La vera storia di Ramón il terrorista che Omero Ciai ha nascosto ai lettori di Repubblica

19 commenti

Raúl Reyes a Fiumicino con la moglie Olga Marín ed altri leader FARC

Due articoli apparsi uno il 27 luglio sul sito di Radio Caracol e uno  due giorni fa  sull’edizione online del quotidiano  El Tiempo, dichiarano che le autorità colombiane sono a conoscenza dei nomi, saltati fuori dal computer di Raúl Reyes,  dei presunti “fiancheggiatori” delle FARC in Europa e che tali informazioni sarebbero state già trasmesse ai governi dei paesi interessati.
Anche l’Italia figura fra questi, il sito di Radio Caracol fa infatti riferimento a un certo “Ramón”, mentre quello di El Tiempo cita due persone che usano gli “alias” di Ramón e “Consolo” e “le cui identità sarebbero già note”.
In Italia la stessa notizia è stata ripresa ieri dal quotidiano La Repubblica a firma del suo latinoamericanista Omero Ciai, che in un ignobile articolo dal titolo  “Ecco chi aiuta le FARC dall’Italia”, scrive: “degli Italiani si conoscono solo i “nomi di battaglia” estratti dal computer di Reyes (“Ramon” e “Consolo”) ma, sempre secondo El Tiempo, la polizia italiana ne conosce la vera identità e l’ha già comunicata ai colombiani”.
Si lascia sfuggire una grande occasione Omero Ciai, quella di fare il suo mestiere come andrebbe fatto, e cioè usando la curiosità ma soprattutto la conoscenza dell’argomento trattato, per riportare una notizia in modo corretto e onesto.
Per chi fosse infatti appena dentro le vicende colombiane (come dovrebbe esserlo il latinoamericanista di un  grande quotidiano nazionale) non era difficile immaginare che  “Ramón” e “Consolo” non erano affatto degli “alias” come riporta El Tiempo e tanto meno dei “nomi di battaglia” come inventa Omero Ciai colorando il suo articolo con un tocco di fantasia.
Ramón e Consolo sono in realtà Ramón Mantovani e Marco Consolo,  il primo  ex parlamentare del Partito di Rifondazione Comunista, il secondo dirigente del gruppo,  da anni impegnati  per il raggiungimento di un accordo di pace nel  conflitto che da circa mezzo secolo insanguina la Colombia.
Chi segue le vicende colombiane sa benissimo che sia Ramón Mantovani che Marco Consolo con Raúl Reyes e sua moglie Olga Marín ( figlia di Tirofijo) intrattenevano rapporti di amicizia oltre che di collaborazione in virtù di uno scambio di prigionieri tra le FARC e il governo colombiano. Raúl Reyes e sua moglie vennero  in Italia invitati da Rifondazione Comunista una prima volta nel 1997 e in quell’occasione furono ricevuti anche dalla Farnesina.  “Noi facemmo in modo che venissero ricevuti dalla Farnesina.  Era utile che il governo italiano conoscesse le intenzioni delle FARC circa un eventuale processo di pace. Venne deciso che FARC e governo italiano avrebbero intrattenuto una relazione stabile presso l’ambasciata italiana in un paese terzo”. Questo scriveva Ramón Mantovani in un suo articolo pubblicato il   6 marzo scorso su Liberazione, appena    tre giorni dopo la morte di Raúl Reyes, avvenuta in seguito ad un’ incursione illegale in territorio ecuadoriano da parte dell’esercito colombiano,  nella quale morirono oltre a lui e sua moglie,  altre venti persone.
Quell’incontro tra il governo italiano e quello che era il portavoce delle FARC portò alla liberazione unilaterale di un prigioniero che si trovava nelle mani della guerriglia colombiana.
Successivamente Reyes ebbe modo di incontrare, grazie alla mediazione di Ramón Mantovani, anche  la Commissione Esteri della Camera dei Deputati e  la Segreteria di Stato Vaticana, mentre numerosi furono i viaggi dei due politici italiani in Colombia  organizzati e attuati completamente alla luce del sole e in accordo con l’ambasciata italiana a Bogotá, come gli stessi Mantovani e Consolo hanno reso noto in una conferenza stampa realizzata oggi stesso presso la sede di Rifondazione Comunista di Via del Policlinico a Roma.
Raú Reyes, e questo Omero Ciai dovrebbe saperlo, in qualità di “ministro degli Esteri” delle Farc ha sempre viaggiato tantissimo, ha incontrato politici e intellettuali in vari paesi europei e li ha ricevuti nella sua tenda  in Colombia nella selva. Incontri  volti esclusivamente al raggiungimento di accordi di pace tra le parti di quella che forse è una delle guerre civili più lunghe ancora in corso. Quando il dialogo e gli accordi di pace erano ancora ipotizzabili forse in una Colombia sì martoriata ma non ancora  messa nelle mani armate della politica di sicurezza democratica di Álvaro Uribe.  Incontri pubblici come  quando nel  2000 in Spagna Reyes fu invitato e ricevuto con tutti gli onori  insieme all’Alto Commissario colombiano per la Pace Víctor Ricardo, come dimostra la foto,dall’allora dirigente del Partido Popular e presidente della Generalidad Valenciana, Eduardo Zaplana.
Temendo la possibilità di un riaccendersi del dibattito circa il conferimento dello status di belligeranza alle FARC, Álvaro Uribe nel mese di gennaio di quest’anno,  ha organizzato un viaggio in Europa per sferrare un’ “offensiva diplomatica” alla guerriglia colombiana, incontrando  alcuni capi di stato europei e denunciando il “carattere terrorista” delle FARC e dell’ELN, l’atro gruppo ribelle che combatte da anni in Colombia e richiamando l’attenzione  dei suoi omologhi sui presunti “legami internazionali”delle FARC.
Si è prestato bene quindi alla politica  del governo colombiano il nostro latinoamericanista.
Dopo i combattenti Ramon e Consolo, tira in ballo nel suo articolo anche l’Associazione Nuova Colombia, colpevole di organizzare pubblicamente dibattiti e cene.
In conclusione del suo articolo un fugace riferimento alla  “relazione, citata dal procuratore Pietro Grasso, tra alcune organizzazioni criminali italiane legate alla camorra e alla ‘ndrangheta e le Farc”. Ricordiamo a Omero Ciai che l’esempio  più noto di vincolo tra ‘ndrangheta e Colombia è rappresentato da quel Salvatore Mancuso, capo indiscusso delle Auc, Autodefensas Unidas de Colombia, gruppo paramilitare di estrema destra, estradato negli Stati Uniti poco tempo fa perchè in Colombia stava parlando troppo sui vincoli tra potere politico e paramilitarismo e il cui computer a differenza di quello di Reyes, recuperato intatto dopo un bombardamento aereo,  è invece “sparito” dalla sua cella prima del suo trasferimento all’aeroporto.
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    Anonimo ha detto:

    E che dobbiamo dire i colombiani dei suoi articoli.….non ci sono buoni nella ‘guerra civile colombiana’ lottano tutti per interessi propri nessuno per il popolo come vogliono fare credere! anzi è proprio il popolo la vittima di questa ‘revoluzione’..basta con le arme devono essere tutti sconfitti e farla finita con tanta sofferenza e tanta sangue! non alimentate anche voi la guerra!

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    V. ha detto:

    quoto:
    .…non alimentate anche voi la guerra!

    Ma hai letto l’articolo?
    …non ti vergogni a scrivere una cialtronata del genere?

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    Anonimo ha detto:

    Se fossimo negli anni Settanta Omero Ciai sarebbe stato allontanato e sostituito. L’operazione messa in atto dagli americani e’ ormai nota e vecchia. Fare uscire su giornali , radio o altri media compiacenti delle notizie per infangare o comunque buttare discredito su persone e “bruciarle”. E’ accaduto nel 64 a Montevideo. Philip Agee lo racconta nel suo libro Inside of the Company. In quella occasione egli, agente della Cia avvicino’ il corrispondente dell’Ansa Fernandez Chavez il quale si presto’ a lanciare una notizia; anzi venne reclutato per lnciare da montevideo notizie riguardanti la regione. Ora nessun giornlista che e’ stato tanto tempo in america latina si puo’ sorbire le m*****ate scritte da Ciai e da altri che appaiono prese pari pari da vecchi modelli gia’ conosciuti dalla categoria. Ezio Mauro probabilmente ha molto da fare che seguire le Farc o il povero Ramon.
    Un saluto a te Annalisa
    il vecchio Azor

