Quello che INAIL non dice sulle morti sul lavoro

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Lettera di Marco Bazzoni - Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze*

L’Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro, che quest’anno è stato presentato il 5 Luglio 2011.
E per l’anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:

 

 

 

 

 

 

 

 

http://www.asca.it/news-INAIL__NEL_2010_INFORTUNI_IN_CALO__980_MORTI_SUL_LAVORO-1031823-ORA-.html

E subito, da più parti, si scatenano i commenti positivi.
C’è chi come il Ministro del Lavoro Sacconi, parla di dati “incoraggianti” e “positivi”, chi come il Presidente dell’Inail Marco Fabio Sartori parla di risultato di “straordinaria rilevanza”, chi come l’ex Ministro del Lavoro Cesare Damiano, ribatte che per questo miglioramento è stato «decisivo il Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza» del governo Prodi e che il calo degli infortuni è merito delle «lotte sociali» e della «conquista di nuovi diritti» da parte dei lavoratori. 
Poi c’è chi come il segretario confederale Cgil Vincenzo Scudiere che dice che ” È un fatto positivo che cali il numero degli incidenti mortali, frutto anche degli accordi sindacali siglati sulla prevenzione”.

Gli unici commenti che ho apprezzato molto sono quelli di Maurizio Marcelli, responsabile dell’ufficio Salute, ambiente e sicurezza della FIOM CGIL, che ha detto: “occorre fare una lettura più attenta dei dati per cogliere le reali tendenze in atto. Innanzitutto, va detto che nel 2010 le ore lavorate, a causa del permanere delle crisi economica e produttiva, sono ulteriormente diminuite rispetto al 2009.Ciò ha avuto sicuramente un riflesso sulla riduzione del totale degli infortuni”.

Inoltre “che la tendenza al calo totale degli infortuni mortali si è però arrestata nel primo semestre del 2011 che vede, rispetto al primo semestre 2010, un aumento del 17,8%; si sono infatti verificati 595 infortuni mortali, di cui 309 nei luoghi di lavoro, e gli altri in itinere”.
E quello di Franca Gasparri, della Presidenza Inca Cgil, che ha detto: “i dati del rapporto Inail sono da interpretare con una certa prudenza, poiché, così come ha affermato lo stesso presidente Inail, Marco Fabio Sartori, nell’illustrarli, non tengono conto del sommerso che se venisse statisticato farebbe aumentare di circa 200 mila casi il numero degli eventi infortunistici”. 
Quasi nessuno dice però, che questi dati sono fortemente sottistimati, perchè tengono conto sono degli infortuni denunciati.
Quanti sono i lavoratori che muoiono, che lavorano “in nero” e di cui non sapremo mai niente?!
Sicuramente sono tanti, ecco perchè considero questi dati parziali e non “oro colato”, come vengono considerati da più parti.
Lo stesso discorso vale per il calo degli infortuni sul lavoro (775 mila nel 2010, con un calo dell’1,9% rispetto ai 790 mila del 2009).
Si stima che gli infortuni non denunciati (come ho detto più volte) , confermati anche dalle dichiarazioni dell’Inca e dell’Inail si aggirano intorno ai 200 mila ogni anno,
E l’Inail ha pure il coraggio di parlare di calo: NON HO PAROLE!!!
Ma voglio tornare anche ad una dichiarazione del 2008, perchè io ho memoria e non dimentico: quando per l’anno 2006 ci fu un impennata delle morti sul lavoro: l’Inail aggiornò questi dati per ben 2 volte, all’inizio aveva detto 1250 morti, poi era passata a 1302 e, infine, a Gennaio 2008 a 1341 morti. 
E se ne uscì con un comunicato vergognoso:

“l’impennata di 1341 morti sul lavoro nel 2006, dopo 5 anni di flessione continua, è da considerarsi esclusivamente come un fatto accidentale”.
Così quando calano è un fatto positivo, quando c’è un impennata ed aumentano è un fatto accidentale, no?
E nessuno dice niente!!!
Dovrebbero avere avere più rispetto per i morti sul lavoro, sono persone in carne ed ossa quelle che muoiono, dietro c’è una famiglia: una moglie, un padre, un figlio, una sorella, un fratello, ecc.
NON SONO DEI SEMPLICI NUMERI.
Inoltre, nessuno dice nulla su un dramma molto spesso sottovalutato, cioè quello delle malattie professionali, che ogni anno fanno centinaia di morti.
Per l’anno 2010, c’è un nuovo record delle malattie professionali: +22%, pari a 42.347 denunce, 7.500 circa in più rispetto al 2009 e oltre 15 mila rispetto al 2006, +58%”. 
Come nessuno dice nulla sul famoso “tesoretto” Inail, derivante dagli avanzi di bilancio, che ammonta a circa 15 miliardi di euro l’anno, con avanzi di bilancio annuale che sfiorano di 2 miliardi di euro.
Purtroppo questi soldi, non vengono spesi per aumentare le rendite da fame agli invalidi del lavoro, alle famiglie dei morti sul lavoro, ma sono depositati in un conto infruttifero della Tesoreria dello Stato, e possono essere spesi, solo per ripianare i debiti dello Stato: e’ una vergogna, ma la vergogna più grossa, è che nessuno ne parli!!!
Sono d’accordo al 100% con l’Osservatorio Indipendente di Bologna, che nel suo blog:

http://cadutisullavoro.blogspot.com/ dice che i morti sul lavoro nell’anno 2010 sono aumentati e non diminuiti come ci vuole fare credere l’Inail.E anche l’Osservatorio Indipendente di Bologna, parla di oltre 600 morti sul lavoro (aggiornato al 9 Luglio 2011), e c’è da scommetterci che per l’anno 2011 ci sarà sicuramente un aumento delle morti sul lavoro.
E una volta per tutte: la si smetta di chiamarle “morti bianche”!!!
Non sono bianche,  ma in realtà sono nere,  non solo perchè ogni morte è “nera” ma perchè spesso, quasi sempre, le vittime non risultano nemmeno nei libri paga dei loro “padroni” : padroni della loro vita. E della loro morte.

*Marco Bazzoni-Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze
Email: bazzoni_mattindotit

Marco Bazzoni, che ringraziamo,  collabora con questo sito nella sezione Lavoro soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati all’INAIL e agli infortuni.

 

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