Banca del Sud: integrazione regionale in Sudamerica

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 14 giugno 2013

Si è tenuta mercoledì scorso, presso la sede della Banca Centrale del Venezuela, a Caracas,  la prima riunione del Consiglio dei Ministri delle Finanze della Banca del Sud, nel corso della quale è stato  formalmente installato il consiglio di amministrazione  e sono stati messi a punto i meccanismi per la concessione dei primi crediti. Il presidente della Banca del Sud verrà invece designato di comune accordo dai capi di Stato dei paesi affiliati. 

Alla riunione erano presenti oltre al  ministro degli Esteri del Venezuela Elías Jaua, che enfaticamente ha dichiarato durante l’inaugurazione dell’evento che la Banca  rappresenta «il sogno dei giganti», anche  Hernán Lorenzino, ministro dell’Economia e Finanza Pubblica dell’Argentina, Luis Arce, ministro dell’Economia della Bolivia, Carlos Marcio Cozendery, segretario degli Affari Internazionali del Ministero delle Finanze del Brasile, il ministro degli Esteri dell’Ecuador Ricardo Patiño, il ministro delle Finanze dell’Ecuador Fausto Herrera e il ministro ecuadoriano delle Politiche Economiche Patricio Rivera.

L’istituzione, fortemente voluta dall’ex presidente argentino Néstor Kirchner e dall’ex presidente venezuelano Hugo Chávez, entrambi scomparsi, ma nata su proposta nel 2002 dell’ex presidente brasiliano Inácio Lula da Silva, può considerarsi come uno dei pilastri su cui si basa l’integrazione latinoamericana. Ne fanno parte dal 2007, anno in cui apposero la firma per la sua costituzione  presso la Casa Rosada, sede del governo argentino,  il Brasile, la Bolivia, l’Ecuador, il Paraguay,  l’Uruguay, il Venezuela e l’Argentina. Degli altri paesi latinoamericani il Perù e il Cile sono paesi osservatori, mentre la Colombia ha deciso di non farne parte.

Si tratta sostanzialmente di una banca di sviluppo, come era nelle intenzioni dei suoi promotori, volta a concedere prestiti ai paesi che ne fanno parte sulla base di progetti destinati a promuovere settori chiave delle rispettive economie  e volti allo sradicamento della povertà e alle emergenze dovute ai disastri naturali.

Ma non solo questo, insieme al Sucre (il Sistema Unitario di Compensazione Regionale dei Pagamenti, creato nel 2008 su iniziativa dei paesi membri dell’Alba), costituisce come dicevamo, la colonna portante del progetto di integrazione regionale, che da  politico, con successo sta passando adesso ad essere  - anche — economico e finanziario.

Le risorse della regione verranno destinate allo sviluppo «endogeno» della stessa e questo permetterà,  come ha sottolineato Il ministro venezuelano Elías Jaua,  al termine della riunione del consiglio dei ministri, «di avanzare nella sovranità alimentare, energetica, delle infrastrutture, che permetterà lo sviluppo della scienza, della tecnologia e con il talento umano permetterà ottenere la  definitiva  liberazione e indipendenza dei nostri paesi».

La Banca del Sud vuole essere, e presto lo sarà, una risposta economica e finanziaria regionale allo strapotere degli organismi  internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, accusati dai governi progressisti della regione di essere promotori di politiche neoliberali e di rappresentare un’arma  economica contro le loro economie posta nelle mani di Washington.

Il Premio Nobel per l’Economia, ex vice direttore della Banca Mondiale,  Joseph Stiglitz,  nel corso di una conferenza tenuta nel 2007 in Argentina (paese che 6 anni prima usciva da una profonda crisi economica in cui è noto ormai  il ruolo nefasto svolto  dal  FMI), definì la Banca del Sud  «una invenzione creativa molto utile per promuovere lo sviluppo in America latina». 

Nelson Merentes, ministro delle Finanze del Venezuela,  ha spiegato mercoledì,  che per quanto riguarda la capitalizzazione, cioè l’apporto di capitali da parte dei singoli paesi, si tratta di un processo che viene realizzato «per fasi», in cui in un primo momento  ogni «paese apporterà una percentuale».

La Banca conta con un capitale iniziale di 20  miliardi di dollari che verrà apportato dai paesi membri.  La sede sarà a Caracas in omaggio all’ex presidente Hugo Chávez e conterà con due sedi regionali in Argentina a Buenos Aires e in Bolivia a La Paz.

 

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