerriglieri che hanno in ostaggio la sua figlia?
    Non puo dire altro la signora dai!, secondo me dovreste toglierla da questo tipo di riferimenti..

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    m vallejo ha detto:

    Salvi: Cosa ci dice il fatto che molti parlamentari sono in carcere per vincoli con i paras? Appunto sono in carcere, ci sono casi di corruzione e si vede che non rimane impune ne la corruzione ne i paras. Molte massacri di cui parli sono avvenute a mano di capi paras oggi in carcere. Ai guerriglieri piu volte gli viene offerto che saranno trattati come i paras nel caso di una loro s mobilizzazione, che dimostra che nel intenzione la giustizia è uguali per entrambi.
    E poi la cosa che dimostra veramente che qualcuno non ha capito proprio niente o è veramente lontano dalla colombia sono commentari di questi:
    »Reyes (un mediatore che nel 2000 é stato
    »in Vaticano e al Senato »italiano) »definito
    » ”terrorista tenebroso e codardo”.
    Questo veramente offende i colombiani e non fa altro che estremizzare posizioni. Dopo ci si chiede come mai nel sondaggio di ieri (fatto da una nota multinazionali di sondaggi) è risultato che Uribe, dopo la mossa su Reyes ha una maggioranza scandalosa.
    Chavez e gli altri che fanno omaggio a una persona che rappresenta qualcosa di cosi tanto negativo per i colombiani, non fa altro che schierare i colombiani dalla parte di Uribe!. Non si riuscirà a toglierci d’adosso uribe!

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    Annalisa ha detto:

    Alcuni interessanti contributi audio, tra i quali uno di Raul Mantovani sono a questo link degli amici di Diario dalla Colombia:
    http://diariocolombia.wordpress.com/2008/03/09/304/#more-304

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    Anonimo ha detto:

    Ho citato Yolanda Pulecio solo perchè l’ho conosciuta e perchè ho parlato a lungo con lei. La Pulecio è stata senatrice e non è una sprovveduta. Si vada sul http://www.clarin.com di oggi ci sono sue dichiarazioni.
    Io penso alle democrazie e immagino paesi dove la stampa esprime l’articolazione del pensiero politico. È così in Colombia? I giornali sono pluralisti. Chi ascolta la mattina gli anchormen di Radio Caracol e Radio Rcn si rende subito conto di come vanno le cose.
    Mica una deve finire a leggere la Voz di Lozano, no? Dico un giornale come la Repubblica o, non oso dirlo, come il Manifesto. Non c’è.
    Per quanto riguarda i crimini, sarebbe lungo. La Legge di Giustizia e Pace prevede pene massime di otto-nove anni per massacri inenarrabili. E in attesa di giudizio ogni giorno di carcere vale due.
    E poi: i paramilitari non erano 17–18.000? E perchè si sono smobilitati in 30.000? Chi sono gli altri 13.000?
    Conoscete Salvatore Mancuso e i suoi legami con la ‘ndrangheta calabrese? Insomma, non bisogna essere dal lato delle Farc, ma neppure pensare che la sicurezza democratica risolve tutto.
    La sicurezza democratica di Bush ha distrutto l’Iraq.
    Per quanto riguarda infine la frase Reyes tenebroso terrorista e codardo. Sai m Vallejo da chi è stata pronunciata: Da Alvaro Uribe nel vertice del Gruppo di Rio a Santo Domingo. Le hanno trasmesse in diretta mondiale. Ciao a tutti.

