La mafia non esiste? Antonio Mazzeo mafioso? Vittorio Sgarbi VERGOGNATI!!!

3 commenti

E’ stato vergognoso l’intervento  (vedi qui il video) di Vittorio Sgarbi  alla 57^ rassegna cinematografica di Taormina di venerdì  scorso.  Ancora più  vergognoso perché rivolto ad una platea composta per la maggior parte da giovani, studenti  e giornalisti internazionali.

Sgarbi, sindaco di Salemi (Trapani)  doveva parlare de “L’arte e la cultura in una società senza valori” invece il suo intervento si é trasformato in un lungo e violento attacco alle istituzioni dello Stato, all’ Antimafia, alla Magistratura , trattando il tema della mafia in Sicilia  in maniera superficiale e revisionista, come da tempo fanno i nostri politici al governo (soprattutto quelli che con la mafia sono o sono stati collusi).

La sua affermazione “la mafia é una leggenda” ricorda tanto la dichiarazione che fece Dell’ Utri nel corso di un’intervista rilasciata  a Chiambretti nel 1997: “No, non esiste la mafia. La mafia è un modo di essere, di pensare”. Lo stesso Dell’ Utri che, ricordate, definì Vittorio Mangano, lo stalliere di Arcore, mafioso, “un eroe”.

Dell’Utri, senatore della Repubblica (sic), braccio destro di Berlusconi e fondatore con lui nel 1993 di Forza Italia, il 29 giugno 2010 è stato condannato presso la Corte di Appello di Palermo a sette anni di carcere per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.

Vittorio Sgarbi, invece, attualmente sindaco di Salemi, nella sua vita ha fatto di tutto, dal critico d’arte, al personaggio televisivo, dall’interprete teatrale al politico. In politica praticamente ha militato in tutti i partiti sia di destra che di sinistra passando per tutti centri possibili e immaginabili. Adesso si dedica appunto al revisionismo, attività volta a riabilitare le peggiori schifezze nazionali,  sempre di moda nel nostro paese,  soprattutto negli ultimi anni. Adesso l’ultima moda in fatto di revisionismo è proprio quella di dire che la “mafia non esiste”. Lo ha detto  il prefetto di Milano a gennaio del 2010 (“A Milano la mafia non esiste”), lo aveva già detto Sgarbi nel 2009, lo hanno detto Formigoni e Berlusconi decine di volte.

Per Sgarbi al festival di Taormina la mafia oltre a non esistere ormai più, “è una leggenda”. Poveri Falcone e Borsellino passati all’ Olimpo degli Dei…

Ancora più gravi tuttavia le sue affermazioni secondo le quali “in Sicilia l’Antimafia blocca l’economia siciliana per magnificare la propria capacità di combattere la mafia” (???) o  (probabilmente influenzato dagli attacchi di Berlusconi alla magistratura) “quando un magistrato o un questore stabilisce di verificare gli atti per vedere le infiltrazioni mafiose, quello è peggio della mafia”. Dalle toghe rosse alle toghe mafiose è breve il passo…

Tuttavia per fortuna ci ha pensato il giornalista e scrittore siciliano Antonio Mazzeo, autore di  “I Padrini del Ponte” a svegliare la platea e a ridare un momento di dignità alla serata. Mazzeo si è sentito in dovere di protestare contro le affermazioni vergognose di Sgarbi fatte davanti a un pubblico giovane e con ospiti e invitati internazionali, attirandosi gli insulti del sindaco di Salemi che per ben tre volte lo ha chiamato mafioso, senza che nessuno tra gli organizzatori abbia avuto il coraggio di intervenire.

Ad Antonio Mazzeo, che annuncia misure legali contro Vittorio Sgarbi, va tutta la mia solidarietà e stima per l’importante e delicato lavoro di denuncia che svolge in difesa del suo territorio, proprio contro le infiltrazioni criminali e mafiose che ancora e soprattutto oggi, forti di capitali internazionali di varia provenienza, se lo continuano a contendere.

