Versos de Gustavo Valcárcel en el parque del Amor, Lima

8 commenti

parque del Amor, Lima

i versi di Gustavo Valcàrcel al parque del Amor, Lima

andremo per porti a vedere che tutto parte 

 e a vedere che il nostro amore non partirà mai…

(da “Canti dell’amore terrestre” n. IX)

 

 HA nacido un poeta al mirarme en tus ojos
y un poema ha nacido al sentirme en tu vida,
porque eres la metáfora de mi niñez humilde
y porque eres la imagen con que soñamos todos.
 
Tu presencia es la vida, un mar inacabable,
estás en todo el mundo, nace el mundo en tus ojos,
te miro sobre el tiempo y te amo bajo el tiempo
porque eres un instante que nunca pasará.
 
Remediará el amor nuestros trajes zurcidos,
habrá pan para ti y flores en la alcoba;
iremos a los puertos a ver que todo parte
y a ver que nuestro amor no partirá jamás.
 
Principio que no acaba, tu mirada me busca
envuelta con la música del mundo que soñamos;
tu voz puebla el espacio donde sembré silencios
y tu nombre me alegra como una flor salvada.
 
Peregrina invisible de los claros de Luna,
has llegado a mi ser como flor a la rama,
entrando de puntillas tan silenciosamente
que al cerrar yo mis ojos te quesdaste cautiva.
 
Sí, yo seré el poeta y tú la poesía
desde el momento exacto que termine estos versos,
copiados un domingo al conocer tus ojos,
porque tus ojos son poesía que mira.
 
Y porque son tus ojos poesía mirada.
 
 

 

  1. avatar
    Gianluca Bifolchi ha detto:

    Anche se questo commento mi varrà sicuramente la nomina per il premio Pedante dell’Anno 2008, preferisco parlare che tacere.
    Spero che questa poesia sia effettivamente stata scritta in questo modo dal poeta, cioè con allineamento centrato.
    Altrimenti non posso che deplorare la tendenza incoraggiata da Internet a modificare il tradizionale allineamento a sinistra dei versi poetici della tradizione occidentale.
    Con i sui calligrammi Apollinaire ha rivoluzionato il tradizionale allineamento, ma vi è rivoluzione solo se vi è un previo rispetto della tradizione. Altrimenti che rivoluzione è? E in ogni caso è il poeta che deve decidere come la sua poesia apparirà al lettore.
    Secondo me chi cura l’edizione elettronica di una composizione poetica originariamente pensata su carta dovrebbe rispettare la volontà del poeta e riprodurre fedelmente l’originale allineamento.
    Del resto l’allineamento a sinistra ha anche una sua funzione prosidica, rendendo uguali i tempi di interruzione a fine verso.

  2. avatar
    nardi ha detto:

    Bifolchi, da lettore del tuo blog: non ti serviva questo post, il premio pedante ce l’hai già “alla carriera”. Pedante ma a volte con qualcosa di interessante da dire, noblesse oblige. saluti

  3. avatar
    paolo r ha detto:

    Gianluca, se la tendenza è dettata da un qualsivoglia gusto estetico/espressivo, non mi sento di deplorare l’allineamento centrato. Scrivendo condividiamo, doniamo, comunichiamo; mi piace pensare che Annalisa, creando il post, non solo graficamente abbia percepito maggior forza nell’esposizione dei versi con l’allineamento centrato. Assimilando la poesia di cui sopra, ad esempio, si crea nel lettore un quadro soggettivo e oggettivo; esprimendolo liberamente sotto qualsiasi forma, si amplia il potenziale universale dell’opera d’arte.

  4. avatar
    Gianluca Bifolchi ha detto:

    /Assimilando la poesia di cui sopra, ad esempio, si crea nel lettore un quadro soggettivo e oggettivo; esprimendolo liberamente sotto qualsiasi forma, si amplia il potenziale universale dell’opera d’arte. /

    Beh, in queste cose ammetto di essere un conservatore. L’arte, per me, è variazione all’interno di strutture date. E l’autore fa sempre scelte in maniera estremamente consapevole, che andrebbero conservate.
    Garcia Marquez una volta si lamentava che gli stampatori variavano a piacere gli spazi bianchi tra un paragrafo e l’altro nei suoi manoscritti e non si rendevano conto che per lui dare una riga vuota o due o tre o cinque, era una questione di respiro narrativo, legato allo scorrere del tempo degli eventi raccontati in ogni blocco di scrittura.
    La strofa poetica è un’unità ancora più rigorosa del paragrafo prosastico, e la meccanica di lettura con l’occhio che torna sempre all’inizio del verso (allineato a sinistra) concorre a determinare il ritmo.

  5. avatar
    Annalisa ha detto:

    Gianluca, tu hai perfettamente ragione, l’autore non aveva usato l’allineamento centrato, spero (sono sicura) che Don Gustavo non si sarebbe offeso per questa disposizione diversa che ho dato ai versi della sua poesia, come dice Paolo è solo perchè graficamente e non solo, le poesie, in questo contesto (blog) mi sembrano valorizzate dall’allineamento centrato.Un caro saluto a tutti.

  6. avatar
    antona ha detto:

    Bellos poemas.Salu2 amiga

  7. avatar
    paolo r ha detto:

    Le regole certe aiutano ad orientarsi nel marasma, anche culturale, in cui viviamo. Grosso modo concordo sul mantenimento della struttura canonica e sul rispetto delle scelte artistiche. Esiste però un passaggio tra autore e ricettore sensibile che trasforma inevitabilmente un opera d’arte; come quando si faceva da bimbi quel gioco della parola sussurrata da un orecchio all’altro: partiva A e arrivava Z. Mantenendo il riferimento originale un opera vive, si sviluppa e si espande grazie al contributo collettivo dei fruitori. Forse ho allargato troppo il campo, la poesia ha i suoi schemi, giusto rispettarli, mi piace però pensarla come materia viva che squarcia l’anima e rinasce a nuova vita.

  8. avatar
    Rosina Valcarcel ha detto:

    Bella página, la familia Valcárcel desde Lima agradece a la colega Annalisa Melandri. Abrazos, Rosina

Lascia un commento a Annalisa Trackback URL: