Federico Mastrogiovanni in Honduras con Mel Zelaya

41 commenti
Zelaya vuelve a Honduras
 
Pochi lo sanno ma nel gruppo  di giornalisti di diversi  paesi che  hanno accompagnato ieri il presidente Mel Zelaya nel suo viaggio da Managua fin dentro al  territorio honduregno,  c’è il giornalista italiano freelance Federico Mastrogiovanni, fondatore di Andinamedia.
 
Questo è il suo blog  e questa la diretta con Radio Tra Mondo da Managua qualche ora prima della partenza verso Las Manos.
 
I grandi giornalisti, dopo aver lasciato gli alberghi di Tegucigalpa (ma ci sono stati?) sono ritornati ai loro desk. Fare di questo lavoro anche una militanza è tutt’altra cosa.
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    Mauro Pigozzi ha detto:

    Annalisa…non so che dire…ho scritto sul tuo sito…da Gennaro Carotenuto…a Repubblica… a Studio(m***a) aperto… ad Aldo Forbice… ma devo dire… MA CHI c***o C’E’ LO FA FARE! MANCO UNO, DICO UNO CHE CI RISPONDESSE! Duro lavoro il vostro Annalisa… Lo capisco e quindi…FORZA FEDERICO!

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    Annalisa ha detto:

    Ciao Mauro, ti ho letto anche sui commenti sul sito del Manifesto, e a proposito volevo chiederti:
    ok, i soliti noti li conosciamo, Forbice, Repubblica, Studio Aperto etc. ma che mi dici per esempio dell’articolo di Beretta sul Manifesto di ieri, lo hai letto?
    Un abbraccio e grazie per essere sempre presente.

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    Mauro Pigozzi ha detto:

    Ho letto il pezzo di Beretta, e cmunque in generale il Manifesto, a parte gli interventi di Minà e pochi altri, ha un atteggiamento abbastanza ambiguo e deludente sul tema Honduras…Un altro piuttosto deludente per come tratta Zelaya (praticamente un pagliaccio con cappello da Cow-Boy) è Raffaele Fichera del TG3, da cui sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più che da Studio Aperto…

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    mc ha detto:

    Mauro, Raffaele Fichera non è il solo a trattare Zelaya come fosse un buffone. Il buon Beretta, mio vecchio compagno d’avventure centroamericane, sembra pensarla allo stesso modo. E questo è cio’ che di lui — “…Quello che è vero è che molti supporters di Mel che si sono sparati dodici ore di foresta, inseguiti dai cani dell’esercito, per arrivare qua a gridare “Viva Mel”, adesso lo vedono fare il buffone e a loro sì che cominciano a girare le palle…” — scrive anche il simpatico Federico. Credo dunque che la cosa migliore sia a questo punto, anche per te, prendere in considerazione l’ipotesi che Manuel Zelaya sia da molti trattato da pagliaccio, perché in effetti è, se non un buffone, quantomeno un personaggio che ha qualche problema nei suoi rapporti con l’intelligenza politica. Fosse stato una persona seria non si sarebbe presentato alla frontiera — lui, che dai golpisti è accusato d’essere “un burattino di Chávez” — accompagnato dal ministro degli esteri venezuelano.

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    federica ha detto:

    scusate..ecco cosa mi manda un amico honduregno..

    “HERMANOS HONDUREÑOS Y AMIGOS INTERNACIONALES:

    PRESTEN ATENCION!

    Dirigimos esta carta a todas las comunidades y organismos internacionales, a los medios de comunicación masivos privados y alternativos, a los movimientos sociales, a las organizaciones populares, a los organismos en defensa de los derechos humanos, a los organismos en defensa de la libertad de expresión, a los embajadores del mundo y a todos aquellos entes que por sus características rechacen firmemente el golpe de estado, la violación sistemática de los derechos humanos y la situación de zozobra que vive el pueblo de honduras.

    Queremos poner en alerta al mundo ante la posibilidad de que se de fragüe una arremetida de violencia contra el pueblo Hondureño en las próximas horas; una situación que solo se podría definir como genocidio.

