La Federazione Internazionale dei Diritti Umani e le violazioni dei diritti dei migranti in Messico

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Missione  FIDH nelle zone di frontiera del Messico
dal 25 febbraio al 13 marzo 2007
La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) in occasione del 60° anniversario della  Dichiarazione Universale dei Diritti Umani,  ha svolto nel corso del 2007,  dal 25 febbraio al 13 marzo, una missione nell’ambito della Campagna internazionale   su “Migrazioni e Diritti Umani”, nelle due zone di frontiera  che al momento rappresentano le due aree più  critiche rispetto alle violazioni dei diritti umani che sistematicamente vengono commesse nei confronti dei migranti. Le frontiere sotto esame sono state quelle messicane, a sud del paese   al confine con il Guatemala, e a nord,  al confine con gli Stati Uniti.
In particolare la zona di confine tra Messico e Stati Uniti segna anche una zona di “frattura tra un’America ricca  e dominante nei programmi economici e politici e un’ America povera e sommessa alle regole del gioco stabilite dal vicino Nord”,  come si legge nella relazione presentata dalla FIDH, al termine della missione.
 
Negli ultimi 12 anni sono stati più di 4 mila i migranti che hanno trovato la morte  attraversando il muro, “materiale e virtuale”  che separa il Messico dagli Stati Uniti.
Migranti “illegali” vengono definiti dalle autorità e dai mezzi di comunicazione, definizione alla quale la Federazione Internazionale dei Diritti Umani, della  quale fa parte anche  la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH)  si oppone fermamente,   in quanto considera aberrante la definizione stessa di “illegale”  applicata ad un essere umano. Quel  termine  illegale” posto vicino alla parola  migrante implica una criminalizzazione del  fenomeno della migrazione e spesso anche una confusione tra migrazione e terrorismo, confusione che si è accentuata soprattutto   nel corso dell’ ultima  amministrazione statunitense e che  ha un risvolto  particolarmente inquietante perchè sta legittimando in nome della sicurezza nazionale misure sempre più repressive  e violazioni sempre più gravi dei diritti umani.
 
Sempre più uomini e donne si spingono oltre i confini del Messico,  costi quel che costi, mossi dalla speranza di una vita migliore,    e quindi la causa principale delle migrazioni resta comunque e sempre la povertà. C’e da dire inoltre che con la firma del Trattato di Libero Commercio  tra il Canada,  gli Stati Uniti e il Messico, il così detto NAFTA, le disuguaglianze tra il Messico e gli altri paesi non sono diminuite, anzi sono aumentate drammaticamente. In dieci anni, tra  il 1994 e il 2004 più di  un milione di contadini messicani sono stati costretti ad abbandonare le loro terre per l’arrivo  nel mercato nazionale di mais e grano provenienti dagli Stati Uniti a  prezzi irrisori.
 
Le violazioni dei diritti umani che la FIDH ha potuto rilevare nel corso della sua missione nelle due zone di confine sopra citate,  sono state innumerevoli.
Numerose interviste e testimonianze raccontano di moltissimi casi di decessi che avvengono per le cadute dai così detti “treni della morte” che trasportano i migranti dal sud al nord del paese, verso il confine con gli Stati Uniti. I corpi dei deceduti vengono gettati in fosse comuni o in cimiteri di zone rurali (tristemente noto quello di Tapachula) e ai familiari generalmente  non viene data comunicazione del decesso dei loro congiunti.
Durante le operazioni di identificazione dei migranti e durante i controlli effettuati nei “treni della morte”  è stato rilevato e denunciato un uso sproporzionato ed eccessivo della violenza da parte delle forze dell’ordine preposte ai controlli. L’impunità,  successivamente protegge l’operato di polizia ed esercito nei casi accertati di violazioni dei diritti umani.
Ulteriori e gravi violazioni vengono commesse quando i migranti sono detenuti nelle così dette “estaciones migratorias” dove dovrebbero permanere fino al momento che  non “venga chiarita la loro posizione  migratoria ed  effettuata la loro deportazione” e comunque non per un periodo superiore ai 90 giorni.  Le violazioni più comuni in questo caso vanno dal prolungamento dei termini consentiti di custodia, fino alle pessime condizioni igieniche e sanitarie dei luoghi adibiti, oltre naturalmente  a gravi casi di violenze fisiche e maltrattamenti sui migranti ospitati nei centri.
A queste detenzioni “legali” si aggiungono   detenzioni illegali di migranti da parte di bande di criminali a puro scopo estorsivo.
La relazione della FIDH si conclude con le raccomandazioni che la Federazione Internazionale e i suoi partner in territorio nazionale fanno sia ai governi degli Stati  Uniti che del Messico per il rispetto dei diritti dei migranti in quanto esseri umani.
 
Seminario Internazionale
“I diritti umani dei migranti nelle Americhe”
16/17/18 giugno 2008– Città del Messico
Nel giorni 16, 17 e 18 giugno del 2008, invece   a Città del Messico, a complemento del lavoro svolto dalla FIDH l’anno precedente, si è tenuto il Seminario Internazionale “I diritti umani dei migranti nelle  Americhe” convocato proprio dalla Federazione Internazionale dei Diritti Umani  e dalle sue due leghe messicane, la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH)  e la Commissione Messicana per la Promozione e Difesa dei Diritti Umani ( CMDPDH) nonché dall’organizzazione Sin Fronteras I.A.P.,  con l’obiettivo primario di analizzare le gravi violazioni dei diritti umani emerse proprio nel corso della missione realizzata appena un anno prima lungo le frontiere nord e sud del  Messico.
Vari i temi affrontati:
- L’analisi dei flussi migratori nelle frontiere
- La detenzione e la deportazione dei migranti
- I diritti dei lavoratori migranti
 
Il Dr. Adrián Ramírez, presidente della LIMEDDH nel corso del suo intervento durante il seminario ha condiviso la sua esperienza ventennale di difensore dei diritti umani: “quando ci avviciniamo alle testimonianze delle vittime quodiniane di questi abusi, possiamo vedere le ferite inflitte sui corpi delle persone, la tristezza e le lacrime delle donne violentate e gli abusi ai quali  costantemente sono sottoposti durante il loro viaggio verso gli Stati Uniti. E questo muro, che non detiene la migrazione, ma semplicemente quello che fa è che scavalcando  il muro le persone diventano adatte a lavorare negli Stati Uniti…”.
 
Non poteva essere non affrontata inoltre la “direttiva ritorno” recentemente approvata dall’Unione Europea, che come spiega il Dr. Ramírez “rappresenta un grave regresso per i diritti umani nel mondo” e lancia un monito all’Unione Europea: “ da qui vi diciamo che quello che è accaduto in Francia con la morte di questi due cittadini migranti dell’Africa e che poi ha generato tanta violenza è semplicemente la manifestazione del fatto di non aver considerato gli esseri umani di qualsiasi parte del mondo come umani e che la xenofobia l’unica cosa che alimenta è l’odio e il ritardo nella soluzione dei problemi gravi dell’umanità”.
 
Nel corso del Seminario, al quale hanno partecipato più di 20 paesi,  è stata lanciata la campagna internazionale a favore dei diritti dei migranti e la scelta per questa iniziativa  è caduta proprio non casualmente su Città del Messico,  in quanto questo paese è notoriamente “origine, transito e destinazione dei migranti”.
 
 
1)Video/Audio dell’  intervento del Dr. Adrián Ramírez, presidente della LIMEDDH nel corso del seminario internazionale   “I diritti umani dei migranti nelle Americhe”
2)Relazione della  FIDH, Muros, abusos y muertos en las fronteras : Violaciones flagrantes de los derechos humanos de los migrantes indocumentados en camino a Estados Unidos, marzo de 2008|fr->http://www.fidh.org/spip.php?article5336
3)Consigliati sul tema dei migranti in  México:
 
qui di seguito il video dell’intervento del Dr. Adrián Ramírez, presidente della LIMEDDH
 
 

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