La resurrezione del “Brujo Pití”

3 commenti

Ha promesso a tutti, prima di morire, che una volta morto sarebbe risorto, esattamente a mezzanotte, tra il 15 e il 16 gennaio. 

Il “Brujo Pití” , lo stregone Tití Liriano, haitiano, è passato a miglior vita il 12 gennaio e da tre giorni  centinaia di suoi connazionali, ma anche dominicani, aspettano nei pressi della casa dove viveva, la sua resurrezione. 

Tití Liriano viveva a Verón,  nei pressi di Bavaro, nota località turistica nella parte orientale della Repubblica Dominicana. Una zona di contrasti stridenti, dove all’orizzonte  l’azzurro del cielo  si fonde con il verde perenne della canna da zucchero che cresce rigogliosa alle spalle dei resort di lusso da una parte, e con il punto esatto dove il Mar dei Caraibi tocca l’Oceano Atlantico dall’altra. 

Fuori dalle alte mura degli hotel a cinque stelle vive un’umanità variegata. Gli haitiani e i loro discendenti convivono qui da quasi  un secolo con i dominicani. È una convivenza pacifica, la miseria li unisce. Ma li uniscono anche  radici comuni, quelle africane che la borghesia dominicana, quasi tutta bianca, è riuscita a lasciare dietro di sé nel suo albero genealogico,  segnato da troppe discendenze europee, mentre il pueblo dominicano invece rinnega e vorrebbe cancellare con l’aiuto di creme sbiancanti e prodotti liscianti per capelli.

Il giorno del funerale di Liriano il cimitero è stato preso d’assalto da centinaia di haitiani, i quali dopo la sepoltura si sono recati a casa dello stregone per aspettare la sua resurrezione, che, come lui ha lasciato detto, dovrebbe avvenire esattamente tra tre giorni, esattamente stanotte a mezzanotte, in un’ eloquente sincretismo, che fonde elementi della religione cattolica —  i tre giorni della resurrezione di Cristo — con la stregoneria haitiana di origini africane. Religioni diverse, stesso oppio.

P.S. secondo il  video sembrerebbe essere resuscitato davvero

 

 

 

 

 

 

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    Christian Luongo ha detto:

    Cara Anna,
    ma è il numero 3 ad essere pregno di significati escatologici.
    Il numero 3 rientra nella tradizione egizia, ebraica, paleocristiana e cattolica e, come ben sai, il cristianesimo fu una chiave di volta formidabile per cercare di inculcare una nuova identità nelle comunità africane trasbordata, in maniera coatta, da un continente all’altro.
    Beninteso : cosa stia ad indicare non ne ho la più pallida idea.
    Ma ritorna sempre.

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      Annalisa ha detto:

      certo, ma non e’ solo questo, qui il sincretismo, cioe’ l’unione delle varie religioni si percepisce sempre, in varie celebrazioni, soprattutto quelle della popolazione haitiana e i loro discendenti.

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        Christian Luongo ha detto:

        Perché, come sai, alle comunità africane deportate nel nuovo mondo fu inculcato il cattolicesimo.
        Ma invece di riconoscere l’autorità della chiesa cattolica fra gli schiavi si propalò la figura di Gesù nella quale no potevano non riconoscersi perché, alla loro stregua, anche lui era un martire.
        Il sincretismo di cui parli, in fin dei conti, altro non fu che una sorta di commistione fra il cristianesimo (da non confondere con il cattolicesimo) e le loro ancestrali tradizioni “pagane” da cui, poi, sono derivate varie correnti religiose.

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