Cada Uno por la Justicia/Ognuno per la Giustizia Bollettino. 8

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INDICE:
 
Acciones y Justicia
·       Carta Editorial de la Asociación de Padres y Familiares de las Víctimas de Sucumbíos, Ecuador
·       Relatoria de la Jornada Continental de Protesta
·       Carta Entregada a Patricia Espinosa C. Secretaria de Relaciones Exteriores
·       Habla Lucía al año de la masacre (Parte 2)
 
 
Anális y Opinión
·       Anális Jurídico por el Dr. Milton Castllo Maldonado
·       Crisi y soberanía por Alberto Híjr
·       Carta a Juan
 
 
Colombia
·       Paramilitares colombianos se infiltran en Ecuador, refuerza Quito la frontera Afp, Dpa, Reuters
·       Los habitantes de frontera no somos criminales INREDH
·       Corre la sangre y suenan sables por Allende la Paz
·       General Montoya cuidado: Narciso Isa Conde y los compañeros dominicanos no están solos, por Annalisa Melandri
 
Retratos de delincuentes
·       Luis Camilo Osorio en picada por Winchester
·       Juan Manuel Santos, el pistolero, por Mario López
 
Il bollettino in versione originale in file pdf è disponibile qui.
 
 

Giornata continentale di protesta per le Vittime di Sucumbíos

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Il due marzo  2009 è stata designata Giornata Continentale di Protesta per le Vittime di Sucumbíos  per ricordare i quattro ragazzi messicani massacrati un anno prima, precisamente  il primo di marzo del 2008 in Ecuador, nel corso dell’attacco contro l’accampamento delle FARC realizzato dall’esercito colombiano e dall’aviazione statunitense dove sono rimasti uccisi anche una ventina di guerriglieri e il numero due delle FARC,  Raúl Reyes.

Per capire bene quello che è accaduto a Sucumbíos,  quella tragedia di un anno fa  va  contestualizzata rispetto  agli altri avvenimenti che si stavano svolgendo in quei giorni nella regione.

Innnanzitutto si era appena concluso a Quito  il II congresso della Coordinadora Continental Bolivariana, una grande movimento che raggruppa studenti, giovani, movimenti sociali e associazioni latinoamericane che lottano e si confrontano per la costruzione di una grande America latina bolivariana.

Al congresso avevano partecipato migliaia di delegati da tutta la regione e anche da altri paesi. I cinque giovani messicani avevano appena lasciato Quito prima di recarsi a Sucumbíos e nel campo delle FARC erano stati preceduti da  una delegazione di studenti cileni.

Inoltre  va ricordato che in quei giorni in Ecuador si stavano svolgendo importanti e decisive trattative tra le FARC da una parte e il  governo  francese, ecuadoriano, ma soprattutto quello venezuelano di Hugo Chávez dall’altra,   volte alla liberazione di Ingrid Betancourt e di altri ostaggi nelle mani della guerriglia colombiana.

Trattative che avevano portato alla  liberazione nel gennaio del 2008,  di Consuelo Gonzales de Perdomo e di Clara Rojas e la promessa proprio da parte di Reyes della liberazione dell’ex candidata presidenziale.

La prima considerazione da fare è infatti proprio questa  ed è strettamente legata al ruolo di  Hugo Chávez. Il governo colombiano e quello statunitense sicuramente non accettavano di buon grado  il suo crescente prestigio e i suoi successi nelle trattative per la liberazione degli ostaggi.  Hugo Chávez e la senatarice colombiana Piedad Córdova stavano ottenendo quello che il governo di Álvaro Uribe e anni di politica di “sicurezza democratica” non erano riusciti ad ottenere.

L’attacco colombiano al campo delle FARC fu condannato duramente da tutti i governi che erano direttamente coinvolti nelle trattative: Ecuador e Venezuela ruppero le relazioni diplomatiche con la Colombia e schierarono i rispettivi eserciti ai loro confini. Si rischiò lo scontro, evitato per un soffio e grazie alla diplomazia, mentre il  ministro degli esteri francese  dichiarò che “la morte di Reyes non era affatto una buona notizia dal momento che egli era  l’uomo delle FARC con le quali parlavamo e con il quale avevamo contatti per la liberazione di Ingrid Betancourt”.

