I demoni del cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga: Chávez, Fidel e il Foro di San Paolo

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Carl Marx muore e per le sue idee si ritrova all’inferno. Tre mesi dopo il diavolo chiama  San Pietro: San Pietro? Sì? Parla il diavolo in persona  (o in demonio), abbiamo qui un peccatore abbastanza noioso. I miei demoni iniziano a sindacalizzarsi e a chiedere la settimana di 40 ore, credi  che puoi  redimerlo? Io ci ho provato in tutti i modi e niente… Te lo mando quindi.

Dopo un certo periodo di tempo e ritornata la normalità all’inferno, il diavolo si domanda che fine abbia fatto  quel tal Marx  e telefona all’ attico, cioè al  cielo ancora una volta. Sì,  pronto? Parla il diavolo… posso parlare con Dio? Dio? Quale Dio?  qui siamo tutti uguali…

Barzelletta comunista

di   Annalisa Melandri – www.annalisamelandri.it

 

In  questa pagina é possibile leggere il testo integrale delle dichiarazioni del cardinale   Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di  Tegucigalpa (Honduras) a Eduardo Stein Barillas, coordinatore della Commissione della Verità e della Riconciliazione (CVR) installata  dall’attuale governo di Porfirio Lobo per indagare sui fatti avvenuti “prima e dopo” il  colpo di Stato del 28 giugno 2009.

E’  strano che una CVR chiamata a svolgere  indagini su un colpo di Stato lo faccia soltanto rispetto al prima e al dopo. Sembra strano,  ma non lo é. 

La CVR  é stata designata dal governo Lobo, governo generato direttamente  dal colpo di Stato,  venuto fuori da elezioni svolte  in un  clima fortemente militarizzato, tra minacce, persecuzioni  e omicidi selettivi, in un  clima sociale di terrore e violenza generalizzata e senza la presenza di osservatori internazionali. Elezioni che al principio sono state riconosciute valide soltanto da un pugno di paesi alla  cui testa c’erano  gli Stati Uniti.  La comunità internazionale, tuttavia, nel trascorso di questi ultimi due anni ha riconosciuto in vario modo l’attuale governo di Porfirio Lobo (e quindi le elezioni) diventando complice delle  innumerevoli violazioni dei diritti umani che avvennero  in Honduras durante i giorni del colpo di Stato e che continuano ancora oggi come dimostrano le notizie che giungono quotidianamente da tutto il paese.

Le dichiarazioni del cardinale Oscar Andrés Rodriguez alla CVR sono molto ambigue, sembra essere estremamente  ossessionato dalla figura del presidente venezuelano Hugo Chávez Frías  e si capisce che lo considera responsabile di quanto accaduto  in Honduras a causa dell’ influenza   che secondo lui ha  avuto sull’ ex presidente Manuel Zelaya.

Si può dire senza timore di esagerare che il presidente  venezuelano sembra essere per l’arcivescovo l’incarnazione stessa del demonio.

Il cardinale sembra essere molto preoccupato per le critiche che riceve  tanto nel paese che all’ estero per la gestione, da parte della  gerarchia ecclesiastica honduregna, della crisi politica e  infastidito con coloro i quali denunciarono e denunciano il suo appoggio al colpo di Stato.

Mi lusinga perché  ricorda molto bene il mio intervento alla  conferenza che tenne all’  Istituto Italo Latino Americano nel maggio dello scorso anno; ciò nonostante non corrisponde al vero quanto da lui dichiarato alla CVR che io mi alzai e me ne andai quando lui mi rivolse delle domande.  Semplicemente  avevo terminato il mio intervento e il personale della sicurezza mi aveva tolto il microfono tra i cori di protesta rivolti contro di me dai suoi seguaci. Mi alzai e me ne andai soltanto perché lì non avevo più nulla da fare e quando già stavano parlando altre persone… (per inciso non è nemmeno vero che io ho iniziato a gridare e a dirgli che era un golpista… credo di essere stata abbastanza intelligente, gridando non mi avrebbero  fatto parlare nemmeno un secondo, il mio intervento invece, nel quale lo ho accusato di essere complice delle violazioni dei dirttti umani commesse e di aver appoggiato il golpe,  è durato fino alla fine ed esattamente fino a quando e fino a dove volevo io):

“Esiste una rete internazionale in cui si fa diffamazione, ora mi chiamano il cardemal e si dice che in Italia sono stato attaccato da alcune persone che hanno impedito un dibattito, questo è completamente falso, ma loro così dicono. L’ Istituto Italo-Latinoamericano mi aveva chiesto di esporre una riflessione sull’ America latina dalla prospettiva del CELAM, precisamente a Roma, io ero lì, tenni la conferenza, c’erano diplomatici di tutto il mondo, anche del Venezuela, e al termine una persona al fondo della sala iniziò a gridare che io ero un golpista, che ero una persona non grata, allora le ho detto: scusi signora, ma le cose non si dicono così, mi dica di cosa mi sta accusando e lei se ne andò. I diplomatici in quella  riunione mi chiesero scusa, perfino gli organizzatori del Foro Italo-Latinoamericano”.

Nella dichiarazione del cardinale alla CVR (che comunque  riconosce che effettivamente in Honduras  si trattò di un colpo di Stato), tuttavia ciò che risalta ad una attenta lettura della medesima,  è l’appoggio che effettivamente egli ha dato al golpe e la coincidenza delle sue opinioni personali con le giustificazioni con le quali l’ex presidente Manuel Zelaya è stato cacciato dal paese in pigiama e mandato in Costa Rica. Perché negarlo allora questo appoggio­?

Questi qui di seguito sono i passaggi più rilevanti del suo intervento  alla CVR che inizia con il racconto delle amichevoli relazioni che Manuel Zelaya aveva con lui e con tutta la chiesa honduregna fino al momento in cui  fa la sua comparsa quel demonio di Chávez nella vita di Zelaya e del paese:

“… era una relazione abbastanza buona direi io, fluida, abbastanza fraterna e potrei dire perfino simpatica, perché il presidente era molto amichevole con tutti i vescovi. Poi c’è stato un cambiamento abbastanza importante  quando è arrivato il presidente Chávez del Venezuela, quando si è tenuta una grande manifestazione di fronte alla casa presidenziale e ci sono stati perfino insulti, allora il presidente Zelaya mi chiese scusa e mi disse : guardi io gli ho detto al presidente Chávez che non si metta  direttamente contro la chiesa ma c’è stato un cambiamento notevole, perché già non c’era comunicazione,  l’ultima volta che venne a una celebrazione fu il giorno della Vergine de Suyapa nell’anno 2009. C’è un aneddoto interessante, lui stava in Venezuela il 2 febbraio e la festa è il 3 febbraio, chiamò il mio  vescovo ausiliare e gli disse: porga le mie scuse al signor cardinale ma non potrò essere alla  festa della Vergine di Suyapa e il mio vescovo gli disse: io dirò  al signor cardinale che lei non potrà esserci ma non gli dirò  che lei ha preferito al presidente Chávez alla vergine di Suyapa. Ritornó all’alba,  il suo volo era all’ alba e alle 9 di mattina stava nella Basilica di Suyapa con tutto il popolo e al concludere la messa chiese di parlare con me, venne alla sacrestia e mi disse queste parole: mi appoggi  con il salario minimo.

Avevano  alzato il salario minimo e questo  provocò molto malessere e gli dissi:  noi appoggiamo quello che è giusto signor presidente. Fu praticamente il mio ultimo contatto con lui, dopo venne il fatto della famosa quarta  urna e lui chiese una riunione con noi nella Conferenza Episcopale il giorno 11 giugno del 2009, lo ricevemmo, venne con il ministro Flores Lanza e con il ministro Enrique Reina,  furono 4 ore di colloquio e lui convincendoci che si trattava di una consultazione popolare, che non era una decisione sulla costituente etc, noi esponemmo tutti i dubbi del  popolo e gli dicemmo: signor presidente se dovete fare qualcosa, fatelo conforme alla legge”.

Già  in questa affermazione possiamo  notare come  il cardinale richiama l’allora presidente Zelaya affinché agisca in modo conforme alla legge: il fatto di agire contro la legge fu la giustificazione principale al colpo di Stato.