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    m vallejo ha detto:

    Forse non mi sono spiegato bene.
    Reyes: La frase tenebroso terrorista e codardo” la scrivevi molto probabilmente perché non lo ritieni tale, mentre hai invece scritto un “mediatore che era stato anche in senato e vaticano”.
    Praticamente come hanno dichiarato le farc, i militari hanno ucciso un “sindacalista”.
    Le persone che non riconoscono in Reyes l’assassino che è stato, cosi come loro che onorano la sua morte con un minuto di silenzio, che continuano a pitturarlo come un mediatore o missionario di pace, veramente offendono tutti i colombiani.
    A prescindere se Uribista o meno, una cosa chiara per i colombiani è chi era Reyes e ti assicuro che era ben lontano di essere un rivoluzionario in ricerca di pace e giustizia sociale. Era uno spaventoso assassino, un mito negativo per la stra maggioranza di noi, qualcuno che provi a diminuire la sua cattiveria, veramente è una persona lontana dalla Colombia oppure una persona negativa per quanto complice dei modi e cattiverie da lui compiute, e per di più che fa male perché polarizza cosi tutti che ci schiera con Uribe e non ci consentirà di disfarsi di lui nelle prossime elezioni.
    Della Betancourt non ho detto che era una sproveduta, ho detto che sicuramente lei per la sua particolare situazione non rappresenta la colombia come ritieni.

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    m vallejo ha detto:

    Vorrei proporre un nuovo argomento da discutere.
    Alcuni giorni fa, è morto un altro guerrigliero appartenente alla cupola delle Farc (Ivan Rios).
    Questo guerrigliero è stato ucciso da un suo subalterno a quanto pare perche si trovavano in una difficile situazione perche circondati dall’esercito senza possibilità di rifornimenti, niente viveri, niente di niente per parecchi giorni.
    questo subalterno, Rojas, un guerrigliero di sangue freddo, molto cattivo, ha deciso di ucciderlo nel sonno per poi consegnarsi alle autorità chiedendo però una taglia che aveva il promesso il governo a chi fornisse informazioni di Rios, tanto è che essendo una persona di molto sangue freddo ha tagliato una mano e l’ha consegnata con se e portato l’esercito nel luogo dove si trovava il cadavere di Rios.
    La polemica è cosa fare con la paradossale situazione che si è creata:
    - Concederle i soldi della taglia o meno?
    Se il governo concede i soldi, è un buon precedente per incentivare altri a fornire informazioni dei capi guerriglieri.
    una cosa è fornire informazione, ma tutt’una è creare una situazione di tale violenza per poi chiedere una ricompensa.

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    maurizio salvi ha detto:

    Chiudiamo la discussione su Reyes, però permettetemi un ultima preicsazione su Vaticano e Senato italiano, perchè la storia avrà pure un significato: credo che si ricorderà bene che prima dell’arrivo di Uribe, con Pastrana, vi fu un tentativo di negoziare la pace, per tre anni una zona di 42.000 kmq fu smilitarizzata e Pastrana incontrò Manuel Marulanda Velez. In quella sede fu creata una delegazione mista di esponenti del governo Colombiano che girarono cinque paesi d’Europa. Fra i cinque membri delle Farc c’erano Raul Reyes e Ivan Rios, guarda caso, proprio due del gruppo di dialogo sono stati uccisi. Sarà proprio casuale. E offro una ‘chicca’: due frasi di Reyes nell’incontro a Montecitorio con il presidente della Camera Luciano Violante. La prima quando ha ricordato
    ”l’importanza di alcuni aspetti del modello politico-economico italiano, che possono risultare fondamentali per la
    costruzione di un nuovo stato colombiano basato sulla giustizia sociale e il rispetto dei diritti umani”.
    La seconda quando ha detto che ”per far tacere le armi, ha concluso il negoziatore delle Farc, e’ necessario risolvere i problemi sociali della Colombia, in primo luego la fame, la disoccupazione e le disiguaglianze”. Quanto sarebbe bello se uno si potesse formare opinioni sulle persone non attraverso la propaganda, ma con l’esame obiettivo del pensiero altrui.
    Per quanto riguarda Ivan Rios, il ministro della Difesa Juan Manuel Santos ha già deciso che la ricompensa si pagherà. Non credo che valga la pena fare un dibattito quando chi deve decidere lo fa secondo criteri machiavellici del fine che giustifica i mezzi.