I cinque giovani  messicani si sentivano sicuri nel campo delle FARC a Sucumbiós in quanto il campo  si trovava in Ecuador e non in Colombia e perchè era un luogo di mediazione internazionale e di politica. Non era infatti un campo militare.

Era un accampamento  frequentato da molti giovani, tanto che il giorno prima era stato lasciato da studenti cileni.  Ma cosa potevano cercare degli studenti in un campo di guerriglieri?

Innanzitutto erano mossi dal desiderio di partecipazione alla vita politica latinoamericana e ai suoi cambiamenti, erano mossi da impegno civile, politico e sociale, ma anche e soprattutto dal desiderio di conoscenza e di approfondimento.

In quel campo sono stati uccisi  Verónica Natalia, Juan, Soren e Fernando ma avrebbero potuto trovare la morte anche  deputati, giornalisti o  ministri.

I genitori dei quattro ragazzi deceduti e i genitori di Lucía Morett, l’unica sopravvissuta al massacro, hanno costituito  qualche mese fa  la Asociación Padres y Familiares de las Victímas de Sucumbías con lo scopo di riscattare la memoria dei loro figli e di chiedere giustizia nei confronti del governo colombiano vero  responsabile della strage.

Dei ragazzi è stato detto di tutto. Dalle autorità colombiane immediatamente dopo l’attacco al campo delle FARC per voce  direttamente del presidente Uribe e del vicepresidente Santos in conferenza stampa e quindi riportato da tutti i media: che erano terroristi, narcotrafficanti e che si trovavano in Ecuador per preparare attentati da realizzare  nel loro paese. L’opinione pubblica messicana fu influenzata notevolmente dalle notizie che giungevano dai mezzi di comunicazione  colombiani. L’estrema destra messicana denunciò immediatamente, già alcuni giorni dopo il fatto di Sucumbíós,  Lucía Morett ed altri 15 giovani messicani tra i quali anche i quattro deceduti alle autorità . La denuncia partì da un dirigente di un gruppo di estrema destra, il Yunque, l’ala più radicale e intollerante del Partito di Azione Nazionale del presidente Felipe Calderón, (che recrimina proprio a Calderón di non prendere misure abbastanza repressive e restrittive contro la sinistra messicana e i movimenti sociali del paese).

 

.…

Per ricordare i ragazzi messicani morti in Ecuador sono state organizzate varie attività che si sono realizzate contemporaneamente in Messico,  Argentina, Canada, Colombia, Cile Spagna, Ecuador, Francia, Nicaragua e Venezuela.

Il bollettino n. 7 è stato consegnato  a tutte le rappresentanze diplomatiche colombiane di questi paesi. In Messico si è realiizzata una grande manifestazione che dal ministero degli Esteri è arrivata fino all’ambasciata colombiana.

In Italia il giorno sabato 28 febbraio si è parlato di quanto è accaduto all’emittente locale romana Radio Onda Rossa e lo stesso si è fatto lunedì pomeriggio quando è stato intervistato Adrián Ramirez presidente della LIMEDDH, Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani.

Personalmente ho consegnato invece all’ambasciatore colombiano a Roma, Sabas Pretelt de la Vega il bollettino n. 7 (che si è rifiutato di firmare in segno di accettazione), il quale ha pienamente confermato la versione governativa dell’accaduto ma soprattutto ha ribadito che i ragazzi erano nell’accampamento in addestramento presso la guerriglia e che al fatto che stavano lì per motivi di studio e che erano testimoni internazionali di   una soluzione diplomatica e pacifica del conflitto colombiano con l’obiettivo di uno scambio umanitario, credono “solo i loro genitori”. Praticamente il governo colombiano aveva tutto il diritto di bombardare quel campo delle FARC, ritiene l’ambasciatore, in barba ai trattati internazionali sull’inviolabilità dei confini territoriali e al Diritto Internazionale dei Diritti Umani.

Qui una parte della trasmissione di Radio Onda Rossa di sabato 28 febbraio.

QUESTO IL CONTENUTO DEL BOLLETTINO N. 7 — scaricabile qui

      -          Editoriale dell’ Associazione dei Genitori e dei Familiari delle vittime di Sucumbiós.

-          Un anno fa a Sucumbíos, in Ecuador

-          Ho conosciuto Chac…

-          Ho conosciuto Soren Ulises

-          Ho conosciuto Verónica

-          Ho conosciuto Juan

-          Parla Lucía a un anno dal massacro

-          Militarizzazione in America latina – intervista ad Ana Esther  Ceceña, coordinatrice dell’Osservatorio Latinoamericano di Geoplotica

-          Memoria storica di Verónica Oikión  Solano, El Colegio de Michoacan

-          Lettera di Lucía

-          Comunicato alle Organizzazioni sociali, politiche e studentesche, ai popoli latinoamericani, ai popoli del mondo, ai mezzi di comunicazione

 

 

 


Cada uno por la justicia/Ognuno per la giustizia Bollettino n. 6

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11 Febbraio 2009
LIMEDDH – Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani
Associazione dei genitori e familiari delle vittime di Sucumbíos Ecuador
  1. Indice:
  2. FIRMAS DE ORGANIZACIONES
  3. Carta de la Asociación de Padres y Familiares de la
  4. Victimas de Sucumbíos Ecuador.
  5. Familiares protestan ante la embajada de Colombia a
  6. los diez meses.
  7. ¿Qué hay detrás de la criminalización de las víctimas del
  8. bombardeo de Sucumbíos?
  9. Familiares de víctimas de Sucumbíos iniciarán jornada
  10. de protesta.
  11. Documentos desclasificados muestran que la CIA
  12. conocía desde 1994 los nexos de fuerzas colombianas
  13. con los paramilitares.
  14. Aumentan las destituciones en el ejército colombiano
  15. por ejecuciones extrajudiciales.
  16. Mexicanos solidarios con Colombia durante 75 años.
  17. Niega la SRE que haya recibido una solicitud para
  18. extraditar a Morett.
  19. Colombia será para México.
  20. ¡Solidarízate con la Asociación!
  21. ¡Participa en el Boletín!
  22. Cartel: MARCHA 6 DE FEBRERO
  23. CARTEL DE LA JORNADA DE PROTESTA CONTINENTAL
Versione integrale qui. In spagnolo

Cada uno por la justicia/Ognuno per la giustizia Bollettino 5

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del Gennaio 2009
LIMEDDH - Lega Messicana Per la Difesa dei Diritti Umani
Associazione dei genitori e familiari delle vittime di Sucumbíos — Ecuador
-         Los Buenos deseos para el Año Nuevo
-         El regreso de  Lucía Morett por Carlos Fazio
-         Oficial colombiano niega existencia de correos en laptop de  Raúl Reyes
-         El viaje de Álvaro Uribe a México por Annalisa Melandri
-         Naciones Unidas: Términos duros contra Colombia, por Gustavo Capdevilla IPS
-         Retorna a México Lucía Morett luego de medio año de virtual asilo  en Nicaragua
          Por Blanche Petrich
-         Presuntos malos tratos en detención/temor por seguridad y por integridad personal
-         Momentos de la vida
Versione integrale: in spagnolo
 

Cada Uno por la Justicia/Ognuno per la Giustizia Bollettino. 10

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Acciones y Justicia
Carta editorial de la Asociación de Padres y Familiares de las Víctimas de Sucumbíos, Ecuador.
Protesta Cada Uno por la Justicia
Análisis y Opinión
Alto a la criminalización a nuestra compañera Lucía Morett, por Catedra Libertador Simón Bolívar.
Y un impuesto de guerra voluntario?, notas de Juan Cendales
El Parlamento Europeo se opone al TLC con Colombia por las violaciones de los derechos humanos, por Rebelión.
Diario El País decide prestarse como órgano propagandístico para la reelección de Uribe, por Patricia Rivas.
Colombia
Acusan a bananera de EE.UU de ordenar el asesinato de 57 sindicalistas colombianos, Telesur.
Las cárceles en Colombia son sitios de destrucción humana, por Camilo Raigozo.
Carta abierta a Álvaro Uribe Vélez, Observatorio para la Protección de los Defensores de DDHH.
Carta sobre los espionaje ilegales realizados por el DAS, por Plataformas de Derechos Humanos y Paz.
Retratos de Delincuentes
Luis Camilo Osorio Isaza y el paramilitarismo colombiano.
La injerencia de Luis Camilo Osorio en la política interna mexicana.
Uribe recibe premio en España en medio de protestas.
Cultura
Que les queda por probar a los jóvenes? Benedetti.
Il bollettino in versione originale in file pdf è disponibile qui.
Consegnato all’ Ambasciata colombiana  a Roma il 25 giugno 2009

