Tragedia di migranti in mare in Repubblica Dominicana: solo persone con “spirito di avventura”.

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Oltre 50  morti e una decina di scomparsi. E’ il tragico bilancio dell’ ennesimo viaggio della speranza che i migranti della Repubblica Dominicana  compiono in imbarcazioni di fortuna tentando di raggiungere le coste di Porto Rico in cerca di una vita migliore. Le due isole sono divise dal Canale della Mona, circa 60 miglia (111 km.) estremamente pericolose per la presenza di forti correnti e la convergenza di quattro venti.

Ogni anno nelle sue acque perdono la vita centinaia di persone, ma in questo periodo dell’anno, quando la stagione dei cicloni non è ancora iniziata,  i viaggi riprendono, soprattutto dalla parte orientale della Repubblica Dominicana,  la più vicina alle coste di Porto Rico.

L’ultima tragedia avvenuta circa due settimane,  fa ha registrato un alto numero di morti, di 70 persone imbarcate in una piccola yola (così vengono chiamate le barche che compiono i viaggi) sono stati recuperati i cadaveri di 57 persone, alcuni dilaniati  dagli squali che popolano queste acque. Tredici sono i dispersi.

Il senatore del Partito della Liberazione Dominicana (PLD, al governo) della città di Santiago, Julio César Valentín, tuttavia crede che tali viaggi avvengono per “spirito di avventura” (sic) del popolo dominicano, evidentemente ignorando la miseria e la disperazione che stanno dietro a tali gesti.

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