“Romanzo di una strage”: la polemica

4 commenti

Fonte: Reset Italia — di Doriana Goracci

Non ho visto ancora il  “film” Romanzo di una strage” di Marco Tullio Giordana ma è già on line di tutto…Un tutto come  l’ odioso intrecciarsi di io c’ero io non c’ ero, destra e sinistra, su una delle più spaventose stragi che l’ Italia abbia vissuto: all’ epoca avevo 19 anni. E’  su Facebook con migliaia di Mi piace, e  sul Corriere della Sera come sito ufficiale e su   Twitter. Cosa dovrebbe arrivare a chi è giovane , come spera il regista? E non è legittimo esporre il proprio punto di vista, come detta la propria esperienza e professione? Nel proposito un’  intervista a Giordana, il regista,  credo molto significativa e gira anch’essa come una trottola. C’è anche appena uscito come il film un ebook gratuito, in formato pdf, scritto per rispondere al film di Marco Tullio Giordana Romanzo di una strage di Adriano Sofri. “Il libro si intitola 43 anni – Piazza Fontana, un libro, un film e contesta la lettura che della strage della Banca Nazionale dell’Agricoltura fa il film in questi giorni nelle sale e che a sua volta trae ispirazione dal saggio Il segreto di Piazza Fontana di Paolo Cucchiarelli (Ponte alle Grazie). L’ex leader di Lotta Continua condannato per l’omicidio Calabresi non accetta la tesi proposta da saggio e film e argomenta le sue perplessità in questo pdf di 132 pagine, scaricabile da questo sito creato appositamente dall’autore.”

Per chi non capisse di cosa stiamo parlando e tento di scrivere, cito due righe: “Tra il 1968 e il 1974 furono compiuti 140 attentati, tra i quali quello di Piazza Fontana che, insieme alla strage di Bologna avvenuta nel 1980, fu uno dei più sanguinosi. In particolare la Strage di piazza Fontana rappresentò l’inizio di quella che, secondo una diffusa teoria interpretativa, fu la strategia della tensione…”

Dopo 43 anni  anni non è stata emessa alcuna condanna definitiva sull’attentato di Piazza Fontana a Milano, definito come  l’inizio del terrorismo politico in Italia:  ” I processi che si sono succeduti dal 1972 al 2005 hanno evidenziato la sinergia a più livelli tra i neofascisti di Ordine Nuovo e i servizi segreti deviati, senza tuttavia giungere ad una verità giudiziaria soddisfacente, con l’assoluzione di tutti gli accusati, alcuni dei quali, come Franco Freda e Giovanni Ventura, non più processabili perché già assolti per il reato di strage con sentenza passata in giudicato…”

L’ amico Sergio Falcone mi ha inviato su Fb un’ altra locandina, riportata nel suo blog Nutopia e tratta dal sito Strage di Stato che si apre per l’ occasione così: “In questo Blog stiamo cercando di riportare alla luce la nostra storia, la nostra verità. Gran parte del nostro lavoro è rivolto a smantellare falsità o manipolazioni di giornalisti e autori di destra o presunti “democratici” che vorrebbero riscrivere la storia in maniera revisionistica per addossarci colpe che non abbiamo e che addirittura sentenze definitive della magistratura hanno ufficialmente escluso. Purtroppo – anche se in buona fede e senza volerlo – alcuni anarchici hanno contribuito con i loro scritti o le loro dichiarazioni a dare respiro politico a questa opera di disinformazione che cerca di accreditarsi come “storiografica”. Poichè siamo nell’epoca dell’internet e tali articoli o dichiarazioni circolano in rete e possono essere ripresi e rilanciati in ogni parte del mondo, è evidente che non possiamo lasciare queste dichiarazioni e affermazioni senza una nostra risposta. Anche se questa viene a distanza di anni…Il bloghttp://stragedistato.wordpress.com/sarà la voce ufficiale della Associazione . Da oggi in poi la NOSTRA STORIA, la STORIA UFFICIALE dei nostri Circoli e delle individualità coinvolte, la racconteremo NOI in prima persona…”