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    Eliolibre ha detto:

    Un governo che paga ricompense a delatori che si tagliano la mano.….. mi sembra veramente qualcosa di orribile.
    Povera Colombia se non riuscirà a liberarsi definitavamente di governanti come Uribe con i suoi paramilitari. Persino il Paraguay tra un mese deciderà di cambiare strada ed Uribe rimarrà l’unico presidente sudamericano a difendere brutalmente gli interessi degli Usa anzichè quelli del suo popolo.

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    Annalisa ha detto:

    Grazie Maurizio per le precisazioni interessanti.
    @Vallejo
    La polemica è cosa fare con la paradossale situazione che si è creata:
    - Concederle i soldi della taglia o meno?
    Se il governo concede i soldi, è un buon precedente per incentivare altri a fornire informazioni dei capi guerriglieri.
    una cosa è fornire informazione, ma tutt’una è creare una situazione di tale violenza per poi chiedere una ricompensa.
    Di che ti stupisci, quando un governo applica metodi da Far West questo è il risultato.

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    G. ha detto:

    La polemica e nata perche Mantoani ha scritt che Raul Reyes era un compagno come noi. Ora, massimo rispetto alla morte, che pone giuste considerazoni a tutti sul senso della vita che si e vissuta. Maio non credo che mantovani, che conosco, possa
    realmente pensare che sia in qualche modo giustificato, o un atteggiamento da compagno, tenere in prigionia per anni persone che hanno una famiglia che li aspetta, che hanno figli che non vedono
    crescere(chi ha figli, tra voi?), e mariti o mogli che
    non vede morire. C’e qualcuno che sappia spiegarmi se c’e davvero un nesso tra la lotta — sacrosanta — per la giustizia sociale e il sequestro di questa gente? C’e qualcuno che sappia spiegarmi in che maniera sono mai serviti a risolvere la suddetta giustizia sociale? Grazie.

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    nardi ha detto:

    già che ci siamo, sulla falsariga del commento 15: è senz’altro vero che c’è un atteggiamento civili vs. selvaggi, che si parla di colombia perché la betancourt è 50% (o la percentuale che volete) francese, ed è anche una tipa charmante, ma a me sembra che anche dall’altra parte (la “nostra”, per così dire) ci sia un atteggiamento simile quando si giustificano “per i popoli sudamericani” situazioni che non accetteremmo mai a casa nostra, nel caso delle farc o della situazione cubana tanto per fare un paio di esempi. sbaglio?

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    Annalisa ha detto:

    @G. No, la polemica è nata perchè Mantovani si è permesso di parlare di Colombia senza accennare nemmeno una volta alla Betancourt, è questo che ha fatto imbestialire Stella. Io non cononosco Mantovani credo che né lui, né nessun altro qui stiano giustificando in alcun modo la prigionia della Betancourt. Purtroppo invece penso che il nesso tra la lotta di questa gente e il sequestro della Betancourt ci sia , sembrerebbe una contraddizione e forse lo è ma il nesso lo dimostra il fatto stesso che stiamo qui a parlarne. Si parlerebbe di Colombia senza il sequestro di Ingrid? Immaginiamo la Colombia senza sequestrati, senza la Betancourt nella selva, importerebbe a qualcuno di quello che succede laggiù? Per carità non voglio creare altre discussioni sterili né voglio essere denunciata per apologia di terrorismo come qualcuno con molto senso del ridicolo ha minacciato di fare oggi, ma purtroppo secondo me la realtà è questa, si può essere disgustati dal sequestro della Betancourt (e io lo sono!) ho figli e capisco la sofferenza inflitta a quella famiglia come a tante altre e la trovo inaccettabile e per questo credo che occorra un impegno deciso della comunità internazionale per porre fine a quest’agonia, credo anche che la politica di Uribe la protrarrà invece ancora per molto. Probabilmente se persevera distruggerà le Farc Ma se i problemi strutturali e sociali della Colombia non vengono risolti, se il paramilitarismo non viene smantellato (davvero) quanto ci metterà un’altro gruppo armato a rintanarsi un’altra volta nella selva?
    L’impegno secondo me dovrebbe essere quello di fare pressioni affinchè le FARC vengano riconosciute gruppo belligerante, come credo sia Mantovani che altri stanno facendo da anni, con le dovute garanzie e nel giusto contesto ma solo da lì si può partire per una soluzione definitiva del problema.

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    G. ha detto:

    Per Nardi: d’accordo. Non accetteremmo mai a casa nostra quello che accettiamo in casa d’altri. Per Annalisa: non credo che le farc sequestino per sensibilizzare il mondo sul problema giustizia sociale (o mancanaza della suddetta), in Colombia. Credo lo facciano per finanziarsi e punto. La visibilita del problema dovuto alla consueta grancassa grancassa dei media internazionali causa Betancourt e solo accessoria.

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    MC ha detto:

    G. ha, ovviamente, tutte le ragioni del mondo. L’idea che le Farc sequestrino al solo scopo di segnalare al mondo le ingiustizie che affliggono la Colombia è quantomeno bizzarra. Vero, invece è che i sequestri sono una parte – ed una parte importante — dell’ingiustizia che affligge la Colombia. E decisamente ozioso è cercare di nascondere questa semplice verità dietro analisi statistico-comparative che sottolineano le mostruosità compiute dai paras (vere oltre ogni più macabra fantasia, ma in questo contesto fuorvianti). Ho finalmente potuto leggere l’articolo di Mantovani è l’ho trovato pateticamente fuori dal tempo e dalla realtà. Il Reyes di cui parla Mantovani è quello dei tempi delle trattative di pace del Caguán. Il Reyes morto ammazzato in Ecuador è il capo di un’organizzazione che quelle speranze di pace ha tradito nella maniera più infame (fu proprio durante la trattative di pace che l’industria dei sequestri promossa dalle Farc raggiunse il suo auge) e che oggi è, proprio per questo, odiata dalla stragrande maggioranza dei colombiani. Se non si capisce questo, non si capisce nulla. Ed a me pare che, francamente, Mantovani non abbia capito nulla.

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    maurizio salvi ha detto:

    carissimi, è tardi e dopo cena è difficile elaborare teorie intelligenti. Una cosa generale che non credo sia chiaramente venuta fuori è che la Colombia è l’unico paese in Sudamerica su cui gli Usa possono contare. Su questo non credo che nessuno possa eccepire. Siccome si tratta degli Usa di Bush, e di George W. Bush, bisogna pensare ad una dottrina molto elementare, ma pesante. La dottrina della sicurezza nazionale elaborata da Alvaro uribe va bene, benissimo. A patto che possa trasformarsi in un esempio di generalizzazione delle tecniche di approccio al terrorismo in America latina. Washington è ossessionata dal terrorismo. In America latina non riesce da anni a far passare il principio del pericolo dei terroristi. Ci ha provato con il grande mercato all’aperto della triplice frontiera, dove gli arabi fanno affari (e magari mandano pure soldi ad Hamas) ma che terroristi non sono perchè non gli conviene.
    Allora domandiamoci: siamo veramente sicuri che il governo colombiano voglia far sparire totalmente le Farc? E i miliardi di dollari del Piano Colombia e del Piano Patriottico, che fine farebbero? Il ministro della Difesa Juan Manuel Santos perderebbe il lavoro…impossibile! A meno che Chavez non finisse nella lista dei terroristi, come Ahmadinejad, allora le Farc potrebbero passare in secondo piano. Ma è presto. Farc ne avremo per un po’. La prova è che Uribe ha già detto che è pronto a sedersi al tavolo delle trattative con loro e il suo compagno Luis Carlos Restrepo ha rivelato ieri che alla fine Reyes così perfido non era perchè aveva nel famoso computer un piano in cinque punti per liberare tutti gli ostaggi…
    La questione è che le sofferenze dei 3–4 milioni di profughi interni non sono misurate, come non lo sono quelle delle famiglie dei 15.000 desaparecidos per mano dei paramilitari.…tremendo. me ne vado a letto. Buon fine settimana.

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    Eliolibre ha detto:

    “ma a me sembra che anche dall’altra parte (la “nostra”, per così dire) ci sia un atteggiamento simile quando si giustificano “per i popoli sudamericani” situazioni che non accetteremmo mai a casa nostra, nel caso delle farc o della situazione cubana tanto per fare un paio di esempi. sbaglio?“
    Caro “compagno” Nardi ma che c’entra Cuba con queste storie? A me sembra che tu sia una delle tante vittime, anche “dalla nostra parte”, di chi continua a denigrare Cuba per miseri e sporchi interessi. Il Direttore di Liberazione ha fatto scuola a quanto vedo. Credo proprio che tu di Cuba ne capisca ancora meno di lui altrimenti non porteresti ad esempio un paese a cui tutte le persone intellettualmente oneste riconoscono una straordinaria lotta per conquistare la libertà prima, e per difenderla poi. Poi ovviamente c’è chi sostiene che Cuba sia una specie di campo di concentramento, ma questi non sono proprio personaggi intellettualmente onesti ed hanno una visione della democrazia e della libertà molto simile a quella di Bush e di Uribe, che mi sembra che con democrazia e libertà non abbiano veramente niente a che fare. Che poi anche molta sinistra italiana ed europea la pensi come loro è un’altra storia.…

  22. avatar
    G. ha detto:

    Eliolibre non prenderla coma una cosa personale ogni volta che si parla di Cuba, se no qui cominciamo tutti a censurarci (scusa Annalisa). Nessuna persona sensata sostiene che Cuba sia un campo di concentramento, ma le critiche sono legittime anche da parte di persone intellettualmente onesti. Oppure la gente onesta non critica mai per prinicpio (Cuba, il resto si può crriticare ; - ).
    Per Salvi: Maurizio Salvi dell’Ansa, per caso? Scusa la curiosità.

  23. avatar
    nardi ha detto:

    Eliolibre… te la meriti, Miami.

  24. avatar
    Valentino ha detto:

    @ G
    Criticare Cuba o altre Nazioni o popoli é una cosa.
    RACCONTARE BALLE é tutta un’altra cosa.

  25. avatar
    onitnelav ha detto:

    Difendere Cuba o altre Nazioni o popoli e’ una cosa. RACCONTARE BALLE e’ tutta un’altra cosa

  26. avatar
    G. ha detto:

    Il problema è che per molte persone chiunque critichi Cuba racconta palle. Vale a dire che lo schema del ragionamento va girato ; - ). Comunque non sono Palumbo e il mio interesse per Cuba non è così ossessivo né sono altrettanto critica (pur considerando legittima la sua critica così come il vostro consenso). Guidense.

  27. avatar
    Valentino ha detto:

    …cio che conta sono i fatti! Rigirando discorsi o nomi la realtà non cambia.
    Nessuno ha criticato la legittimità alla critica.

  28. avatar
    Eliolibre ha detto:

    “Eliolibre… te la meriti, Miami”.
    Credo che questo basti a confermare la tua povertà d’animo caro Nardi.
    Per il Signor G. Un conto è la critica, un’altra la diffamazione. Non saperne riconoscere la differenza è molto grave. E se io me la prendo ogni volta che si diffama Cuba, ho le mie sacrosante ragioni. Che diresti tu se si facesse lo stesso con il paese che tu ami non perchè ci sei nato, dove si nasce è solo un fatto casuale, ma che tu hai scelto prorio per i suoi valori etici e morali e per l’amore che provi per un popolo che viene discriminato in tutti i modi per il semplice fatto di aver rifiutato il sistema capitalista e di continuare a difendere la sua rivoluzione malgrado l’ostilità e la criminale aggressione economica e propagandistica a cui viene sottoposto? Io conosco bene le sofferenze e le aggressioni, comprese quelle terroristiche organizzate dalla più potente nazione del mondo che ha causato oltre tremila morti innocenti, che quel popolo straordinario è costretto a subire nella più totale indifferenza. Quando la denigrazione viene da ambienti reazionari che difendono i grandi interessi dei soliti cialtroni, riesco a darmene una ragione ma ciò non mi riesce quando lo fanno persone, organizzazioni o partiti che si arrogano il diritto di chiamarsi progressisti e di sinistra. Usare consapevolmente la falsità per bassi interessi politici è veramente indegno e questa è la causa che ha fatto sì che milioni di lavoratori non votano più per la sinistra, si astengono o addirittura votano per la destra.

  29. avatar
    G ha detto:

    Sono disposta a sottoscrivere tutto quello che hai detto se la smetti di chiamarmi signor G. Sono una donna!!!!!! E venti.

  30. avatar
    Eliolibre ha detto:

    Se io mi firmassi E tu come faresti a sapere se sono uomo o donna?. E poi che differenza fa? E se avessi un po’ di spirito sapresti che il Signor G era il titolo di un interessante lavoro di Giorgio Gaber, abbastanza in tema alla discussione in corso. Mi sembra veramente una polemica scaduta nella più volgare stupidità. Se non si ha niente da dire si può anche fare silenzio.…

  31. avatar
    G ha detto:

    Dio mio, era solo una frase scherzosa, una cretinata senza pretese (ma perché volgare? Questo non lo capisco) mai pensavo che avrebbe suscitato una reazione di questo tipo! Comunque stai tranquillo, sparisco immediatamente, qui tutto finisce sempre a offese e non ci sto, mi spiace.

  32. avatar
    Annalisa ha detto:

    Anche io la avevo presa come una frase scherzosa, anche perchè è vero che G. ha detto più volte di essere una donna, Elio guarda che quando noi donnine ci sentiamo non ascoltate, non capite, e soprattutto quando parliamo e gli altri sono distratti generalmente diventiamo terribbbiliiiii.., altro che frasi scherzose.…
    G. a me personalmente spiace se te ne vai.

  33. avatar
    G. ha detto:

    Buona risposta e divertente, annalisa, grazie per sdrammatizzare ; - )

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    maurizio salvi ha detto:

    Per G, sono stato assente dalla cittá alcuni giorni. Interessante il tuo quesito su di me. Peró non voglio rispondere né sí né no sul blog.
    Peró guardando su google ci sono almeno 5 Maurizio Salvi ”di rilievo”.
    A proposito, avete visto che Ivan Rios é stato sostituito da Mauricio Jaramillo, il medico di Manuel Marulanda Velez?

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    Anonimo ha detto:

    le armi non vanno mai usate, ma mandare affanculo gianantonio stalla si; sto merdone è andato al maureiziocrostazzo show a dire che pistorius dovrebbe andare alle olimpiadi e nn parlando d’altro… normale in un covo delle p2

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    maurizio salvi ha detto:

    Siamo vicini a Pasqua e credo che bisogna essere tutti un po’ più buoni. A prescindere di chi fra noi è pro o contro le Farc, vedo la notizia che sembra ormai certo che nel bombardamento del campo dove è morto Raul Reyes non sarebbe morto, come si credeva, Julian Conrado, il massimo compositore delle Farc, autore di 4 Cd di musica politico-folclorica. Ho trovato un video con una sua canzone che vi propongo (credo si debba fare copia e incolla per poterlo aprire:
    http://www.aporrea.org/tecno/a52211.html

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    Anonimo ha detto:

    buona notizia che non sia morto conrado, che si sia pro o contro le farc, tra le altre cose godeva di molta popolarità tra i suoi compagni.…con salvi mi scuso per la domanda indiscreta.…qui dove sono sento parlare di maurizio salvi dell’ansa praticamente ogni giorno.….