    Por informaciones suministradas por organizaciones sociales y campesinas de honduras; y ratificadas a través de radios y medios de comunicación clandestinos de este país nos hacemos eco de que se han girado instrucciones precisas a los cuerpos de seguridad y militares bajo el mando del general romeo Vásquez de que cualquier alteración del orden publico por parte de los manifestantes a favor del Legitimo presidente Manuel Zelaya se trataran como actos vandálicos y estos deberán ser reprimidos y rebajados a su mínima expresión bajo los preceptos de orden publico establecidos no haciéndose responsables e la seguridad de ninguno de los participantes de estas protestas pues las garantías están suspendidas.

    Ante el incierto panorama que arropa al pueblo hondureño el cual se encuentra en las calles aupando el regreso de su presidente que fue electo por votación popular y que vilmente separado del poder bajo la figura antidemocrática de un golpe de estado;
    Solicitamos
    Se enciendan las alarmas de todos los organismos que velen por las garantías democráticas y humanas de los pueblos en el mundo.
    Se inicien reuniones de emergencia entre los organismos internacionales para frenar la avanzada de las ejecuciones que actualmente viven los líderes sociales de este país
    Se instauren grupos de observación internacionales dentro del país para poder garantizar la restitución del orden democrático en el mismo y el cumplimiento a las resoluciones de la OEA, la ONU y el ALBA quienes rechazan de manera contundente el golpe militar.
    Se condenen mediante sanciones internacionales a todos aquellos entes jurídicos o naturales que apoyen este golpe de estado, de no ser así se estarían validando las perdidas de vidas y las violaciones a los derechos humanos fundamentales como medio de para justificar cualquier ruptura de orden democrático en contra del soberano derecho que tienen los pueblos de tomar sus decisiones de manera cívica y pacifica.

    Puente Sur

    P.D. TRATEN DE HACER UN LLAMADO A LA ATENCI

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    Annalisa ha detto:

    Si puo’ essere simpatizzanti o meno di Zelaya , o di Ortega e Chavez, e abbiamo capito che Beretta come Cavallini non lo sono. Quello che io contesto Massimo e’ un’analisi come questa: “….Ma il rischio è che vadano incontro a un inutile spargimento di sangue per conto terzi. Non è ben chiaro infatti quali siano le «truppe» che attendono Zelaya sulla frontiera honduro-nicaraguense. Né quale possa essere un piano d’azione praticabile di fronte a un esercito schierato al completo. Col paradosso che se una volta l’Honduras era il santuario dei contras nella guerra ai sandinisti, il Nicaragua del caudillo Daniel Ortega di oggi potrebbe convertirsi nel rifugio e retroguardia dei zelaysti armati.
    Il tutto per appena cinque mesi che mancherebbero a Zelaya per concludere fisiologicamente il suo mandato.”

    Che e’ anche la conclusione dell’articolo di Beretta. La trovo poco corretta intellettualmente e anche alla luce di eventi storici del passato. Perche’, se pur parlando di paradosso, anche solo nell’accostare i contras agli ‘zelaysti armati” ci vuole notevole coraggio o mala fede che dir si voglia.

    E concludere che tutto cio’ e’ solo per i 5 mesi che mancherebbero alla fine del mandato di Zelaya e’ semplicemente raggelante. Si ha l’impressione che sfugga la tragicita’ della situazione. Che sfugga anche al simpatico Federico forse la tragicita’ del fatto che questa vicenda dimostra in tutta la sua drammaticita’ l’inutilita’ della cosi’ detta diplomazia internazionale di fronte al fatto che ancora oggi, se gli Stati Uniti non vogliono, un colpo di Stato non si ferma. Voglio dire, deputati europei hanno fatto decine di viaggi, non so quante missioni di osservatori internazionali si stanno succedendo in Honduras, ci sono stati dei morti, un rapporto dettagliato delle maggiori organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani che lascia poco spazio a dubbi e qui, davanti a questa situazione quello che sconcerta Massimo e’ se Zelaya venga accompagnato da Maduro o meno. E perche’ avrebbe dovuto rifiutare l’appoggio degli unici che glielo stanno offrendo? per far contento te o Beretta o Micheletti e i suoi gorilla? suvvia.
    E perche’ dovrebbe preoccuparsi di quello che dicono i golpisti? Perche’ c’e tutta una parte della citata diplomazia internaziopnale che ai golpisti (che dovrebbero stare in galera, manco fiatare) da’ voce e spazio. Il fatto di presentarsi alla frontiera e’ stato (e hanno sbagliato chi pensava diversamente) ovviamente un atto simbolico dal momento che per lo meno stava rischiando seriamente l’arresto. Di fronte alle pagliacciate (ma quelle non le vede nessuno) degli Stati Uniti dette per voce della Clinton, Zelaya ha fatto semplicemente quello che poteva. Per ora non puo’ di piu’. Perche’ i soliti noti non vogliono.
    Ma non siamo stufi di vedere che le redini del mondo ancora sono manovrate dalla diplomazia (e altro ancora) a stelle e stris