Annalisa Melandri

 

 

Qui di seguito  un estratto, da non perdere,  dello spettacolo “Oltre le barricate – Il coraggio delle donne” di Pascal La Delfa presentato  da Magma Teatro al Premio Nazionale Paolo Borsellino (premiati  Pino Maniaci e Piero Marrazzo).  Riassume perfettamente lo Sgarbi pensiero (la mafia ringrazia):

Magari qualcuno può pensare che in Sicilia siamo mafiosi perché si usano espressioni del tipo:

sei una persona di un certo calibro, sei un tipo alle prime armi.

Magari qualcuno può pensare che io sono mafioso solamente perché porto il pizzo.
Si chiama rispetto delle tradizioni.

Vi faccio un esempio per farvi capire che in Sicilia la mafia non esiste.

Vai alla posta e ti metti in fila.
Davanti a te ci sono ventitré persone. È una calda giornata di Luglio e il ventilatore è rotto e c’è un solo sportello aperto.
C’è così caldo che l’impiegato al computer pur di fare entrare un po’ di aria ha aperto tutte le finestre di Windows.
Sei così sudato che se ti togli la maglietta compare la Sacra Sindone, ma come un povero pirla aspetti il tuo turno.
L’impiegato è così lento che per ogni pratica ci mette venti minuti.
Che ti chiedi ma perché chiamarla pratica se è in realtà è così complicata?
E perché chiamare una busta spedita se in realtà è così lenta?

Dopo due ore di attesa arriva finalmente il tuo momento.
Ancora un numero e toccherà a te!
Quando entra Lui; bello, perfetto, non un capello fuori posto, in giacca e cravatta.
Che solo a guardarlo ti viene caldo ma si vede che avrà un sistema di refrigerazione interna montato sulla giacca.
Bacia il direttore, perché in Sicilia se non fai il vasa vasa non sei nessuno,
saluta l’impiegato e si mette lì, davanti a te, nell’unico sportello aperto.

Potrebbe sembrare un atteggiamento mafioso ma non lo è.
Magari provi a chiedere spiegazioni a qualcuno ma tutti ti risponderanno:
non vedo, non sento e non parlo.

E siete messi male figli.
Infatti erano tutti lì per ritirare la pensione di invalidità.

Pensione di invalidità che in Sicilia si ottiene con dei requisiti rigorosissimi.
Devi avere un amico all’INPS e un dottore accondiscendente che ti scrive su un certificato che tu sei invalido.
Poi si vedono ciechi che leggono il giornale, sordi che ascoltano l’I-Pod e muti che parlano al telefono.
Non sono falsi invalidi, ma è gente che cerca di reagire.
Una sorta di terapia riabilitativa insomma.

Per conoscere qualcuno che lavora all’INPS basta andare al bar che sta sotto la sede
e lì trovi tutti gli impiegati nella pausa caffè, che va dalle 9.15 alle 12.45.
Poi per conoscere il medico accondiscendente basta farsi un giro per gli ambulatori.
Se entri e il medico ti dice buongiorno e basta, non è il vostro uomo. Se invece ti saluta e ti bacia, ti puoi fidare.
Perché se in Sicilia non fai il vasa vasa non sei nessuno.
Ci fai due chiacchiere e in quattro e quattro otto ti dà il certificato di invalidità e un santino elettorale.

Lui chiude un occhio e tu ci fai una croce sopra.

E non mi venite a dire per cortesia che questo significa comprarsi i voti.
Non è vero.
In Sicilia nessuno si compra i voti, semmai li affitta.
Questo si chiama sistema proporzionale.
In proporzione a te quanto ti conviene votarmi?

Vedete che la mafia in Sicilia non esiste.

E non mi venite a dire che in Sicilia c\’è la mafia perché gli appalti sono truccati.
Noi trucchiamo gli appalti per renderli più presentabili.
Un po’ di rossetto, un po’ di matita e il phard sotto gli occhi e rendiamo l’appalto una bellezza.
E non mi dite che c’è la mafia nelle grandi infrastrutture solo perché il cemento è armato.
E basta con questa storia che in Sicilia i politici favoriscono la mafia.
Semmai è la mafia che favorisce i politici.