Poi continua   citando alla CVR il comunicato del 19 giugno che i vescovi della Chiesa cattolica honduregna  avevano emesso rispetto alla quarta urna. Il comunicato inizia con una citazione del Libro dei Re: “Concedi al tuo servo un cuore docile perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male”. (Primo libro dei Re, 3.) E termina così :  “In una società libera e sovrana, solo si possono costruire con la partecipazione di tutti i cittadini sentendosi corresponsabili del benessere dell’ Honduras, ma una vera procedura di partecipazione non si può fare  contro le stesse leggi, non si può disobbedire alla legge in nome delle persone alle quali si vuole beneficiare, come non si può essere democratico senza rispettare la democrazia imponendo il potere di un determinato gruppo a tutti gli altri membri della società”.

E’  evidente che i vescovi honduregni non erano d’accordo con l’installazione della quarta urna  e la consideravano una opzione non conforme alla legge.

Successivamente, il 20 giugno il cardinale  Oscar Andrés Rodríguez  parte per un viaggio in Italia e ritorna proprio il  28. Questo fu anche quello che lui disse a Roma rispondendo al mio intervento che lo accusava di aver appoggiato il colpo di Stato: che lui non si trovava nel paese e che non sapeva nulla di quello che sarebbe successo. Ciò nonostante  egli afferma che fa  ritorno nel paese e trova che  “tutto era tranquillo” (!!!) e che “seguì una settimana un poco difficile” come dichiara alla CVR.

Quello della  “settimana difficile”  sembra piuttosto  un eufemismo. Ricordiamo che il giorno successivo al golpe Micheletti decretò un coprifuoco di 48 ore, le trasmissioni televisive e radiofoniche furono vietate, Tegucigalpa era messa sottosopra dalle proteste che si stavano estendendo a tutto il paese. Decine di feriti, due morti, negozi chiusi,  barricate e gas lacrimogeni. Un fotografo AFP descrisse la situazione di quella giornata come  una “battaglia campale”.

Nei giorni seguenti si contarono invece almeno 5 morti, un centinaio di feriti e circa 500 detenuti.

Il 3 luglio la Conferenza Episcopale dell’Honduras emise il famoso comunicato “Costruire dalla crisi” considerato la vera benedizione della Chiesa Cattolica honduregna al colpo di Stato. Qui si può leggere la sua versione integrale:

http://www.zenit.org/rssspanish-31781

“Tutti e ognuno dei documenti che sono i nelle nostre mani dimostrano che le istituzioni dello Stato democratico honduregno  sono vigenti e che il loro agire in materia giuridico legale è stato conforme al diritto. I tre poteri dello Stato, Esecutivo, Legislativo e Giudiziario sono in vigenza legale e democratica in accordo alla Costituzione della Repubblica di  Honduras… Sulla base della documentazione che abbiamo e conformemente a quanto contemplato  nell’ articolo 239 della costituzione della repubblica, per chi propone la riforma di questo articolo cessa immediatamente  il suo incarico, resta inabilitato per 10 anni dall’ esercizio di ogni funzione pubblica , per tanto la persona richiesta quando fu catturato già non era presidente della repubblica, in data 26 giugno del  2009.

Ancora dubbi?

Qui di seguito alcuni dei frammenti più interessanti delle  dichiarazioni del cardinale Maradiaga  alla CVR:

“ Mi dispiace molto che il presidente Zelaya aveva tante buone intenzioni e dopo che il presidente Chávez gli fece cambiare idea  arrivammo a questo problema così grave, direi io difficile da risolvere.

“ Perfino  quando  il presidente Zelaya si trovava nell’ ambasciata del Brasile, io mandai monsignor Pineda  tre  volte, lui mi disse che voleva parlare con me ed io gli dissi, va bene chiesi anche il permesso alla Polizia, mi concessero l’appuntamento alle 6 del pomeriggio, alle 4 intercettarono una registrazione che io ascoltai del presidente Hugo Chávez a Zelaya dove diceva : sequestrate a questo figlio di… e avrete lo Stato e la Chiesa in ginocchio,  e allora no, non ebbi il permesso per entrare all’ ambasciata , ma il piano era quello, tenermi lì come ostaggio. Erano in questa ambasciata monsignor Pineda li vide, alcuni soldati, o agenti, o poliziotti venezuelani armati  e non so cosa ora vogliate ancora domandarmi…”

 “Creo che sia importante, ci sono varie cose. Il giornale di bordo di quegli aerei e l’uso che fece il presidente degli aerei e degli elicotteri è una vergogna.

Jorge Omar Casco:
Privato? 
Cardinale  Rodríguez:
Della Forza Aerea per uso privato e anche per cose… e questa è una cosa che dà vergogna, dà  vergogna, io lo ho saputo, privatamente perché risulta che io sono pilota e mi affascina volare. 
Jorge Omar Casco:
E che successe? I voli non erano ufficiali o…?

Cardenal Rodríguez:
No, lo catturarono che piangeva e che diceva:ammazzatemi, questo lo disse un vicino di casa dove lo catturarono, che gridava ed era vestito, che l’ Esercito non volle dire niente, perché c’era un informatore nell’ Esercito che gli passo l’informazione, ma lui non fu catturato in pigiama , se la mise in aereo e se avete occasione, domandatelo per vedere se lo dicono anche loro, veramente”.

E questa, che considero la ciliegina sulla torta:

“non capisco perché l’OEA fa pressioni perché il presidente Zelaya non abbia nessun processo, io credo che sarebbe l’esempio peggiore per l’ingiustizia in Honduras, la cosa migliore sarebbe che lui si presenti e gli vengano fatti i processi, il punto è come farli”

Eduardo Stein:
Abbiamo ascoltato un poco di tutto, perché solo si processa Zelaya e non a quelli che hanno eseguito il golpe.

Cardinal Rodríguez:
E’ che il golpe più che Zelaya, Patricia Rodas , ho un testimone che lo stesso venerdì, il venerdì 26, c’era una persona con Zelaya convincendolo a non fare la quarta urna e Patricia Rodas ritornava dal Venezuela quella stessa notte e quella stessa notte gli fece cambiare idea ed è che egli purtroppo egli aveva molta debolezza rispetto a Patricia, debolezza umana, non semplicemnete di pensiero, tristemente, così io devo dirvi. 
Jorge Omar Casco:
Lei considera questi attacchi più rivolti contro di lei o contro la chiesa?

Cardenal Rodríguez:
No. E’ contro di me, contro di me, è che è la strategia che ha  Chávez, è lo stesso che succede in Venezuela, è lo stesso, completamente lo stesso che succede in Bolivia e in tutti questi anni, siamo andati e credo che dobbiamo continuare a farlo, però questo era il progetto di Chávez, che non è solo di  Chávez,  viene del Foro de Sao Paulo, questo è Fidel, questo è Fidel, incredibile, guarda un uomo di una intelligenza superiore, peccato  il male, peccato… 
Jorge Omar Casco:
Ma Fidel? 
Cardinale  Rodríguez:
Sí y come lui non può più usa a Chávez, Chávez va costantemente perchè lì alimentano il suo pensiero, lui non ne ha molto”.

P.S.   Questa è la pagina della Commissione della Verità (CDV), organizzata dal FNRP. Tra qualche mese di renderanno pubblici i risultati delle indagini dei commissari Luis Carlos Nieto, Craig Scott e Francisco Aguilar.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  1. avatar
    pedro navaja ha detto:

    Annalisa sto ancora aspettando che tu, o il tuo amico, il savio Carotenuto, scrivano o parlino della strada che Evo sta iniziando a costruire, con finanziamenti brasiliani, nell’amazzonia boliviana e che taglierà in due il territorio indigeno e parco nazionale Isiboro secure. In confronto l’impatto dell’alta velocità in Val di Susa è una molecola. Qui si tratta di una delle aree a maggior biodiversità della terra.
    Gli indigeni dell’amazzonia e del chaco si oppongono, ma i coloni coltivatori di coca, quechua e aymara, al governo, hanno dichiarto gli indigeni ”nemici del popolo” che si oppongono al progresso (http://eju.tv/2011/08/carretera-por-el-tipnis-masistas-declaran-enemigos-del-pueblo-a-indgenas/) .

    Qualche commento su questa strada che rappresenterà un ecocidio ed un etnocidio o considerato che è Evo, si soprassiede?

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      Annalisa ha detto:

      Mi spiace per te caro Pedro, visto che sembra che ci tieni particolarmente, ma non ne so veramente nulla per poter commentare in merito. Ti ringrazio dell´informazione comunque, approfondiró la cosa.

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    pedro navaja ha detto:

    qui qualche dato, di fonte spero non sospetta, sulla questione della strada che distruggerá il parco nazionale territorio indigeno Isiboro Secure.

    http://www.kaosenlared.net/noticia/bolivia-gobierno-evo-amenaza-destruir-territorio-indigena-parque-nacio

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