Segue al 31 marzo 2012 il Comunicato: “Abbiamo visto il film Romanzo di una Strage ed abbiamo notato la mancanza di conoscenza dei personaggi e dell’ambiente nel quale si svolsero i fatti. Noi che i fatti li abbiamo vissuti in prima persona, noi per i quali la strage non è stata un romanzo ma un evento che ha stravolto le nostre vite, nella pellicola non  abbiamo trovato né la verità né la storia di quei drammatici avvenimenti.Ribadiamo quello che abbiamo sempre detto e affermiamo che siamo stanchi di vedere rappresentati i fatti in modo distorto e gli anarchici come personaggi folkloristici e ingenui, utilizzando fonti non attendibili e in contrasto con la verità giudiziale e con quanto ricostruito negli anni passati da ricercatori molto seri e molto documentati Vogliamo mettere la parola fine a queste speculazioni Nelle prossime settimane organizzeremo un convegno in cui testimoni diretti degli avvenimenti racconteranno ancora una volta quanto successe in quel drammatico periodo culminato con la strage di stato di piazza fontana, ricostruendo il clima generale e i personaggi di questa storia.”

Mi sono detta che saranno tantissime le opinioni, le versioni, le foto e i commenti, nonchè le critiche autorevoli  ma in pochi riporteranno anche quello che hanno vissuto e vivono ancora oggi gli anarchici, che non sono un’ altra etnia…vivono e hanno vissuto anche in Italia e sulla loro pelle, la repressione violenta, anche alle volte molto ben mistificata. Ricordate Pinelli?

Spero possa almeno interessarvi,  anche chi  erano  e sono gli anarchici …in Italia.

Non si è mai saputo chi è stato anche se noi lo sappiamo chi è stato e il Fatto non ha costituito reato. Mi sembrava giusto dare voce, anche se da un  piccolo ma onesto e indipendente spazio di comunicazione. Già… l’anarchia, i sogni, l’anarchia …i miei sogni d’ anarchia. Canta Rino Gaetano.

Doriana Goracci

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    Pier staccato Paolo ha detto:

    Cara Annalisa,
    commento questo post un poco datato perchè solo di recente ho preso visione di questo film , e mi sono dilungato molto nel commentarlo sul sito di Mario Calabresi, il figlio del commissario ucciso nel 1972 .
    Capisco il desiderio di non vedere banalizzato il mondo dell’anarchia di fine anni 70.Per la verità Pinelli nel film non mi sembra banalizzato, ma tratteggiato con una buona dose di intelligenza storica.
    La verità per la strage del 1969 esiste , è anche stata abbastanza approfondita, ma mancano le sanzioni giuridiche atte a fare in modo che i colpevoli fossero puniti per il reato di strage.
    La matrice della strage è di destra, ordinovista, con cospicue coperture nei servizi segreti deviati, negli ambienti militari, nelle coperture internazionali , nelle connessioni con Cia e movimenti di resistenza pro-colonnelli greci e con diramazioni nell’ambiente degli oppositori a Tito e negli ambienti parlamentari di destra.
    Forse il film non dice la verità in modo preciso, ma direi anche che per fortuna non dice una non– verità.
    Gli anarchici non pare abbiano avuto un ruolo attivo in quella strage, e i primitivi sospetti su di loro nacquero per opera di infiltrazioni operate dall’estrema destra negli ambienti di sinistra.
    La questura di Milano, il cui capo della sezione politica era Antonino Allegra, percorse con decisione la pista anarchica probabilmente anche per distogliere l’attenzione sui veri mandanti della strage.
    E’ mia opinione personale ( peraltro confermata dalla sentenza D’Ambrosio del 75) che Luigi Calabresi non fosse presente nella stanza al momento della caduta del povero Pinelli. Teniamo comunque presente che in quella stanza c’erano parecchie persone, e quindi l’automatismo Calabresi presente= defenestratore di Pinelli non regge di per sè.
    Luigi Calabresi era una brava persona, non avrebbe mai potuto compiere quel gesto perchè anzi era conosciuto come un commissario estremamente propenso al dialogo. La sua formazione morale lo pone del tutto disallineato rispetto alla ferocia che quel gesto avrebbe comportato.
    La campagna di odio di cui fu oggetto ancora oggi stupisce per la ferocia e la crudeltà ed è una delle pagine più vergognose della nostra storia. Ai giovani va spiegata come esempio di un’epoca che non deve tornare.
    Per chi volesse sapere cosa ho detto nel blog di Mario Calabresi puo’ recarsi a leggere i miei post in quella sede.

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    Pier staccato Paolo ha detto:

    Scusa Annalisa se torno sulla questione di Piazza Fontana , di cui sono appassionato perchè sono anni che cerco di capire cosa è successo. Ma voglio precisare meglio il mio pensiero in ordine a due punti per me essenziali.
    1) Pinelli da quella finestra non si è buttato da solo, sia chiaro . Non è stato un malore attivo.…Su questo credo abbia ragione Licia Pinelli. Che ha sempre e solo chiesto di capire la verità. Credo che la verità sia a metà strada. Potrebbero averlo spaventato, spinto verso la finestra, spintonato. Forse il gesto non è stato intenzionale, forse nessuno voleva che cadesse, ma è successo l’incidente. Molti presenti non dovevano essere in quella stanza, fu subito notata la presenza di carabinieri in locali della questura, cosa che non doveva accadere. Sono poi emersi dei depistaggi portati avanti dall’Arma, che era in connessione con Gladio. Insomma, anche se penso che Calabresi non c’entri nulla con la morte di Pinelli ( da qui dico che LC ha sbagliato completamente bersaglio) , questo non toglie che Pinelli potesse essere oggettivamente oggetto in questura di trattamenti oltre la legalità . Il suo fermo si stava prolungando da parecchio tempo oltre il limite legale , ma teniamo a mente per obiettività che il questore Guida era un ex fascista, e che come ti ho detto il responsabile della sezione politica era Allegra. Gente che aveva tutto l’interesse a dare la colpa ingiustamente agli anarchici.
    Calabresi nelle prime ore si presto’ a torchiare il povero Pinelli , questo è vero, e fu una sua colpa e lo feci capire anche nel blog di Mario Calabresi. Ma da qui a dire però che fu solo lui a spingerlo nel cortile ce ne passa ancora molto. E l’autopsia su Pinelli smentì che l’ematoma fosse dovuto a un colpo di karatè e che i fori nel braccio fossero tracce del siero della verità. Erano più banalmente i segni del lettino dell’obitorio e delle flebo.
    2) Io ho il massimo rispetto anche per Pinelli, sebbene io non sia un.….anarchico come idee . Considero Pinelli una vittima, come il commissario. Pinelli a quanto si sa non era una persona violenta. Anzi temeva i violenti, avendo escluso Valpreda dal Ponte della Ghisolfa sospettandolo di essere un infiltrato . Sebbene Calabresi fosse uomo di Stato e Pinelli un anarchico militante, si conoscevano, si rispettavano compatibilmente ai loro ruoli e si erano scambiati dei libri. Pinelli conosceva bene il commissario per avergli chiesto più volte l’autorizzazione a svolgere cortei.
    Ha ragione il figlio del commissario quando dice che nella sua famiglia la contrapposizione Pinelli-Calabresi non esisteva. Probabilmente non esisteva nemmeno nella realtà.
    Ricordiamo che al processo che Calabresi pretese( anzi, che lo Stato pretese da lui) per difendersi dalla campagna di odio ( e che lo vide passare dal doversi difendere da accuse ingiuste a mezzo stampa all’essere l’unico imputato per la morte di Pinelli) , il brigadiere Vito Panessa presente in quella stanza si contraddisse più volte. Strano.
    Ricordiamo anche che fu il questore Guida a pronunciare in modo avventato l’abbinamento Pinelli caduto e per giunta caduto dalla stanza di Calabresi a pochissima distanza di tempo dal volo di Pinelli .Storpiandone persino il nome in Calabrese, un agente di collegamento tra Viminale e CIA…Il gioco era fatto: il commissario Calabresi fu subito arruolato ingiustamente come agente assoldato alla CIA.
    Ha ragione quindi chi teme una lettura storica ancora oggi sbilanciata contro gli anarchici. L’estrema sinistra ha purtroppo secondo me solo una colpa ( grave) , ed è quella di aver avallato, anche con molte firme di intellettuali in calce alla famosa petizione , la caccia all’uomo contro il commissario.
    Ma la responsabilità storica della strage non va fatta cadere sugli anarchici, e se è questo quello che paventa la tua collega che ha scritto l’articolo, ha ragioni da vendere.
    Proprio in questi giorni è morto Pino Rauti. Credo che lui sapesse tutto della strage, nomi e cognomi. Se li è portati nella tomba.
    Il dramma di Calabresi è che è stato ucciso proprio mentre stava capendo che la pista giusta era di destra. Se quelli di LC lo avessero risparmiato dalla sua condanna a morte, probabilmente oggi grazie anche a quel commissario ( non dimentichiamo Salvini e Alessandrini che indagarono e si avvicinarono alla verità) proprio gli ambienti di sinistra si sarebbero visti scagionati con ancora più margine ed evidenza. Peccato che non sia andata così.

    Scusa cara Annalisa dello spazio e della noia pedante. Per farmi perdonare ti dico che le tue poesie sono molto molto belle.Ora però basta complimenti—))))) A presto.…

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      Annalisa ha detto:

      Grazie caro Pier Paolo invece del tuo lungo ed esauriente commento. Credo che solo gli stolti oggi, con il materiale in circolazione e la quantità di dibattiti possano credere che la strage di Piazza Fontana sia avvenuta per mano degli anarchici. Per dirtene una, copio testualmente dal libro di storia di terza media di mio figlio: “Il terrorismo nero:l’eta’ delle stragi: Il 2 dicembre 1969, in Piazza Fontana, a Milano, una bomba collocata all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura esplose, uccidendo 16 persone e ferendone gravemente oltre un centinaio. L’attentato era un feroce atto di terrorismo, compiuto proprio allo scopo di suscitare terrore tra la popolazione. Le indagini portarono alla luce una rete di complicità che collegava i servizi segreti italiani con movimenti e gruppi di estrema destra , che si ispiravano all’ideologia fascista. Il terrorismo dei gruppi fascisti e nazisti fu chiamato “nero” perché’ questo era stato il colore della divisa dei militi fascisti” E poi continua con l’Italicus piazza della Loggia, la stazione di Bologna…
      I tentativi maldestri di revisionismo puntano a mio dire su un pubblico di vecchi e sono perdenti in partenza, contro l’evidenza ormai anche scritta nei testi scolastici…
      Bacioni e grazie per i complimenti.

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    Pier staccato Paolo ha detto:

    Annalisa,
    mi chiedo umilmente cosa i testi scolastici dicano ai giovani di oggi sulla figura di Luigi Calabresi, poichè all’epoca dei fatti io ero già un cittadino , sebbene giovanissimo, che poteva farsi una idea da solo, senza la mediazione dei libri scolastici…
    Nel tuo blog ci sta scritto:“C’è chi usa la penna come un fucile al servizio di giustizia e verità e chi invece, come strumento di potere. E menzogna e falsità sono strumenti di potere. (AM)”

    E’ una bellissima frase ma quanto di tutto questo c’è stato in quella vicenda ? Quanto le cose sono state usate da tutte le parti in gioco con fini di potere e di occultamento della verità? E quanto ne sanno i giovani di oggi di quelle manipolazioni basate come dici tu sull’uso della menzogna e della falsità, sia di Stato che non?
    Spero che ne sappiano molto, per il bene e il futuro del nostro Paese.
    Buona giornata.

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