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    Annalisa ha detto:

    il commento sopra finiva con un punto di domanda… Ciao

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    mc ha detto:

    Cara Annalisa, io credo che l’unica uscita ragionevole sia, in Honduras, proprio quella della diplomazia internazionale. I sette punti proposti da Arias rappresentano, ne sono convinto, l’unica alternativa ad una guerra civile o, comunque, ad una soluzione sanguinosa. Ritorno di Zelaya alla presidenza, amnistia per tutti, accantonamento di quella solenne idiozia che fu la “quarta urna”, anticipo delle elezioni presidenziali sotto controllo internazionale. Maduro, Chávez e quello che Beretta (a suo tempo un iper-sandinista) molto appropriatamente chiama “il caudillo Ortega”, non stanno aiutando Zelaya, lo stanno usando. Così come Zelaya sta usando i movimenti sociali honduregni — forze generose e capaci di riempire le piazze, ma elettoralmente non superiori al 5 per cento — invitandoli ad una “insurrezione” che non potrebbe che avere esiti catastrofici. Io credo che Zelaya sia, fondamentalmente, un i*******e. Ed anche Beretta e Federico, pur partendo da posizioni molto diverse, sembrano arrivati alla medesima conclusione. Ti sei mai chiesta, Annalisa, per quale ragione il medesimo Congresso che, nell’estate del 2008, aveva approvato a maggioranza l’adesione all’Alba, un anno dopo abbia all’unanimità approvato la sua deposizione? Prova a riascoltare il discorso da “padrone del vapore”, colmo di insulti (“ignorantes, vendepatria”) rivolti a tutti coloro che non avevano votato a favore dell’adesione, che Hugo Chávez tenne a Tegucigalpa durante la cerimonia per l’ingresso dell’Honduras nella Alternativa Bolivariana para las Americas. Io credo che solo un i*******e potesse, non solo accettare, ma esaltare — come fece Zelaya — una tanto volgare ingerenza nelle a politica del paese. E credo che soltanto un i*******e possa oggi, in questo contesto e con questi precedenti, presentarsi alla frontiera accompagnato da Maduro.

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    Annalisa ha detto:

    Intanto Micheletti il ritorno di Zelaya non l’ha nemmeno preso in considerazione lontanamente, secondo partiamo da presupposti diversi, secondo me ai golpisti non puo’ essere concesso margine di dialogo e l’amnistia non e’ possibile in questi casi. Ti ricordo che il governo di Micheletti si e’ macchiato di gravi crimini e ha commesso violazioni contro i diritti umani, inoltre come ha scritto Beretta, mancavano soltanto 5 mesi alle nuove elezioni dove Zelaya sarebbe uscito definitivamente di scena e quindi cos’e’ che ha fatto cosi’ tanta paura, una semplice encuesta popular? O che alla fine demonizzare Chavez e’ un argomento che va bene per tutte le stagioni?

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    mc ha detto:

    Annalisa, temo tu non abbia compreso come stanno le cose: l’amnistia proposta da Arias vale, in questo caso, soprattutto per Zelaya. Per la giustizia honduregna è infatti quest’ultimo che ha commesso un reato promulgando un referendum che la Corte Suprema aveva dichiarato illegale. Micheletti, è vero, si è opposto a qualunque ipotesi di ritorno al potere di Zelaya, ma le forze armate hanno fatto sapere di essere favorevoli al piano Arias. Da questa situazione si può uscire solo con un processo elettorale garantito dalla supervisione internazionale. Quanto a Chávez, trattasi, in questo caso, di un ovvio processo di “autodemonizzazione”. Vai a riascoltare il suo discorso a Tegucigalpa. E poi sappimi dire.

