Mala città

8 commenti

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A volte le strade si trasformano

in visioni di inquietudini,

strani filmati di deliri sociali.


Il guscio reclama il nucleo ribelle e fuggitivo.


Vedo e sento fredde solitudini

scontrarsi con la mia.


Rincorro semafori in sequenza

e il sogno indefinito del riposo.

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    Francesco ha detto:

    Molto bella e toccante. Francesco

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    Christian Luongo ha detto:

    Laconica, malinconica, struggente.

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    cometa ha detto:

    Forse le fredde solitudini racchiudono nuclei altrettanto incandescenti del tuo. Incontro, abbraccio, lotta, nelle case, nel treno, negli spazi occupati. Spazi da sottrarre al delirio freddo a cui siamo ridotti.
    Io ci credo, cara Annalisa!
    Un abbraccio, cometa

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    Annalisa ha detto:

    Ciao Cometa (mi fa piacere rileggerti) e ciao a tutti.
    Soprattutto mi fa piacere affrontare per una volta argomenti e temi più intimi di quanto non si faccia generalmente. Forse, vista la desolazione che ci circonda, nel fare politica, la difficoltà esistente nell’organizzarsi e nel lottare insieme, è necessario farlo. E’ necessario anche cominciare o ricominciare a parlare di noi, di come siamo e che vogliamo, conoscerci e poi lottare insieme. la frammentazione della realtà sociale, delle lotte politiche probabilmente deriva anche da questo, non ci si conosce, e questo ci divide. A parte questo la poesia, questa, come ogni altra in fin dei conti, nasce da una riflessione scaturita da un fatto reale. Purtroppo la solitudine (credo che lo fosse) con la quale mi sono scontrata, fredda, racchiudeva un nucleo senz’altro incandescente ma lontano da quello che tu dici: incontro, lotta, abbraccio. Molto lontano da tutto questo.
    Da qui l’amarezza, il constatare che ogni occasione purtroppo, in alcuni, è pretesto e opportunità da cogliere al volo di fregare il prossimo. Se si mettesse la determinazione che ho visto nel fare questo in altri ben più nobili motivi, saremmo già un bel passo avanti.
    Un abbraccio anche da parte mia, a tutti voi. Anche io ci credo, per questo stiamo ancora qui, nonostante tutto.

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    spartaco ha detto:

    Fredde solitudini… sofferenze, la peggiore, difatti lo stato la infligge chi vuole punire. Ed è il carcere. Solitudine da relazioni negate.
    Ma quanto carcere-solitudine infliggiamo a mnoi stessi?
    Convenzioni sociali, paura di mettersi in discussione, status sociale, interessi… Guardarsi dentro e aggredire questi muri..è una battaglia che non possiamo rinviare “saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto muro” cantava Fossati. un abbraccio

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    Mauro Pigozzi ha detto:

    Questa la scritta uno più bravo di me…
    Piccola città, b******o posto,
    appena nato ti compresi o fu il fato che in tre mesi mi spinse via;
    piccola città io ti conosco,
    nebbia e fumo non so darvi il profumo del ricordo che cambia in meglio,
    ma sono qui nei pensieri le strade di ieri, e tornano
    visi e dolori e stagioni, amori e mattoni che parlano…
    Francesco Guccini

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    filomeno ha detto:

    stupenda l’immagine delle strade che si trasformano in filmati di DELIRI sociali.

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    rosina valcárcel ha detto:

    La obra artística es fabulosa, los textos cálidos e intensos. A pesar que no conozco el idioma del Dante, me arriesgo a saludar a Annalisa, maravillosa mujer y valiente comunicadora. Rosina

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