“Un incubo” la sparizione di persone in Messico

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por Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro  - 12 Giugno 2012

Affrontare un incubo. La sparizione forzata di persone in Messico’ questo è il titolo del nuovo rapporto di Amnesty International diffuso ai mezzi di comunicazione internazionali il 4 giugno scorso, che fa il punto e denuncia la gravissima  situazione della sparizione di persone nel paese. Tra il 2006 e il 2012, il «sessennio luttuoso»,  come le organizzazioni per la difesa dei diritti umani messicane definiscono il periodo di governo dell’ex presidente Felipe Calderón,  sono oltre 26mila le persone scomparse o delle quali non si sa più nulla,  secondo il registro della Procura della Repubblica. Sebbene già questo sia di per sé un numero  impressionante — oltre 4mila persone l’anno — si teme che  sia molto più alto, per l’approssimazione e per la mancanza di metodologia e procedure chiare e trasparenti nella raccolta dei dati da parte delle istituzioni pubbliche. (altro…)


La Caravana de la Esperanza llega a México

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Por Annalisa Melandri –17 ottobre 2012

Son casi 40 y llegan de toda América central. Son las madres y  esposas  de los migrantes desaparecidos durante los “viajes de la esperanza” desde sus países hasta Estados Unidos, a través del inmenso territorio mexicano. Hombres, más o menos jóvenes, pero también mujeres,  niños y niñas,  quienes,  desde Honduras, Nicaragua,  El Salvador y Guatemala,  persiguiendo el “sueño americano”  tratan de llegar hasta la frontera con Estados Unidos. Sin embargo  México silenciosamente se los traga en sus espirales  de violencia y muerte,  sin dejar ningún rastro de ellos.

Estas mujeres, volviendo a pisar el mismo camino de sus hijos, esposos, compañeros, etapa tras etapa, siguiendo señales, indicaciones, mensajes  recibidos en las esporádicas conversaciones telefónicas, tratan de seguir sus huellas   hasta el punto donde cada contacto desvanece en la nada.

La Caravana “Liberando la Esperanza” bajo el lema “todos los dolores, todas las luchas, toda la rabia, toda la esperanza” tiene el objetivo de recurrir el país hasta la frontera con  Estados Unidos para encontrar algún indicio que permita reunir  estas mujeres a sus seres queridos, en unos casos quiere ser un apoyo  para elaborar un luto por la noticia de una muerte, pero también quiere  llamar la atención de la opinión pública  y de las autoridades nacionales respeto a este terrible fenómeno.

Rubén Figueroa, coordinador del Movimiento Migrante Mesoamericano, con quien he conversado telefónicamente mientras se encontraba en El Ceibo, en el Estado de Tabasco, cuenta de cómo sea cargado de esperanza el viaje que estas madres están realizando  desde sus países de origen.  (altro…)


Migranti scomparsi: le madri arrivano in Messico

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di Annalisa Melandri — per L’Indro*- 17 ottobre 2012

Ogni anno migliaia di persone provenienti dal Sud America e diretti negli Stati Uniti svaniscono nel nulla. La Carovana della Speranza ripercorre le loro tracce — Intervista al Movimento Migrante Mesoamericano 
 

Sono circa 40 e provengono da tutto il Centro America. Sono le madri e le mogli dei migranti scomparsi durante i ’viaggi della speranza’ che compiono dai loro paesi verso gli Stati Uniti, attraversando l’immenso territorio messicano. Uomini, giovani e meno giovani, ma anche donne e bambine, che dall’Honduras, Nicaragua, El Salvador e Guatemala, rincorrendo il ’sogno americano’ cercano di raggiungere la frontiera statunitense e che il Messico invece inghiottisce nelle sue spirali di violenza, criminalità e, spesso morte, senza dare più nessuna notizia di loro.

Queste donne, ripercorrendo lo stesso percorso dei loro figli, mariti e compagni, tappa dopo tappa, seguendo segnali, indicazioni, messaggi ricevuti negli sporadici contatti telefonici avuti nel corso del viaggio, cercano di seguirne le tracce fino al punto dove ogni contatto svanisce definitivamente nel nulla.

La Carovana ’Liberando la Speranza’ con lo slogan “todos los dolores, todas las luchas,toda la rabia, toda la esperanza (tutti i dolori, tutte le lotte, tutta la rabbia, tutta la speranza) ha lo scopo di percorrere il paese fino al confine con gli Stati Uniti per cercare qualche indizio che ricongiunga queste donne ai loro cari, in qualche caso per aiutarle ad elaborare il lutto per la notizia di una morte, ma anche per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità nazionali su questo terribile fenomeno.

Ruben Figueroa, coordinatore del Movimento Migrante Mesoamericano, raggiunto telefonicamente in queste ore in Messico, a El Ceibo, nello stato di Tabasco, racconta di quanto sia carico di speranza il viaggio che queste madri stanno compiendo dai loro paesi di origine.

“Proprio lunedì”, spiega, “all’entrata in territorio messicano della Carovana, una di queste donne ha potuto riabbracciare il figlio che non vedeva da nove anni. Servelio MateoCampos”, racconta Rubén, “aveva solo 17 anni quando lasciò la sua comunità a La Lempira, inHonduras 9 anni fa”. Raggiunto il Messico, era salito sul tristemente noto ’treno della morte’ o ’la bestia’, il convoglio merci che dalla frontiera sud con il Guatemala percorre tutto il paese fino al confine al nord con gli Stati Uniti e al quale si aggrappano ogni anno migliaia di migranti irregolari che cercano di arrivare alla frontiera.

Molti muoiono cadendo durante il viaggio o per fame e disidratazione, altri cercando di salire sul treno in corsa riportano amputazioni e gravi lesioni. Molti, soprattutto le donne subiscono violenze e abusi, altri ancora devono dare del denaro alla polizia per non essere arrestati, quando sfuggono a tutto ciò rischiano di finire nelle mani dei narcos.

Servelio, dopo essere caduto, si è smarrito e non è più riuscito a riunirsi al suo gruppo, ha perso con il tempo i contatti con la sua famiglia che manteneva soltanto attraverso una radio comunitaria e in questi 9 anni ha cercato di sopravvivere facendo i lavori più umili. Oggi fa il contadino, ha una moglie e dei figli. Può dirsi fortunato, tutto sommato.

E’ riuscito quindi a contattare il Movimento Migrante Mesoamericano; Ruben ha rintracciato sua madre a La Lempira, in Honduras e proprio ieri, in territorio messicano, i due si sono riabbracciati. (altro…)


Luis Fernando Lalinde Lalinde — en su memoria

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El 3 de octubre de 1984, Luis Fernando Lalinde Lalinde, de 26 años de edad, fue detenido y posteriormente desaparecido por el Ejercito colombiano. Desde ese día, Fabiola Lalinde emprendió la búsqueda de su hijo. Aunque sufrió constantes hostigamientos e intimidaciones, logró encontrar el cadáver de Luis Fernando después de 4.428 días de incesante búsqueda. (altro…)