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    Die!!! ha detto:

    Non sapevo che oggi giorno un criminale, che é ormai fortunatamente morto, sia da classificare come “ministro”, in piu degli esteri, quando la facciata che voleva apparentare in Europa, propio per abbindolare persone come voi, sia quella del processo di pace, quando in realta, cercava finanziamenti per le armi che non riuscivano a comprare con lo spaccio di cocaina, eroina e marijuana…

    É curioso come l’europeo di sinistra sia sempre cosi retorico.
    Rifondazione comunista poi non ha fatto altro durante decadi se non albergare criminali tra le propie file e fomentare la rivoluzione armata quasi che sia un atto costituzionale, curioso.

    Meno male che comunque questo ormai piccolo gruppo insurgente stia morendo come i suoi antichi capi, ormai gli stessi militanti delle farc sono delusi e demoralizzati, ormai non vale piu la pena continuare a lottare senza valori popolari, ma per un obiettivo lucrativo, che non vale quanto la loro stessa vita.

    É comunque incredibile che vi siano persone in europa che cerchino di idealizzare e dare uno status politico ad un gruppo di criminali, perche ormai non sono altro, e non riuscirete a nascondere questa verita dietro i crimini delle Auc, lo sono tutti e due i fronti, sono due estremi negativi e questo nessuno lo puo negare.

    Speriamo solo che il nuovo capobranco delle Farc sia piu comprensibile e cosciente che solo con lasciare le armi avranno salva la vita … e voi, lá, seduti dietro al vostro pc, non potrete fare nulla perche questo non accada: é cominciata la fine delle Farc!!!
    Non importa per mano di chi o come … sará la loro fine …

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    die ha detto:

    Ah dimenticavo … meno male che ci sono Giornalisti come Omero Ciai che per lo meno si prendono briga di informare cio che succede in Colombia a livello stampa, visto che negli ultimi anni, se non da sempre, gli italiani hanno fatto vedere un menefreghismo tale da non meritare la loro visita in una stupenda terra come la Colombia …
    per lo meno qualcuno lo fa, disinteressatamente, forse bene forse male , ma lo fá!!!

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    A. ha detto:

    Caro Cavallini, mi sono stufata di essere insultata da te. Oggi poi e’ una brutta giornata. Riproponiti, please, in altro tono.
    P.S. Ho il vanto di aver intuito dall’articolo di El Tiempo che Ramon era Mantovani, forse ancora prima dello stesso Mantovani.

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    V. ha detto:

    quoto:
    É curioso come l’europeo di sinistra sia sempre cosi retorico.
    Rifondazione comunista poi non ha fatto altro durante decadi se non albergare criminali tra le propie file e fomentare la rivoluzione armata quasi che sia un atto costituzionale, curioso.

    …meglio se cambi il pusher!!!

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    mc ha detto:

    Cara Annalisa, il mio tono (quello che devo cambiare) era in realtà tanto gentile che, per poter scrivere ch’era un “insulto”, hai dovuto censurarlo. Brutto segno quando per denunciare un peccato, è necessario nasconderne le prove. E poi sai benissimo che il vero problema non è quello del mio tono. Il vero problema è che il tuo attacco a Omero Ciai non sta in piedi. Ed è, anzi, solo una testimonianza (l’ennesima) d’un risentimento personale che non ti fa onore. Come a suo tempo non ti fece onore accusare Angela Nocioni d’aver “copiato” un articolo. Liberati dal rancore che ti anima e vedrai che le “brutte giornate” si faranno più rare e più sopportabili.

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    A. ha detto:

    Caro Massimo non era affatto gentile, erano dieci righe piene di insulti e rivolti non solo a me. Niente che tu non avessi gia’ detto e ridetto altre volte. La mia giornata diciamo che era si brutta ma sopportabilissima, almeno fino a quando sei arrivato tu. Saluti sempre cordiali.Siccome ho apprezzato il tuo nuovo tono, consideriamo questo discorso chiuso.

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    mc ha detto:

    Il mio nuovo tono, cara Annalisa, è identico a quello che hai censurato. Ma non voglio insistere. Prendo atto del fatto che non sei in grado di sostenere, in un dibattito serio, né le tue accuse contro Omero Ciai (che continuo a ritenere meschine e ridicole) né, tanto meno, quelle sui miei presunti (tanto presunti da esser censurati)insulti. Era già accaduto (vedi le accuse di plagio contro Angela Nocioni). Temo accadrà di nuovo.

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    Porfi Jimenez ha detto:

    Sono perfettamente daccordo con Diè.
    Sono tornato oggi in Italia dopo 2 mesi in Colombia, uno dei miei più cari amici è un ragazzo di origine africana, figlio di un sindacalista, e sapete tutti cosa vuol dire essere sindacalista in Colombia.
    Ho avuto la possibilità di fare lunghe chiacchierate con questa adorabile famiglia colombiana, credo sarebbe stato interessante sentire il punto di vista di un nucleo di persone che vivono in condizioni per niente agiate, ma alle mie orecchie non è giunto niente di nuovo.
    Nemmeno chi ha delle idee politiche di sinistra appoggia il narcotraffico (perchè è solo quello) delle FARC.
    Nemmeno il mendicante o l’ambulante in Colombia simpatizza per le FARC.
    Solo voi siete capaci di scrivere articoli come questo dove si rende onore a personaggi squallidi come Reyes e co.
    Scrivere un articolo che parla della parapolitica è sacrosanto, indagare sui soprusi commessi è giustissimo. Ma a me articoli come questo suonano come un omaggio ai compagni colombiani che lottano per la pace e la giustizia nella loro terra! Per favore..
    E un’altra cosa…sta storia dei paramilitari “di estrema destra” è davvero prodigiosa.

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    Celia ha detto:

    x Die che scrive.
    “Ah dimenticavo … meno male che ci sono Giornalisti come Omero Ciai che per lo meno si prendono briga di informare cio che succede in Colombia a livello stampa, visto che negli ultimi anni, se non da sempre, gli italiani hanno fatto vedere un menefreghismo tale da non meritare la loro visita in una stupenda terra come la Colombia …
    per lo meno qualcuno lo fa, disinteressatamente, forse bene forse male , ma lo fá!!!”

    Disinterassamente non so come fai a dirlo visto che lui è pagato x scrivere la verità, non quello che pensa.

    Personalmente se devo leggere una notizia scritta male, preferisco non leggerla almeno rimango senza preconcetti come prima.

    Ps. Lui avrebbe il dovere di scrivere bene, non è un volontario.

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    Die ha detto:

    É pagato per fare il suo lavoro e lo fá .. gli altri giornalisti e periodici che sono anche loro pagati non lo fanno … curioso no!?

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    Skeight ha detto:

    Mi piacerebbe conoscere questi giornalisti che sono pagati e non lavorano…

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    Celia ha detto:

    Dire menzogne o mezze verità non contempla il lavoro dei giornalisti.
    Questa è un’abitudine tutta italiota.

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    Ciro ha detto:

    Ma perchè lasciare certi commenti di questi miseri meschini che hanno persino il coraggio di difendere certi squallidi personaggi come Omero Cia(i)? Non ne hanno già abbastanza di spazi massivi dove sparare cazzate?

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    sono blisset ha detto:

    mi da alquanto fastidio il livore ideologico che leggo in questi post, sia esso pro o contro.
    la colombia è una finta democrazia altamente corrota dove la guerriglia si è trasformata in un business a discapito degli ideali sani che aveva un tempo, dove esistono ancora squadroni della morte, leggi paramilitari, totalmente succube dei dollari americani, è il paese che riceve più aiuti in soldi dal signor cespuglio, dove si muore per le strade solo per essere sindacalisti o per essere troppo vicino allo scoppio di una bomba.
    non sono las farc che possono portare la democrazia e daltronde non è mai stato nei loro progetti.
    la notizia, montata sapientemente dai media riguardo rifondazione non fa che alimentere un discorso sterile.
    basta con le ideologie del passato di destra o di sinistra.
    teniamo buoni i valori umani e smettiamola di dire stronzate.
    abbasso las farc, i paramilitari ed il governo colombiano complice di tutto il male che avviene in colombia.

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    martina ha detto:

    credo che gli articoli che srciva mio zio ( omero ciai ) siano interessanti e istruttivi e nn credo che sia il compito di una persona giudicare negativamente mio zio nn conoscendone la posizione

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    Annalisa ha detto:

    Cara Martina, ma è proprio dagli articoli di tuo zio che ne conosciamo la posizione… per il resto nulla di personale, figurati…

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