Ora tornando da dove eravamo parti, la posta, l\’ufficio pieno e il signore in giacca e cravatta.
A me è successo una volta che uno mi è passato avanti.
Io non ho pensato che quello fosse un atteggiamento mafioso ma mi sono avvicinato
e con calma e tranquillità gli ho fatto capire che non sono cose che si fanno.
Ho preso la pistola e gli ho sparato.

E non mi venite a dire che in Sicilia siamo tutti mafiosi.

 

  1. avatar
    Nino Ippolito ha detto:

    SALEMI — Vittorio Sgarbi interviene sulle polemiche suscitate ad hoc dopo la vibrata denuncia, a proposito della mafia in Sicilia, nel corso di un dibattito al Festival del Cinema di Taormina:

    «Su quel che io penso e dico sulla mafia continua una scientifica, premeditata opera di disinformazione.
    Non ho mai pensato o detto che la mafia non esiste. Ho detto e lo ribadisco che la mafia non esiste in quella dimensione esageratamente pervasiva e oppressiva descritta — con la solita retorica — dai soliti mestieranti dell’antimafia che vedono la mafia anche là dove non c’è.

    C’è la mafia, ma non c’è dappertutto. E occorre contestualizzare le riflessioni. Perché diversamente la Sicilia non ha speranza.

    La mafia io la denuncio da anni. La mafia nel mondo dell’arte, nelle università. E in ultimo, da solo, la mafia nel settore delle energie rinnovabili, nell’eolico e nel fotovoltaico, dove prosperano affaristi, mafiosi e politici tangentisti. Quella mafia che i mestieranti dell’antimafia, ebbri della retorica delle parole, non vedono e non denunciano.

    La mia vibrata denuncia nel corso del Festival del Cinema di Taormina, rispondendo alle provocazioni di un giornalista che, evidentemente, cercava la polemica con me solo perché pensava di farsi pubblicità — appartenendo egli a quella variegata schiera di autori che arricchiscono la pubblicistica sulla mafia — faceva riferimento ai fatti di Salemi e alla nomina di una Commissione chiamata a verificare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata sulla base di una indagine che riguarda una persona, l’ex deputato Pino Giammarinaro, che non è mai stata condannata per mafia, che ha partecipato, da libero cittadino e non da sorvegliato speciale, alle elezioni comunali, e che era, altrettanto democraticamente, il leader politico di una compagine politica divenuta, grazie al consenso dei cittadini, maggioranza consiliare ,

    La mia denuncia, dunque, era per sottolineare la violazione delle regole democratiche, per cui si tenta di trasformare in «mafia» quello che è stato il risultato, democratico, di una campagna elettorale.

    Ed è inaccettabile che si estendano a un intero Comune sospetti, allusioni, ricostruzioni fantasiose, dando di Salemi una immagine negativa.
    Ecco allora che quando ci si inventa la mafia anche là dove non c’è, si nega lo sviluppo, si nega il riscatto, si nega il futuro, si nega qualunque attività di innovazione e libertà. L’ho detto a Taormina e lo ribadisco ancora.

    Che io reagisca per difendere il mio paese è una ragione di onore. Non c’è nessuna volontà di negare le mafie. Che spesso non sono quelle indicate, retoricamete, dai mestieranti dell’antimafia

    La storia di questo Paese è piena di casi come quello di Salemi, di Comuni sani, trasparenti, la cui attività è messa in discussione da menzogne.

    Ecco, quella mafia che, suggestivamente, si sono inventati a Salemi, non esiste, non c’è.
    Combatto e combatterò questa antimafia di maniera che sa solo diffamare. Non mi devo dunque vergognare di nulla.

    Continuare a parlare di mafia in maniera generica, letteraria, retorica, significa solo mortificare la Sicilia e i siciliani»

  2. Un pagliaccio… un pericoloso pagliaccio però, perchè continua ad imperversare (senza motivo) in televisione da 20 anni! Ciao Annalisa!!!!

  3. avatar
    sgorby ha detto:

    Ogni potere ha sempre un giullare, un buffone di corte: la mafia ha sgarbi.

Lascia un commento a Mauro Pigozzi Trackback URL: