Chi pagò il costo della guerra?

3 commenti

Continua come ogni mercoledì la trasmissione di Radio Onda Rossa “più scheletri che armadi per contenerli” .
Domani, mercoledì 11 novembre, ore 11, nell’ambito delle puntate dedicate alla prima Guerra Mondiale si affronterà il tema della dell’ economia di guerra. Conduce come sempre Salvatore Ricciardi, partecipa Gavino Puggioni.
Chi pagò il costo della guerra?
I salvadanai dei bambini,
gli orfanelli al lavoro nei campi,
le donne nelle fabbriche di proiettili:
4 lire per dieci ore di lavoro…
un kg di pane 60 cen, un kg di pasta 1 lira.
I profitti dell’industria di guerra:
Fame nelle trincee, fame nelle case…
Gli operai che scioperano, e i soldati al fronte che si rivoltano.
I profitti dell’industria di guerra…
  1. avatar
    Giovanni ha detto:

    Molto interessanti queste trasmissioni. E l’iniziativa di Radio Ondarossa. Il nonno paterno non l’ho conosciuto, è perito nella campagna d’Eritrea. Ho chiesto in famiglia su di lui, ma non se ne parla. Per mio padre anagrafico è una sorta di tabù… Ora che è vecchio, in lui tornano sempre più spesso gli strani comportamenti autoritari che ho sempre avversato. Comportamenti che mi sembrano del vecchio contadino disperato, che bestemmia contro gli uomini e la loro voglia di libertà, per non dover ammettere di aver perso la propria. Credo che sia questa la radice, l’ignoranza e la sudditanza, di tanti comportamenti autoritari, a volte feroci. Temo che il nonno abbia fatto parte di quella “brava gente” che poi si è macchiata di cose indicibili. Sono stato reso libero, nel pensiero e nei fatti, da colei che fece le veci di mia madre, una donna straniera giunta in Italia prima del Secondo Conflitto, la nonna materna, che salvò, nascondendoli, alcune famiglie ebree. E che, parlando tante lingue diverse con disinvoltura, si burlò persino delle SS. Per lei, che mi ha fatto conoscere il mondo, e che ora non c’è più, non ho fatto mai abbastanza. La miseria e la guerra hanno messo in evidenza i diversi caratteri delle persone: i vigliacchi e chi invece seppe reagire per salvare le persone a cui voleva bene. Nella mia gioventù, negli anni ’70, ho visto il contrario, la ferocia dell’egoismo dei ragazzi e delle ragazze di famiglia ricca, che oggi vivono fuori dal mondo consumando vanamente molte più risorse di cui un essere umano possa aver bisogno per vivere più che dignitosamente (quelle che ora mancano ai più giovani). Per questo credo il fascismo dei miserevoli come quello degli ultra benestanti vada sempre combattuto, punto per punto, momento per momento, ora e sempre.

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    Annalisa ha detto:

    Giovanni, la tua testimonianza è bellissima, grazie per averla condivisa con noi, se vuoi puoi chiamare in radio nel corso della trasmissione per un intervento
    06491750
    http://www.ondarossa.info per ascoltarla in streaming
    Ciao

  3. avatar
    maria rubini ha detto:

    davvero bello quello che racconti…
    intendo anche quando dici che per lei senti di non aver mai fatto abbastanza. è la condizione umana comune quando ci vengono trasmessi valori che non han prezzo. bravo giovanni…

    annalisa se hai tempo passa da me…
    un abbraccio

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