Limeddh: Vivere PER i diritti umani e non DI diritti umani

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La mia famiglia messicana, della quale posso confermare in assoluta certezza la grande onestà, coerenza e soprattutto l’impegno e il coraggio  e della quale mi pregio di far parte. (En español)
Messico D.F., 12 dicembre 2008
 
Con l’aiuto di tutti si costruiscono diritti umani
 
Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos A.C. (Limeddh)
 
Amici della Limeddh,
 
Per coloro i quali beneficiano di questo diritto, una piccola parte della ricchezza prodotta durante un intero anno, viene tradotta in tredicesima. Vi invitiamo pertanto a condividere e ad appoggiare il nostro sforzo che ormai da 24 anni a questa parte si mantiene grazie al lavoro volontario di ognuno di voi e alla vostra collaborazione.
 
Attraverso la sensibilità individuale o collettiva di singoli o di organizzazioni si fa eco la grave situazione dei diritti umani nel nostro paese contro i nostri popoli, che ci danno ogni giorno esempio di quello che significa la lotta per la dignità e la resistenza.
 
Non possiamo dimenticare tutti coloro che hanno contribuito ad accrescere le libertà democratiche ed i diritti fondamentali e sono quelli che quando alzano la voce subiscono o affrontano repressione, torture, massacri.
E’ a loro e a ogni altra persona a cui sono violati i propri diritti umani che è diretto il nostro lavoro.
 
Lottiamo contro l’impunità, questo mostro dalle mille teste del governo messicano che detta legge. Vi invitiamo pertanto ad unirvi a questa nostra lotta contro di essa.
 
I conflitti continuano e si incrementano con più di 10000 morti durante il governo del pugno di ferro di Felipe Calderón, fatti che vengono giustificati dalla guerra contro il narcotraffico che ha conseguenze terribili come la militarizzazione del paese, la criminalizzazione della protesta sociale, l’aumento della violenza, l’incremento del terrore contro la società civile, l’aumento delle violazioni dei diritti umani, etc.
 
La Limeddh lotta da 24 anni per la difesa dei diritti umani in Messico con una dedizione totale offerta direttamente alle vittime e ai loro familiari attraverso attenzione e sostegno medico– psicologico, giuridico, visite ai centri di reclusione per conoscere le condizioni di detenzione e assicurarsi del trattamento che si da ai detenuti/e, informando regolarmente le famiglie della situazione giuridica dei/delle condannati/e, così come assistenza per le perizie legali e accertamento dei casi di tortura.
Promuovendo la formazione e gli aggiornamenti necessari per poter occuparsi delle vittime in modo che i volontari possano offrire un intervento di qualità.
Diffondendo e sensibilizzando l’importanza del sostegno psicologico alle vittime e ai loro familiari (forum, istituzioni, organizzazioni etc).
E’ anche importante il lavoro nella promozione e diffusione dei diritti umani, tramite la formazione di personale qualificato, partecipazione in eventi, e organizzazione di azioni di rivendicazioni e proteste e nello stesso tempo contribuendo alla proposta di leggi e percorsi giuridici per la protezione dei diritti umani secondo il diritto internazionale.
 
La Limeddh è affiliata alla Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e all’ Organizzazione Mondiale Contro la Tortura (OMCT) ed  è socia di Agire Insieme  per i Diritti Umani (Agir Ensemble pour les droits de l’homme).
Grazie a questa affiliazione beneficia di uno statuto consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e al Consiglio d’Europa.
 
Mantenere l’indipendenza della propria attività all’interno di uno stato in cui la criminalizzazione della lotta sociale, la detenzione dei leader sociali, l’ intimidazione e la persecuzione degli/delle stessi/e è all’ordine del giorno, non è semplice.
Ed è per questo e all’interno del proposito di evitare manipolazioni derivate da sostegni economici, che la nostra organizzazione contempla tra i suoi principi quello di non accedere a finanziamenti provenienti dallo Stato Messicano. Rifiutare fondi statati comporta una certa indipendenza nell’azione ma anche maggiori difficoltà per il finanziamento della stessa e quindi per il suo mantenimento.
 
Il mantenimento della lotta e le azioni di difesa comportano un costo economico alto che i familiari non possono sostenere e dall’organizzazione ci vediamo impediti a mitigare.
Quotidianamente ci troviamo di fronte a difficoltà economiche che rendono difficile continuare ad offrire il nostro impegno a favore della difesa dei diritti umani.
 
Tutto il gruppo di lavoro della Limeddh non riceve nessun compenso per le sue prestazioni solidali e per il suo impegno nella difesa dei diritti umani, il nostro motto è “vivere per i diritti umani e non vivere di diritti umani”.
 
Dalla nostra organizzazione lanciamo questo appello alla solidarietà e collaborazione, diretta all’organizzazione di attività, alla richiesta di aiuto individuale e collettivo, con il fine di poter continuare nel degno lavoro della difesa dei diritti umani.
 
Ringraziamo per il sostegno di sempre e siamo lieti di infornare che nonostante tutto, sorridiamo e non smettiamo di lottare, il 2009 ci aspetta più solidali, più uniti, più forti e meglio preparati.
Affrontiamo le sfide e la grave crisi lottando tutti insieme per i diritti umani.
 
Con il nostro abbraccio solidale, Vi auguriamo Buone Feste!
Fraternamente
 
Il gruppo di lavoro della Limeddh
Adrián Ramírez López, Presidente; Marie Thepaut, Directora General; Iliana González Rodarte,
Directora Área de Salud Integral; Tania Romero Sánchez, Área de Salud Integral, Mujeres y Equidad
de Género; Talina Hernández Baca, Área de Mujeres y Equidad de Género; Blanca Melgarito,
Responsable del Observatorio Nacional de Prisiones México; Elsa Arista González, Responsable de
la Red Universitaria de Monitores de Derechos Humanos; Hilda Venegas Negrete, Área Jurídica;
Isabel Cruz Cruz, Área de Salud Integral, Laura Lorena Ramírez Bravo, Responsable Estado de
México; Arturo López Magaña, Limeddh Quintana Roo; Eulogio Pérez Peniche, Limeddh Yucatán,
Efigenia Caballero Sedas, Red de Monitores del Estado de Puebla; Pedro Pinillos Sedas, Red de
Monitores del Estado de Puebla.
 
 
Dati Bancari MESSICO:
Banca: BANAMEX
Indirizzo: Sucursal 0948, Camarones, D.F.
N° di conto: 09486215698
IBAN: BNMXMXMMN
***
Datos Bancari SPAGNA:
Banca: La Caixa
N° di conto: 21003002062105276458
IBAN: ES08 2100 3002 0621 0527 6458
BIC (Codice Internazionale di Identificazione Bancaria nel sistema SWIFT):
CAIXESBBXXX
***
Dati bancari FRANCIA
LCL – Le Crédit Lyonnais
Banque: 30002 / Agence: 04046 / No Compte: 0000008964Y / Clé: 10
IBAN: FR2430002040460000008964Y10
 
PER FAVORE INVII DIRETTAMENTE IL SUO SOSTEGNO SOLIDARIO TRAMITE IL NOSTRO CONTO CORRENTE BANCARIO CONFERMANDO L’INVIO E L’IMPORTO PER POSTA ELETTRONICA enlacedotlimeddhatgmaildotcom
 
 
 
Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos A.C.
Calle Tehuiztitla 1era cerrada, 44 — Col. Los Reyes — Del. Coyoacán – 04330 México DF
Tel. 5610 8790 Celulares: 044 55 3136 7482 – 044 55 2939 2167
www.espora.org/limeddh - enlacedotlimeddhatgmaildotcom
 

Cada uno por la justicia/ Ognuno per la giustizia — Bollettino n. 3

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Il mese scorso è stato consegnato all’Ambasciata colombiana a Roma dalla sottoscritta,  il bolletino n. 3 “Cada uno por la Justicia” (Ognuno per al Giustizia), realizzato da varie associazioni messicane tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , la Fondazione Diego Lucero e l’Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos tra le altre, per ricordare i 4 giovani messicani morti a Sucumbíos in Ecuador durante l’attacco al campo delle FARC.
Va rilevato che la funzionaria dell’ambasciata, qualificatasi come la segretaria dell’ambasciatore,  si è rifiutata di protocollare  il documento che le ho consegnato e quindi di apporre il timbro e la firma per ricevuta, come invece era stato fatto i mesi predenti.
Anche nella sede del consolato colombiano a Valencia, in Spagna ci sono stati problemi. Il console onorario addirittura ha manifestato un atteggiamento prepotente e minaccioso verso la persona incaricata della consegna del documento, rifiutando la firma per avvenuta consegna come è avvenuto anche a Roma.
Il bollettino è stato consegnato contemporaneamente nelle sedi diplomatiche colombiane di : Argentina, Canada, , Chile, Spagna, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua e Venezuela.

Questi gli argomenti affrontati nel bollettino n. 3:
Lettera dei Genitori e dei Familiari
A sette mesi dal massacro di Sucumbíos, per la giustizia e la lotta contro l’impunità
Colombia: mobilitazione indigena in tutto il paese (di Simone Bruno)
Non più omicidi degli Indigeni in Colombia: FIDH
Dichiarazione di intellettuali ed artisti
Dichiarazione del Parlamento Europeo
Lettera del Premio Nobel della Pace
Il narcotrafficante n. 82: Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia
Intervista a Sergio Camargo
Il vero volto di Luis Camilo Osorio-parte 2
Parole di Lucia Morett
Prossime iniziative

Cada uno por la justicia/Ognuno per la giustizia — bollettino n. 4

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L’11 dicembre del 2008  è stato consegnato all’Ambasciata colombiana a Roma dalla sottoscritta, il bolletino n. 4 “Cada uno por la Justicia” (Ognuno per la Giustizia), realizzato da varie associazioni messicane tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , la Fondazione Diego Lucero e l’Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos tra le altre, per ricordare i 4 giovani messicani morti a Sucumbíos in Ecuador durante l’attacco al campo delle FARC del 1 marzo 2008.
Il bollettino è stato consegnato contemporaneamente nelle sedi diplomatiche colombiane di : Argentina, Canada, , Chile, Spagna, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua e Venezuela.
Questi gli argomenti trattati in questo numero:
Editorial de la Asociación de Padres y Familiares
El respeto a nuestros muertos. Viva su memoria
A ocho meses de la masacre de Sucumbiós, por la justicia y la lucha contra la impunidad
Álvaro Uribe Vélez, persona non grata
Uribe y la delincuencia
Repudian la visita de Uribe a México
Persona “non grata”
Muro por la justicia, contra el Olvido y la Impunidad
Saludo del Partido de los Comunistas
Carta abierta de la FIDH al gobierno de Colombia
Tomas y Jerónimo Uribe “Las aventuras de Tom y Jerry”
Artículo de opinión

Francisco Paredes Ruiz: aggiornamenti della campagna informativa promossa da questo blog sul caso della sua sparizione forzata

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Francisco Paredes Ruiz

Trovo doveroso aggiornarvi sugli sviluppi della campagna promossa da questo blog a un anno dalla sparizione forzata  di Francisco Paredes Ruiz, avvenuta in Messico il 26 settembre 2007.
 
L’Ambasciatore messicano in Italia, il signor Jorge Chen, ha risposto (qui)  alla mia lettera e questa è stata la mia ulteriore risposta.
 
Per conoscenza, copie di entrambi i documenti sono stati inviati  inoltre   alla Lega messicana per la Difesa dei Diritti Umani e alla Fondazione Diego Lucero A.S., organizzazione civile della quale faceva parte Francisco Paredes, che promuove e difende i diritti umani, specializzata nella lotta per la presentazione con vita dei detenuti scomparsi in Messico, nonché ai figli del Signor Francisco Paredes.
 
Sarà mia premura mettervi al corrente di ogni ulteriore sviluppo della situazione e intanto ringrazio tutti coloro che si sono adoperati a scrivere alle autorità messicane e a quanti in vario modo hanno espresso solidarietà e partecipazione in questa triste e ignobile vicenda.

Cada uno por la justicia/ Ognuno per la giustizia — Bollettino n. 2

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Verònica Natalia Velàzquez Ramìrez
Soren Ulises Àviles Àngeles
Juan Gonzàlez del Castillo
Fernando Franco Delgado
En un refugio guardado en su corazòn
Llevan la bandera de Bolìvar.
 
Il 2 ottobre scorso è stato consegnato all’Ambasciata colombiana in Italia,   il bollettino n. 2 “Cada uno por la Justicia”  (Ognuno per la Giustizia) .
Ricordiamo che il bollettino, realizzato con la collaborazione della LIMEDDH, la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani,  viene emesso ogni primo del mese dai familiari dei ragazzi messicani massacrati  a Sucumbíos in Ecuador, da parte dell’esercito colombiano nell’operazione che ha portato all’uccisione del n. 2 delle FARC Raúl Reyes,  e dai familiari di Lucía Morett l’unica sopravvissuta, che attualmente vive in Nicaragua.
 
Il bollettino ogni mese viene consegnato alle autorità colombiane in Messico e alle ambasciate di altri paesi europei, tra i quali la Spagna e l’Italia.
 
Un bollettino mensile per ricordare chi  erano  Verónica Natalia Velázquez Ramírez , Juan Gonzáles del Castillo, Fernando Franco Delgado, Soren Ulises Avilés Ángeles, quattro giovani studenti che mossi unicamente dal desiderio di pace e di solidarietà con altri popoli latinoamericani, e motivati dai loro studi, si erano avvicinati ad un accampamento non militare, dove si stavano svolgendo tra l’altro importanti trattative di mediazione internazionale per la liberazione di Ingrid Betancourt e di altri ostaggi nelle mani delle FARC. E per raccontare chi è Lucia Morett l’unica sopravvissuta costretta attualmente a vivere in Nicaragua in attesa di poter fare rientro tranquillamente senza conseguenze nel suo paese.
 
Un bollettino mensile per riscattare la  memoria  di questi ragazzi dalla infamante campagna mediatica montata dal governo colombiano nel loro paese d’origine con l’appoggio di gruppi  dell’estrema destra messicana e avallata dal  silenzio complice del governo del loro paese, che li sta facendo apparire come terroristi da tempo legati alle FARC e ai movimenti armati messicani.
 
Infine, un bollettino mensile per ricordare veramente quali sono le violazioni dei diritti umani che si commettono quotidianamente in Colombia da parte di un governo che impunemente viola trattati internazionali, utilizza i simboli della Croce Rossa Internazionale in operazioni di intelligence e commette efferati crimini di guerra.
 
Dal bollettino n. 2 (scaricabile qui in spagnolo)
-          Carta de los Padres y Familiares
-          A seis meses de impunidad comenzò la campaña “cada Unopor la Justicia”
-          El caso Sucumbíos
-          Denuncian a Uribe por violacón de DDHH
-          La Rut Pacífica de las mujers rechaza asesinato de una de sus integrantes en Medellín
-          Hostigan y amenazan a defensores de DDHH
-          Quién Luis Camilo Osorio?
-          Próximas actividades
-          De luto se visten los héroes
-          Documentos relacionados
 
E’ interessante  la parte dedicata a Luis Camilo Osorio, ex ambasciatore colombiano in Italia. Si tratta della prima parte di un rapporto dettagliato, redatto dal Colectivo de Abogados José Alvear Restrepo, sui suoi legami con il paramilitarismo e sulla sua attività quando ricopriva la carica di  Fiscal General, carica che gli ha permesso di proteggere criminali, manipolare processi e indagini, nonché insabbiare le denunce per  gravi casi di violazioni dei diritti umani.
La Limeddh si sta battendo  affinché venga dichiarata persona non grata in Messico, mentre in Italia ha ricoperto tranquillamente la carica di ambasciatore colombiano fino alla fine del 2006, quando fu richiamato in patria per rispondere in tre procedimenti penali a suo carico e poi destinato alla sede diplomatica del Messico.
 
Nel corso dell’iniziativa inoltre Adrián Ramírez, presidente de la LIMEDDH ha chiesto giustizia per l’assassinio, avvenuto in Colombia il 24 settembre scorso di Olga Marina Vergara, appartenente all’aasociazione Ruta Pacífica de las Mujeres,  massacrata a Medellín insieme a suo figlio, la moglie di lui e suo nipote, un bambino di appena 5 anni.
 
La Ruta Pacifíca de las Mujeres, associazione femminista e pacifista è impegnata da tempo per dare visibilità agli effetti della guerra civile sella vita delle donne e per una soluzione pacifica e negoziata del conflitto armato.
Participa mandando artículos, dibujos, poemas, fotografías etc. por correo electrónico cadaunoporlajusticiaatgmaildotcom  (cadaunoporlajusticiaatgmaildotcom)   especificando tu nombre o seudónimo.
 
 
 
 
 
 
 

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