Io l’infame di Bolzaneto…ho visto…

6 commenti

Io, l'infame di Bolzaneto

Ho visto… tratto da La Repubblica del 18 marzo 2008 da un articolo di Giuseppe D’Avanzo:
Ho visto picchiare con violenza e ripetutamente i detenuti presenti con schiaffi, pugni, calci, testate contro il muro. Picchiava la polizia di stato ma soprattutto il “gruppo operativo mobile” e il “nucleo traduzioni” della polizia penitenziaria. Ho visto trascinare un detenuto in bagno, da tre o quattro agenti della “penitenziaria”. Gli dicevano: “Devi pisciare vero?” Una volta arrivati nell’androne del bagno, ho sentito che lo sottoponevano a un vero e proprio linciaggio.…Ho visto il medico vestito con tuta mimetica, anfibi, maglietta blu con stampato sopra il distintivo degli agenti della polizia penitenziaria, togliere un piercing dal naso di una ragazza che era in qiuel momento sottoposta a visita medica e intanto le diceva: “sei una brigatista?”
“Non ho la fortuna di credere in Dio, ho la fortuna di credere in questa cosa, nella giustizia…”

Con la prefazione di Giuliano Giuliani e la postfazione dell’avvocato Giuliano Pisapia.
La biografia di Marco Poggi, l’infermiere che ha sollevato il caso delle violenze alla caserma Bolzaneto durante il G8 di Genova, nel luglio 2001. Marco Poggi racconta i giorni trascorsi nella caserma, ciò che ha visto e ciò che ha fatto. Parla poi delle conseguenze della sua testominianza, del prezzo di una scelta che gli era semnbrata normale, ma che gli ha cambiato la vita.
Nel testo, anche i ricordi della sua esperienza come infermiere nei manicomi e tanti aneddoti della sua infanzia e della sua giovinezza, per capire come e perché è nata in lui l’esigenza di raccontare la verità.

sfoglia alcune pagine del libro.…

  1. avatar
    Anonimo ha detto:

    Fanno schifo pure da noi questi in mimetica.
    Gente scandalosa!!!

  2. avatar
    paolo r ha detto:

    Questo interesse di Repubblica per i fatti di Genova puzza di campagna elettorale…

  3. avatar
    Eliolibre ha detto:

    E abbiamo il coraggio di scandalizzarci se la polizia cinese reprime gruppi organizzati con l’intento di creare caos interno alla Cina per destabilizzare il nemico numero uno dell’”impero del bene”. Quello che è avvenuto a Genova, e non solo, dovrebbe riguardarci un po’ più da vicino perchè è stato qualcosa di talmente vergognoso che una società civile non può accettare. Invece tutto è finito nel dimenticatoio, gli autori promossi ed un grandissimo e spontaneo movimento che chiedeva un mondo migliore è stato sconfitto con metodi nazisti. Non dimentichiamoci che l’allora Vicepresidente del Consiglio e capo dei fascissti in doppiopetto si trovava nelle caserme con i suoi scagnozzi a dirigere le operazioni. Per molto meno un popolo civile dovrebbe sollevarsi, ma ormai il nostro pese è ridotto ad un reame dominato da cialtroni. Ora che anche Ciarrapico entrerà in parlamento con la sua camicia nera e fedina penale ancora più nera, gli italiani si sentiranno ancora più al sicuro. Il pericolo rosso e quello nero, (inteso come immigrati) saranno definitivamente sconfitti. Anche grazie alle scelte politiche dei “rossi”.

  4. avatar
    Lux obnubilata ha detto:

    ce ritroveremo con i picchiatori, gli squadristi con i manganelli, i montati in divisa, insomma.…. brutta storia. Mi sa che ho cambiato al Guatemala per Guatapeor.

  5. avatar
    Anonimo ha detto:

    @Elio
    ridurre il problema del Tibet, un paese occupato e sistematicamente violentato –fisicamente e culturalmente-, ad una semplice manovra di gruppi organizzati per non ben chiare finalità (che FORSE siano quelle di libertà ‚di poter parlare la loro lingua, professare le loro credenze???) mi sembra francamente poco felice.

  6. avatar
    paolo r ha detto:

    Nelle scuole tibetane esiste il bilinguismo, in tibet ci sono i monasteri e i monaci e si parla il tibetano. Il problema è geopolitico purtroppo.

Lascia un commento a paolo r Trackback URL: