In Cile gli studenti chiedono un nuovo “paradigma”

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di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro — 3 luglio 2013

Sono tornati nuovamente a far parlare di sé gli studenti cileni, in mobilitazione da settimane.  Violente proteste degli studenti delle scuole secondarie e delle università  hanno preceduto le  elezioni primarie per la scelta dei candidati presidenziali che si sono tenute  proprio domenica scorsa.

Tuttavia, quella degli studenti cileni, può definirsi ormai una mobilitazione permanente.  (altro…)


Colonia Dignidad, nazismo e impunità in Cile

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Quattro gerarchi ancora alla guida dell’ ex Colonia Dignidad.La setta religiosa di Paul Schäfer responsabile di abusi sui bambini e collaboratrice con la dittatura di Pinochet

Di Annalisa Melandri — in esclusiva per L’Indro *- 21 Dicembre 2012

Due deputati cileni, Lautaro Carmona (Partito Comunista) e Sergio Aguiló (Sinistra Cristiana),  hanno chiesto lo scorso mese di novembre alle autorità del loro paese di porre fine ai benefici dei quali godrebbero quattro cittadini tedeschi, ex dirigenti della tristemente nota Colonia Dignidad, i quali  nonostante siano stati condannati  per sequestro, privazione illegale della libertà, complicità in violenze sessuali contro minori, associazione a delinquere e altri reati finanziari, continuano ad agire pubblicamente come leader della comunità e a promuovere iniziative pubbliche in nome di essa.

La Colonia Dignidad, ribattezzata recentemente come  “complesso turistico” Nuova Villa  Baviera,  è una comunità che si trova nei pressi di Parral, nella regione del Maule, in Cile. Fu fondata  negli anni ’60 da un tedesco, Paul Schäfer Schneider, ex membro della Gioventù Hitleriana e medico della Wehrmachtil quale in Germania dopo la guerra, aveva creato presunte società caritatevoli che si occupavano di bambini. Nel 1961 si rifugiò in Cile (probabilmente aiutato dalla potente organizzazione Odessa) in seguito alle accuse di abusi sessuali su minori. In Cile, insieme ad un nutrito gruppo (circa 300 persone) di tedeschi che erano emigrati con lui,  fondò la Colonia Dignidad, che con il tempo divenne  una vera e propria setta di matrice religiosa, alla guida della quale si assunse come leader e capo indiscusso.  Alcuni dei residenti alla Colonia divennero suoi più stretti collaboratori e complici in tutta la serie infinita di orrori che si commisero all’interno della comunità, altri, la maggior parte, ne divennero  loro malgrado vittime, come i bambini,  dei quali abusò sistematicamente fin dal principio. (altro…)


Alfonso Podlech: certificato di impunità made in Italy

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“Su mio padre un processo politico”

Angelo M. D’Addesio — 26 luglio 2011

A due settimane dalla sentenza di assoluzione di Alfonso Podlech, il “piccolo Pinochet”, accusato della sparizione di Omar Venturelli nell’ottobre del ‘73 e centinaia di altri prigionieri, la figlia Maria Paz parla della sentenza e della sua lotta personale contro l’impunità per i torturatori.

D. Quale sensazione ha provato lo scorso 11 luglio quando la 1^ Corte d’Assise di Roma ha pronunciato la sentenza di assoluzione per Alfonso Podlech per tutti i reati attinenti alla sparizione di suo padre Omar Venturelli?

P.V. Sono rimasta autenticamente scioccata perché quando ho ascoltato la sentenza, avendo assistito a tutte le udienze, mi sembrava che quella decisione appartenesse ad un altro procedimento. Sono rimasta immobile e subito dopo mi sono girata verso il pubblico ministero chiedendo “Cosa succede adesso? Viene liberato?” e lui guardandomi negli occhi mi ha detto “Si, è libero per sempre”. Lì ho capito l’ineluttabilità della cosa, al di là di qualsiasi appello, di qualsiasi atto da parte nostra, Podlech sarebbe partito all’indomani per il Cile, libero ed innocente. Tale è stato lo shock, da non potermi muovere concretamente dall’aula. A mente fredda nei giorni successivi, ho provato molta rabbia, ripensando al danno reale e non solo morale ed ideologico che è stato provocato, perché quest’uomo ritornato in Cile può già intimorire i testimoni che sono venuti al processo oltre ad aver ottenuto, da assassino torturatore, un certificato di impunità made in Italy, quindi il “massimo della credibilità”, visto che la decisione è stata emessa addirittura in Europa. (altro…)