Agricoltura e sicurezza alimentare nel Caribe

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di Annalisa Melandri– 18 ottobre 2013

in esclusiva per L’Indro

Santo Domingo - Si è tenuta quest’anno, dal 4 al 12 ottobre scorso, presso il Centro Internazionale delle Conferenze,   a Georgetown, capitale della Guyana,  la 12ª Settimana dell’Agricoltura(CWA), organizzata dalla Comunità Caraibica (CARICOM) e dall’Istituto Interamericano per la  Cooperazione e l’Agricoltura (IICA).

I Ministri dell’Agricoltura dei Paesi membri del CARICOM  hanno in questa sede avuto l’occasione di incontrarsi con gli operatori del settore e partecipare insieme a  una fitta agenda densa di incontri, dibattiti e  presentazioni delle novità offerte dal mercato.

La Settimana dell’Agricoltura che si tiene ogni anno fin dal 1998,  sotto l’egida dell’Alleanza per lo Sviluppo Sostenibile  dell’Agricoltura e dell’Ambiente Rurale,  rappresenta uno dei momenti più importanti  nella regione del Caribe  per quanto riguarda le tematiche e problematiche legate all’agricoltura e quindi all’alimentazione.

Il tema  quest’anno (‘Vincolando il Caribe alla Sicurezza Alimentare e Nutrizionale e allo Sviluppo Rurale’) è stato  proprio quello della sicurezza alimentare.   Douglas Slater, Vice Segretario Generale del CARICOM, in sede di apertura dei lavori ha infatti  dichiarato che l’obiettivo «nel tentativo di affrontare la questione della sicurezza alimentare e nutrizionale»,  è quello di creare «quel legame tra l’agricoltura e la crescita economica complessiva della regione».
È noto che negli ultimi anni, sebbene il settore agricolo sia passato dall’essere principalmente «incentrato sulla produzione primaria» a «una significativa presenza in tutta la catena del valore (value-chain)”, sono molti ancora i «problemi attuali per gli  elevati livelli di indebitamento e i bassi livelli di crescita».

La sfida, ha annunciato Slater, consiste, quindi, nel puntare sull’ «innovazione» e sulla  «competitività» per attirare gli investimenti del settore pubblico e privato. La sinergia tra i vari organismi sia europei che regionali e l’applicazione delle Politiche Agricole Comuni (PAC),  non può che rappresentare, secondo la visione del Vice Segretario Generale del CARICOM,  una marcia in più per il settore.

Il punto cruciale delle problematiche da affrontare a breve termine e congiuntamente dai vari Paesi membri del CARICOM è rappresentato dall’implementazione di politiche volte a ridurre l’alto costo dei prezzi dei trasporti regionali via mare e via aerea: «I costi dei trasporti fra Antigua e Barbuda e Guadalupa e Martinica ad esempio sono due volte più alti dei costi di trasporto tra Francia e Guadalupa» ha infatti dichiarato Slater.

Sul tavolo delle discussioni ci sono stati anche il  cambiamento climatico e l’inclusione dei piccoli coltivatori nei mercati del settore.

La Settimana dell’Agricoltura è il principale evento regionale del settore.  La Guyana, Paese conosciuto anche come il ‘granaio dei Caraibi’, è per questo particolarmente sensibile e attento al tema  agricolo ma soprattutto alle problematiche legate al cambiamento  climatico e alle conseguenze disastrose che i fenomeni ad esso collegati  hanno proprio sulla produzione agricola e sulla crescita economica.

Nei Carabi si trovano, infatti, secondo uno studio recente  del Banco  Mondiale,  tra il 10 e il 15 per cento dei Paesi  più vulnerabili ai grandi fenomeni atmosferici legati al cambiamento climatico, come inondazioni, tormente tropicali, piogge torrenziali, uragani e aumento del livello dei mari.

L’incontro di Georgetown si conclude proprio pochi giorni prima della celebarazione della  Giornata Mondiale dell’Alimentazione, tenutasi presso la  sede della FAO a Roma, il 16 ottobre.

Sono,  secondo  fonti FAO, circa 842 milioni, le persone nel mondo ‘cronicamente sottoalimentate’.

La fame e la sicurezza alimentare sono temi particolarmente importanti nel  Caribe e in America centrale. Le fragili economie di questi Paesi  hanno rappresentato per decenni, e continuano ad esserlo ancora oggi, il laboratorio neoliberale per eccellenza,  soprattutto nel settore agricolo, manovrato e controllato  da potenti gruppi economici locali o multinazionali straniere.

I risultati sono sotto gli occhi di tutti, esperti compresi: le monoculture e il latifondo, spesso intimamente  collegati in questa regione ( e che rappresentano insieme un vero e proprio attacco alla sovranità alimentare), la degradazione delle terre (Aracely Castro, del Centro Internazionale dell’Agricoltura Tropicale della Colombia ha recentemente ricordato in un incontro di specialisti in temi agricoli tenutosi a Cuba che la regione latinoamericana ha il 75 per cento di territorio degradato), la concentrazione delle terre nelle mani di multinazionali straniere, l’uso smodato di pesticidi dannosi e di semi OGM.

In questo senso solo l’abbandono di questo modello e l’inclusione dei piccoli agricoltori nei mercati regionali  può rappresentare una via percorribile e sostenibile verso la sicurezza alimentare e infatti presso la sede della FAO il 16 ottobre,  il Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) Kanayo Nwanze ha dichiarato che: «Sappiamo che i piccoli agricoltori possono contribuire a sistemi alimentari sostenibili se hanno infrastrutture, politiche e istituzioni di sostegno ben funzionanti».

In America centrale e nella regione dei Caraibi la vera sfida, l’unica possibile  consiste pertanto nell’adozione di   politiche ambientali ed economiche rivolte soprattutto alle zone rurali e ai piccoli produttori, piccoli accordi regionali piuttosto che trattati di libero commercio intercontinentali e soprattutto attenzione politica scevra da particolarismi.

 

 

 

 

 

 

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