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    maurizio salvi ha detto:

    ringrazio per l’attribuzione giornalistica, ma mi pare che sarebbe alquanto improprio firmare gli e-mail con la propria vera identità, visto che nessuno sul blog lo fa. Effettivamente un maurizio salvi nell’Ansa esiste. Io posso dire solo che sono molto amante della musica. nulla di più. Ma credo che non ha molta importanza la parrocchia a cui uno appartiene. Sono molto legato all’America latina e al bene della Colombia, questo è vero, ed è l’unica cosa che conta.
    Mi ha preoccupato molto l’intervista che ha concesso Piedad Cordoba alla rivista Cambio, in cui praticamente dice che la telefonata fatale a Reyes è partita da una telefonata di Noè Sans, inviato di Sarkozy, dopo che l’Alto commissario per la pace colombiano Luis Carlos Restrepo gli aveva detto a Panama che Bogotà benediceva il contatto. Restrepo gli ha risposto che non è proprio così. Tutto molto inquietante. Buona Pasqua.

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    Annalisa ha detto:

    Auguri a tutti voi.

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    P. ha detto:

    Salve a tutti, è la prima volta che leggo questo blog e ho trovato interessante leggere i vostri commenti. Spero che voi mi concediate una piccola critica a molti di coloro che hanno espresso il loro parere, perchè dai loro commenti si evince che hanno una visione di questo magnifico paese totalmente distorta a anacronistica.
    Ormai io vivo più li che qui e vi posso assicurare che se provate a chiedere a un colombiano cosa ne pensa di tutta questa faccenda verrà fuori tutto il suo odio per la guerrilla e per il narcotraffico paramilare (e della guerriglia stessa). Credo che altre realtà mondiali abbiano già evidenziato come gli ideali politici possano essere solamente un abbellimento, un tentativo di legittimare e decorare un interesse apparentemente secondario ma in realtà primario: in questo caso, come in altri, il traffico di droga.
    Le regioni dell’area smilitarizzata, nata come territorio di negoziazione tra il governo e la guerrilla sono state un fallimento. La guerrilla ne ha approfittato per estendere il suo potere in quelle zone e ora quei villaggi sono totalmente abbandonati a se stessi, privi di ogni tipo di supporto e vittime di continue atrocità (perchè non possiamo nasconderci il fatto che i guerriglieri commettano quotidianamente atrocità che violano i diritti umani: uccisioni, torture, massacri, furti ecc.).
    Lo stesso accade nelle zone controllate dai paramilitari di estrema destra. Non c’è nessuna differenza. Il governo combatte entrambi, ma lo fa sul serio. La gente disprezza entrambi, allo stesso modo. Premesso che non sono un sostenitore di Uribe, non posso non ammettere che è troppo facile bollarlo come un filoamericano, la verità è che è stato, e continua ad essere, una persona che contrasta con vigore le piaghe del paese, e alla gente piace.

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    P. ha detto:

    P.S. Riguardo la Betancourt, volevo dire che se qualcuno di voi non è in grado di comprendere il dramma umano di questa persona, e di tutti coloro che hanno subito una prigionia nella giungla, tra denutrimento, condizioni di vita disumane, zanzare che ti trasmettono la malaria, epatite e altre mille malattie e pericoli, dormendo legati alle catene e vittime di ogni altro tipo di soprusi…beh, non so che pensare. Le famiglie si, è vero che i parenti staranno soffrendo parecchio, ma quanti di voi si chiedono quanto abbia sofferto e continua a soffrire lei. Immaginate voi stessi al posto suo, ridotti a larve umane. Questo va al di la della politica, di tutto.

  42. avatar
    Annalisa ha detto:

    @P. A chi ti riferisci quando dici che qualcuno “di voi” non è in grado di comprendere il dramma della Betancourt?

  43. avatar
    P. ha detto:

    ho scritto SE qualcuno di voi. non mi riferisco a nessuno in particolare, ma molta gente con cui parlo tende a ignorare questo aspetto, che secondo me è il più importante.

  44. avatar
    Anonimo ha detto:

    @P
    Lo stesso accade nelle zone controllate dai paramilitari di estrema destra. Non c’è nessuna differenza. Il governo combatte entrambi, ma lo fa sul serio. La gente disprezza entrambi, allo stesso modo. Premesso che non sono un sostenitore di Uribe, non posso non ammettere che è troppo facile bollarlo come un filoamericano, la verità è che è stato, e continua ad essere, una persona che contrasta con vigore le piaghe del paese, e alla gente piace.

    CARO P,
    QUESTA E’ INCOERENZA

  45. avatar
    S.J ha detto:

    E SI.…
    HANNO ESORCIZZATO IL DIAVOLO.

  46. avatar
    P. ha detto:

    incoerenza di chi? mia? io mi limito a riportare quello che si evince stando a contatto col popolo colombiano. non credo mica che uribe sia la soluzione ai mali della colombia. e se lo faccio, è perchè qui ho letto cose assurde…tipo che se vai in colombia devi sopravvivere agli squadroni paramilitari…queste sono assurdità totalmente lontane dalla realtà del paese, è la visione di chi si è fatto un’idea di una nazione basata su articoli di cronaca malinterpretati. l’unico dato di fatto, ed è ciò che ho cercato di esprimere col mio messaggio è che i colombiani si vergognano della guerrilla, e si vergognano dei paramilitari, e ne hanno tutte le ragioni di questo mondo, a mio modesto parere.

  47. avatar
    Annalisa ha detto:

    @P. per me l’aspetto più importante non è la Betancourt, nonostante la sua sorte OVVIAMENTE mi stia molto a cuore, l’aspetto importante sono i 4mila sfollati, i 4 attivisti uccisi perchè hanno organizzato la marcia, i 4 indigeni che sono stati ammazzati lista alla mano, la piccola Natalia e il fratellino di Apartadò, più di 1000 civili uccisi tra il 2003 e il 2007 e fatti passare come guerriglieri, scusami eh ma questo è per me l’aspetto più importante e non è necessario credimi, vivere in Colombia per denunciarlo.
    Se vuoi che si parli della Betancourt, con tutto il rispetto per la sua vicenda umana, tragica, orribile, con tutto il rispetto per il dolore della sua famiglia, credo che tu abbia scelto il posto sbagliato.

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    P. ha detto:

    Annalisa non ho mai detto che la Betancourt è l’aspetto più importante dei problemi della Colombia. Ho scritto che il suo dramma umano è l’aspetto più importante della SUA faccenda. Scusami se sono stato poco chiaro.

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    Annalisa ha detto:

    Si, forse detto così è diverso, grazie per la chiarezza. E’ che tante volte diamine, sembra che la Colombia esiste perchè esiste il dramma umano della Betancourt, poi ci chiediamo perchè non la liberano, sai è un po’ come il gatto che si morde la coda alla fine.E intanto passa il tempo e speriamo che per lei ce ne sia ancora.Ciao.

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    francesco quintarelli ha detto:

    “Rettore” dal 1975 al 1979 dell’Istituto Italiano “Leonardo da Vinci” di Bogotà e poi rimasto a Bogotà per alcuni anni come immigrato, e in quotidiano contatto, potrei dire, credo, qualcosa di più della tanta bolsa retorica di chi crede apprendere tutto da qualche informatore in una visita di qualche settimana o qualche giorno. Nessuno ho visto ricordare il “bogotazo” del 1948, se la memoria non mi tradise, da cui prese avvio la guerriglia comunista. Se qualcuno pone qualche domanda, risponderò come potrò, per ristabilire qualche verità. F. Quintarelli

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