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    Radical Shock ha detto:

    Esco un po’ da RadicalShock per contribuire al bel blog dell’amica Annalisa. Dopo aver letto i commenti di tutti, senza l’ironia che permea il mio blog volevo aggiungere la mia impressione stando insieme a Mel tutti questi giorni.
    L’uomo è furbo, ma non è certo l’eroe che vuole apparire. L’ho visto nascondersi per paura di franchi tiratori immaginari, e soprattutto l’ho visto non passare la frontiera come aveva dichiarato di fare e come avrebbe potuto fare. In un momento preciso. Lui non è un eroe, e non è un difensore della democrazia. A Roma si chiamerebbe paraculo, però sostanzialmente è uno listo. E a quanto mi sembra di aver visto non ha lo spessore morale, strategico e politico per guidare il suo popolo a un’insurrezione.
    I nicaraguensi, che si sono fatti la loro rivoluzione sandinista e la guerra coi contras, mi dicono che se il loro presidente si fosse comportato così lo avrebbero preso a calci in culo.
    Fa un balletto mediatico da settimane e tutto questo “usando” il suo popolo.
    Poi che Micheletti sia un fascista odioso, come ho avuto modo di constatare di persona, è un altro paio di maniche, quindi tutta la vita meglio Mel che quella banda di fascisti.
    Scusate l’intrusione, torno a fare il buffone su Radical Shock
    un abrazo e grazie Annalisa.
    F.

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    mc ha detto:

    Complimenti per il tuo lavoro Federico, anche se la tua descrizione di un Zelaya “paraculo” non mi convince molto. Mi piacerebbe, inoltre, sapere con quali sandinisti hai parlato in Nicaragua. Se sono tra quelli che ancora appoggiano Ortega — e se ti capita di reincontrarli — chiedi loro per quale ragione non abbiano preso a calci in culo il loro presidente quando scendeva a patti con quel lurido individuo che risponde al nome di Arnoldo Alemán, forse il più corrotto tra i molto corrotti che, negli ultimi due secoli hanno governato in America Latina. Può darsi che Zelaya non sia un vero rivoluzionario — anzi, certamente non lo è — ma Ortega è uno che ha tradito, e nel modo più infame, tutti gli ideali che furono del sandinismo.

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    Anonimo ha detto:

    Come sempre noi italiani, facciamo i tifosi, senza capire realmente quello che succede. Io sono in honduras in questo momento (controllate ip), Mc è l’ unico che ha detto qualcosa di sensato. Il paese è diviso, più passano i giorni, la popolazione è con Micheletti. La figuraccia di Zelaya è stata brutta. Bisogna tenere conto che la via migliore sarebbe, una libera elezione, e in questo momento Il democristiano Zelaya penso le perderebbe. Ha governato male e dopo il golpe ne ha combinata una peggio di bertoldo. Se lasciava fare agli americani sarebe al suo posto, ma sapeva che alle elezioni avrebbe perso, quindi non sa più che pesci pigliare. Gente meno tifo, da stadio, e studiate di più magari qualche viaggio vi farebbe bene. saluti Carlo.

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    spartaco ha detto:

    Scusate se mi intrometto, ma certo di fronte a un golpe talmente infame come quello in Honduras non sentire una parola sui veri soggetti di quella tragedia, ossia i gruppi sociali, le classi o come diavolo le volete chiamare. Eppure lo sapete bene che i motivi costituzionali o elettorali non c’entrano mica tanto col Golpe? Lo sapete bene che alla base c’è stato un tentativo di Zelaya di spostare quote di reddito a favore dei gruppi sociali poverissimi che la crisi stava falcidiando con livelli di mortalità infantile spaventosi?
    E dall’altra parte, poche famiglie che hanno in mano la politica, la giustizia e la ricchezza e che vogliono continuare a mantenere tutto nelle loro sporche mani sulle miserie delle classi subalterne. Sembra la sceneggiatura di un film truculento, sembra “il mucchio selvaggio” di Sam Peckinpah e invece è la realtà del 2009.
    Difatti, tutto il mondo democratico, che è molto vasto e ben nutrito, dice “questi golpe non si fanno più, ora medieremo, contratteremo, eleggeremo”. Ci fosse un cane che parla delle condizioni di vita di quei milioni di diseredati che aspettano che “i grandi” facciano la mediazione… e dei loro salari, e delle loro condizioni di vita? Quelle non ci sono nei punti di mediazione di Arias, nemmeno tra le preoccupazioni della Clinton.
    E nemmeno nei vostri articoli che pure una volta queste cose le scrivevate.
    Ora, pensare che quei diseredati honduregni prendano in mano i propri destini con le armi in pugno, perché questa è l’unica cosa da fare di fronte all’arroganza infame e fascista di un’oligarchia feroce, non so se sia possibile in tempi brevi. Ma penso che almeno di questo si debba parlare, almeno a sinistra. Tutte le anime candide che guardano con terrore al “bagno di sangue” se si dovesse sviluppare una resistenza armata, perché non ci raccontano di quanti bambini, donne, uomini e vecchi muoiono di stenti ogni giorno durante la pace del capitale oligarchico?
    Nel 1973 in Cile anche lì un golpe classista. E Allende sapendo che non aveva né la capacità né aveva preparato nulla per organizzare una resistenza armata contro i golpisti, perché quello bisognava fare, almeno ha avuto il coraggio di mettere il suo cadavere tra i piedi dei golpisti, sperando che ciò avrebbe dato forza alla resistenza.
    Purtroppo da questa parte del mondo, in questa Europa addormentata non c’è l’indignazione che ci fu nel 1973, praticamente non si muove nessuno. Ma certo che anche voi esperti non è che date una mano. Certo con quegli articoli di Beretta? Provate invece a raccontare ai dormienti europei di come si vive e si muore nelle bidonville honduregne senza bisogno di combattere, si muore di fame e di stenti, si muore di parto e di infezioni, si muore e quando si campa, si campa in un modo che non merita di essere vissuto. Raccontate queste cose, può

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    Radical Shock ha detto:

    Per rispondere a MC, sono d’accordo con te che Ortega è un losco figuro, e ho parlato con parecchi sandinisti della prima ora che si sentono traditi da almeno 15 anni o più. Qui in Nicaragua non sono in tanti ad appoggiare Ortega, ma lui fa affidamento più sui 400 milioni di dollari l’anno che gli passa Chávez che sul consenso di un popolo ridotto quasi alla fame.
    Per quanto riguarda l’Honduras la classe politica è marcia fino all’osso. Micheletti è un animale orrendo e fascista nel senso stretto della parola e Mel non ha affatto a cuore la sorte del suo popolo come afferma. Zelaya è più che altro un furbetto che ha trovato un ottimo alleato in Chávez, che cerca di fagocitare l’America centrale con il flusso di denaro e petrolio di cui dispone, in una dinamica da pura guerra fredda.
    Io smetterei di pensare a questi leader mediocri come attori di una politica che si fa carico dei popoli, perché è fuorviante. Qui del popolo non glie ne frega proprio un c***o a nessuno. questa verità l’ho capita conoscendo la gente e la classe politica, che non è assolutamente all’altezza delle sfide che deve affrontare. Non credo che nessuna delle due opzioni in campo (chavismo o liberalismo statunitense) sia praticabile o risolutiva per risollevare le sorti dei popoli centroamericani.

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    Anonimo ha detto:

    Bravo radical, ben detto qualcuno che dice le cose come stanno. micheletti una m***a, che ha sfruttato il momento, per potere, Zelaya un arafone, ladro. in honduras l’ unica legge che esiste è la corruzione. Spartaco dove hai letto che Zelaya voleva aiutare i poveri (80% della popolazione), nel libro delle fantasie.
    Sai cosa ha fatto in questi 4 anni, ricorda che il personaggio è in politica da 30 anni, l’ unici capitali che ha spostato sono stati dalle multinazinali alle sue tasche. Vi prego italioti mie patrioti, quando parlate venite a capire le cose.…grazie. Non fate discorsi che se vi sentano qua, usano il machete e vi tagliano le mani.……micheletti è la stessa medaglia di zelay, solo più s*****o perchè pensava che gli usa lo aiutavano…adesso la vedo dura.…per il povero popolo honduregno. carlo
    Spartaco, continua a sognare quando ti svegli batti un colpo

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    Laqualunque ha detto:

    eblablali eblablala e Zelaya buffone e
    Zelaya paraculo e chi piu na ha piu ne metta
    adesso io vi domando sto bandito come lo
    descrivete voi e stato eletto dal popolo o no?
    ce stato un colpo di stato o no?
    E semplice alle 2 domande rispondete
    per SI o per NO senza farne un piatto
    16 commenti siete vergognosi.
    Laqualunque

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    Annalisa ha detto:

    @13 Anonimo Carlo,non c’e bisogno di stare in Honduras per sapere che la libera elezione era prevista per novembre, e se veramente Zelaya aveva governato tanto male possiamo stare anche in Italia per dire che lo avrebbe deciso comunque il popolo. Quello che non capisco e che mi trova d’accordo con “Laqualunque” e’ questo discutere se Zelaya fosse simpatoico o meno, se fosse paraculo o meno, se fosse manovrato o meno. C’e’ stato un colpo di Stato contro un presidente democraticamente eletto che da qui a cinque mesi avrebbe terminato il suo mandato e tutto cio’ passa in secondo piano. Questo e’ tragico e triste allo stesso tempo. Massimo C., all’inizio della mediazione di Arias si parlava di amnistia x i golpisti, ora e’ diventata amnistia x Zelaya e questa veramente la dice lunga.
    Ciao Federico, grazie per essere passato, un abbraccio e a presto.

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    mc ha detto:

    Annalisa, nella proposta di Arias si parla, molto saggiamente, di amnistia per tutti, golpisti e “golpeados”, se mi si passa il neologismo. Ma è un fatto che — essendosi l’intero congresso, ogni settore della magistratura ed ogni corpo armato schierato contro Zelaya — accusato di aver violato la Costituzione e d’aver commesso, mi pare, altri 13 crimini assortiti — questo punto dell’accordo serve soprattutto ad evitare che Zelaya venga arrestato subito dopo esser stato ricollocato alla presidenza. Per me, per te e per ogni “sincero democratico” (perdonami quest’espressione d’altri tempi) Micheletti e soci sono dei criminali, ma in Honduras non c’è un magistrato, un poliziotto o un vigile urbano disposto a metterli sotto accusa e ad arrestarli. Ti piaccia o no, uno dei grandi paradossi di questa vicenda sta proprio nel fatto che, per la legge honduregna (o se preferisci per quelli che la legge honduregna sono, per legge, chiamati ad applicare) l’unico criminale è proprio Zelaya. Ed io non credo affatto che sia ozioso — o “tragico e triste”, come scrivi tu — chiedersi come abbia fatto Zelaya a cacciarsi in questo pasticcio. La stupidità del personaggio è, in questo caso, parte del panorama. E triste e tragico è, caso mai, chiudere gli occhi per non vedere (e non capire) come stanno le cose.

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    maria rubini ha detto:

    e quale sarebbe la via d’scita a questo punto?

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    Mauro Pigozzi ha detto:

    In effetti Maria, sentendo tutti questi bei discorsi, inizio veramente a capirci poco anch’io… L’unica certezza che ho è che Micheletti era e rimane una m***a e che un Golpe è sempre un atto anacronistico e dannoso…

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    maria rubini ha detto:

    mi piacerebbe avere il parere in questo senso di massimo cavallini.

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    mc ha detto:

    Io credo — e mi pare di averlo già scritto — che il piano Arias sia l’unica praticabile via d’uscita. Oltre il piano Arias non c’è che la “via insurrezionale” — che allo stato delle cose mi pare soltanto una fantasia da “rivoluzionari in poltrona” o una cinica giocata — oppure un molto improbabile intervento armato (tipo Santo Domingo 1964) dell’Osa. Dico improbabile perché il tempo degli interventi armati — che comunque, con la sola eccezione (forse) di Haiti 1994, richiama soltanto nefasti precedenti — mi sembra definitivamente tramontato.

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    Annalisa ha detto:

    Resta invece da intentare la possibilita’ di un completo isolamento economico e commerciale dell’Honduras, resta la ferma condanna (con tutti gli annessi e connessi tipo la messa a disposizione della base aerea militare per l’arrivo di Zelaya) degli Stati Uniti) restano tante cose possibili tra l’insurrezione armata e dare piena legittimita’ politica ad un golpe di Stato ed e’ questo che intendo con fallimento e inutilita’ della diplomazia internazionale.

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    mc ha detto:

    Sicuramente restano molte cose da “intentare”, cara Annalisa, ma nessuna di queste cose — inclusa l’estrema risoluzione di uno sbarco dei marines nel nome dell’Osa, stile Santo Domingo 1964 — risolve il problema di fondo. Ovvero: il fatto che quell’incapace (è un eufemismo) di Zelaya è riuscito a mettersi contro tutte — e sottolineo tutte, comprese quelle che erano inizialmente a favore dell’ingresso nell’Alba — le istituzioni del paese che dovrebbe governare. Ergo: è ragionevole che ogni “intento” passi prima per le ragionevoli proposte del piano Arias (lo stesso piano che in questi giorni Hugo Chávez — porqué no te callas? –ed un anziano fondista del Granma di nome Fidel Castro stanno cercando di far passare per una “complotto dell’Impero”)

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    Annalisa ha detto:

    Tali “problemi di fondo” si risolvono in democrazia con quelle che in Honduras si sarebbero tenute a Novembre e cioe’ le libere elezioni.

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    Anonimo ha detto:

    Certo le elezioni erano previste, ma tutto lasciava supporre vedi 4 urna che sarebbero state una farsa. Perchè zeleya non acetta il piano arias, perchè includono anche le elezioni, e con tutti i soldi che si è fregato e perde, chavèz lo prende e se lo mangia. Che micheletti sia un farabutto nessuno lo mette in dubbio, ma se zelaya avesse fatto solo un quarto di quello promesso, non si troverebbe nei guai. Guarda che il venezuela i soldi per fare migliorie gli ne ha dati tanti, le multinazionali lo stesso, con il nuovo regime fiscale, ma dove sono questi soldi, che riforme sono state fatte? E’ un mentecatto ladro, e adesso ne paga le conseguenze. Ieri per dire c’è stata una manifestazione pro Micheletti enorme, e credimi che era spontanea. Gli honduregni sono poveri e poco scolarizzati, credono al tozzo pane, perchè ne hanno veramente bisogno. Dove eravate quando Zelaya, si intascava i soldi, e il popolo non migliorava, a credere alle favole, che vi raccontava Chavèz.…ma dai, un po’ sana lucidità perfavore. Carlo

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    mc ha detto:

    Ed infatti è proprio sulla regolarità delle elezioni di novembre che ruota il piano Arias. Previo ritorno di Zelaya alla presidenza e la formazione di un governo di unità nazionale chiamato per l’appunto a convocare, sotto supervisione internazionale, le già programmate presidenziali. Altre via praticabili non ce ne sono.

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    antonio ha detto:

    grande carloooooo ‚non abbiamo avuto risposte chi tace acconsente

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    Annalisa ha detto:

    Antonio, tutto bene?

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    Radical Shock ha detto:

    Ciao a tutti, vorrei solo aggiungere che la mia disistima nei confronti di Mel, che non è personale, perchè i baffone è pure simpatico a suo modo, bensì politica, non giustifica affatto il colpo di stato fascista compiuto dai politica. La realtà, che si vede da queste parti è che l’Honduras è quasi alla canna del gas. Micheletti è un aguzzino golpista, ma la sua controparte non ha los huevos di fare un’azione forte. E non è nemmeno riuscito a riprendersi la sua presidenza toltagli con la violenza. è auspicabile che passi il piano Arias, che come tutte le mediazioni è imperfetto, ma quantomeno consentirebbe al popolo hondureño, chi veramente paga i capricci di una classe politica inetta e irresponsabile e ladra, di respirare un po’. Un abrazo a Annalisa. :) grazie a te per lo spazio di discussione

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    Mauro Pigozzi ha detto:

    Almeno tu Federico hai le idee chiare, altri mi sembrano un pò brancolanti nel buio, da un lato condannano il Golpe, ma però sono indulgenti con Micheletti e rivalutano la Costituzione varata in piena epoca Contras…mah…il fatto più chiaro è che in America Centrale non vi è ancora una classe politica veramente decente (non dimentichiamoci poi di quel simpaticone di Fecal in Messico…) e che, purtroppo, bisogna sempre sperare nel meno peggio…

  33. avatar
    Anonimo ha detto:

    Pigozzi, sperare il meno peggio seduto nella comoda poltrona di casa è facile. Qui, tranneradical e mc, parlate per sentito dire. Io che in honduras ci sto, ma me ne andrei via volentieri, le cose le vedo, le ascolto. Nessuno mi sembra che salva micheletti, ma teniamo le distanze anche da mel.Tu, voi avete mai provato a vivere con 1$ al giorno, ed avere un i****a con baffi e cappello, che vi dice da 4 (quattro) anni, che il popolo è sovrano, che i ricchi adesso li aggiusta lui, ma l’ unica sua idea era di mettere una 4 urna per preservare il potere. Pensave di fare il furbo, giocare con poteri in contrasto tra alba e stati uniti e intanto si è arichito. Ma voi pensate veramente che rivinca le elezioni? Che accetti il piano e si vada a vere elezioni, vinca chi ha più voti. Ma voi chi siete che decidete chi è il meno peggio gli illuminati del signori.….Certo chavèz ora anche se non o sapete è il miglior amico in sud america di obama, Pensate che il brasile, si sta accordando con india e cina, per formare la moneta nuova per le materie prime.….Chavèz li sta contrastando ed è il miglior alleato di Obama, ma voi pensate ancora da puri, beta ingenuità. carlo

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    Mauro Pigozzi ha detto:

    Carlo, ammetto di avere il culo nel burro rispetto agli honduregni, che credo che siano le uniche vittime di questa situazione…ammetto di non conoscere a fondo Mel Zelaya, che, probabilmente, non sarà questo granchè…però, l’America Latina l’ho girata un pochino anch’io, sono stato nel Venezuela di Chàvez, nel Messico pre-Fecal, a Cuba e mi sono fatto le mie idee sul campo (e non ho fatto il turista frichettone come dice Federico sul suo bel blog) e non per sentito dire, perciò su questo non accetto troppe lezioni…in più, qua a me tocca sorbirmi da 15 anni Berlusconi e la m***a che mi fa mangiare, ma non augurerei mai un colpo di stato per liberarmene (magari con un colpo apoplettico si però)! In più dimmi un pò, quale sarebbe la soluzione migliore, per te, a questo punto? Chi sarebbe il nome migliore (visto nè Zelaya, nè Micheletti) per il post-golpe?

  35. avatar
    Laqualunque ha detto:

    “Tu, voi avete mai provato a vivere con 1$ al giorno, ed avere un i****a con baffi e cappello, che vi dice da 4 (quattro) anni, che il popolo è sovrano, che i ricchi adesso li aggiusta lui, ma l’ unica sua idea era di mettere una 4 urna per preservare il potere.”

    Ecome se ci abiamo provato!!
    ci siamo ancora dentro da 15 anni
    solo che il nostro i****a non ha baffi ne
    capello.
    L’Honduras e rose e fiori confronto la
    nostra republica delle banane,li per un piccolo colpo di stato sono subito scesi
    in strada qui da noi siamo gia al secon do o terzo colpo di stato e nessuno ancora
    non ha mosso mchiappa.
    Andemo ben!viva la democrasia clerical.
    Laqualunque

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    Anonimo ha detto:

    Bene, penso che questo ultimo commento, possa chiudere, per me, la discussione. La totale mancanza di rispetto verso la povertà e la sofferenza umana,non ha scusanti. Mi auguro la qualunque, di non trovarsi mai davanti ad un figlio, che muore per una banale seticemia come purtroppo succede molto spesso qui in Honduras.
    Certi commenti sviliscono la dignità umana. Buona giornata Carlo.
    p.s. Mauro, no , risposte non ho. Penso che il popolo sovrano decida liberamente chi deve governarli, quindi la proposta arias sua da accettare da ambo i lati. Qui chiudo.

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    Laqualunque ha detto:

    Abe!!se ti offendi per cosi pocco?
    dopotutto ho detto solo che la verita,un poco gonfiata vabene ma sempre la verita.
    Cosa vuoi dire che li si muore per una
    semplice seticimita e ancora colpa di
    Zelaya?
    ma non preocuparti adesso ce il buon samaritano di Bergamo alta vedrai che
    pacchia tutti belli pimpanti,ma dove
    eri fino adesso vivevi in letargo al buio

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    antonio ha detto:

    in che senso,perchè non capisco.spero che non sia in senso ironico,visto come hai risposto a carlo.ciao

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    antonio ha detto:

    aumma aumma ma scusa tra tutti i casini che stanno succedendo nel mondo sono un pò confuso.ma che forse 1 milione di bambini che muoiono ogni giorno in africa non contano niente.Perchè mi sembra che si parli solo di cose che deviano la mente dai problemi seri.Non che la violenza sulle donne non sia un problema serio,ma i fatti molte volte hanno svariati volti,e secondo me prima di dare dei giudizi bisognerebbe fare più attenzione.xAnnalisa.

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    Annalisa ha detto:

    Anto’ scusa ma a volte faccio fatica a capire…, ma sicuramente dipende da me, ci mancherebbe, puoi essere un po’ piu’ chiaro?

  41. avatar
    antonio ha detto:

    Più chiaro su il discorso stalking,o su altro.Non voglio essere polemico come tanti.ciao

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