La rinuncia di Fidel: rassegna stampa

27 commenti
 
Tutti i giornali questa mattina hanno riportato inevitabilmente la notizia delle “dimissioni” di Fidel Castro.
E’ interessante una panoramica su come hanno trattato la notizia.:
 
Il Corriere della Sera
Castro lascia dopo 50 anni. Gli Usa: l’embargo resta, ora servono libere elezioni.
L’editoriale è di Franco Venturini dal titolo: Il dittatore e il mito.
All’interno articoli di Claudio Magris dall’Avana (Qui all’Avana strana normalità) , di Rocco Cotroneo da Rio de Janeiro (Castro: lascio per sempre il potere) , e di Paolo Valentino, corrispondente da Washington (Gli Usa chiedono democrazia “per adesso l’embargo resta”).
Alessandra Coppola invece intervista lo scrittore Leonardo Padura Fuentes a Lisbona per presentare il suo ultimo libro.
Interessante l’intervista a Rossana Rossanda di Maurizio Caprara (Di comunismo sapeva poco. E snobbò il 68)
C’è anche un articolo di Aldo Cazzullo sul “mito Castro”: Da Calvino alla Carrà, i pellegrini della rivoluzione.
Luigi Accattoli intervista l’ex portavoce vaticano Navarro Walls sulla visita del Papa nel 1998 a Cuba
 
L’Unità
Fidel: non sarò più il Lider Maximo
con articolo in apertura di Maurizio Chierici: La successione. Corsa a 5 legata al voto americano.
Brutta la vignetta di Staino. Si legge : Il popolo cubano apprende la dolorosa notizia che Fidel non si ricandida, e ci sono una ventina di personaggi (donne, uomini, bambini, anziani) che invece appaiono visibilmente contenti e sorridenti.
All’interno un articolo di Leonardo Sacchetti: Il ritiro di Fidel. Castro lascia dopo 49 anni e la corrispondenza da New York di  Roberto Rezzo : Stati Uniti-Cuba, un braccio di ferro lungo mezzo secolo.
Castro, dittatore o mito del Novecento invece si chiede Umberto De Giovannangeli
Le opinioni:
L’esperienza cubana ha esaurito la sua spinta progressiva di Massimo Cacciari
Rifarsi all’esperienza cubana non vuol dire essere malati di nostalgia di Marco Rizzo
L’isola soffre di mancanza di libertà. Avrebbe dovuto lasciare 10–20 anni fa di Mario Capanna
Il regime a Cuba sarebbe dovuto cadere insieme al Muro di Berlino di Umberto Ranieri
Inoltre una biografia di Fidel Castro sempre a cura di Maurizio Chierici
 
La Stampa
Tramonta Castro dopo mezzo secolo sul trono di Cuba
Nuova America Latina – Sogmno rivoluzionario e isola anacronistica di Arrigo Levi
Il Racconto da Miami di Carlo Rossella : “Madre de Dios Fidel renuncia” Hasta la fiesta siempre Nei bar di Miami l’odio più forte della nostalgia.
Mimmo Cándito invece fa un profilo del personaggio: Mezzo secolo al potere. Il comandante dice basta .
Il retroscena è di Jacopo Iacoboni : Quando D’Alema fricchettone sfilava in parata all’Avana , la revolución e la politica di casa nostra.
 
Liberazione
Come sarà Cuba dopo Fidel?
Angela Nocioni da Rio de Janeiro : Il dopo Fidel sarà con Fidel.
Mentre Massimo Cavallini dagli Stati Uniti analizza la notizia in relazione alla campagna presidenziale americana mentre osserva che a Miami “si afferma una gemnerazione di espatriati meno ansiosa di rancorose rivincite”. Che sarà dell’embargo e del rapporto con gli Usa?
Aldo Garzia: Nel segno di Raul, qualcosa cambierà presto. Sbagliano coloro che pensano a un avvicendamento monarchico, Raul non avrà lo stesso potere del fratello ma redistribuirà cariche e imprimerà una svolta politica, forse “copiando” in miniatura il modello cinese.
 
Il Manifesto
La foto in prima pagina è di un Fidel che appare un po’ sconsolato mentre tiene in mano una bandierina. “El buen retiro” il titolo.
Fidel Castro va in pensione. A 81 anni il “lider maximo” annuncia il ritiro dalla scena politica, dopo la malattia che lo aveva colpito nel luglio del 2006. I poteri –per il momento — al fratello Raul. Inizia una difficile transizione. Si chiude un’epoca — tra scelte coraggiose e grandi limiti — che ha cambiato Cuba e ne ha fatto una protagonista della scena mondiale. Ma una cosa non cambia: Bush conferma l’embargo.
In prima pagina e segue all’interno Maurizio Matteuzzi: Fidel, meglio così.
Inoltre articoli di Senel Paez( Buongiorno cubani), di  Alberto D’Argenzio da Bruxelles (Gli Usa  inflessibili: l’embargo resta), di Sara Menafra da Miami (gli esuli a Miami: con Raul cambia poco ci vorrebbe la mano Usa), di Geraldina Colotti (Evo, Hugo, Rafael: i presidenti dell’Alba eredi del lider maximo).
Alessandra Riccio è a Miami e scrive: Fdel Castro ha detto basta, mentre segnaliamo l’articolo di Gianni Minà: Ritiro vincente. E Cuba è già nel suo futuro
 
La Repubblica
Castro, addio al potere. “Mai più comandante”. Bush : ora democrazia, l’embargo resta.
L’editoriale è di Bernardo Valli: l’autunno di Fidel.
Mentre Vittorio Zucconi fa il paragone tra l’annuncio di Fidel Castro e quello di Lyndon Johnson del 1968 in un articolo dal titolo: il lungo assedio del Golia Usa .
All’interno un lungo articolo di Mauricio Vicent da l’Avana dal titolo : Castro, addio al potere. “Mai più lider maximo”.
Arturo Zampaglione da New York: Bush: “Ora elezioni libere ma l’embargo deve restare”
Il reportage da Miami invece è affidato ad Alberto Flores D’Arcais : Ai cubani di Miami non basta: “Cambia poco”.
Omero Ciai parla di economia: il piano di Raul: salvare l’economia. Per garantirsi la sopravvivenza il fratello del lìder punta su riforme pragmatiche.
Omero Ciai intervista anche Vladimiro Roca, figlio di un eroe della Rivoluzione e guida dei dissidenti dell’Avana.
Sebastiano Messina analizza l’impatto della notizia sulla sinistra italiana: Diliberto e Giordano divisi sull’eredità.
 
Il Riformista
Il Riformista affianca in prima pagina due articoli, distinguendoli in castristi e dissidenti.
Quello castrista è affidato a Diletta Varlese (Leaderini in corsa per il dopo Lider) con un’intervista a Sergio Marinoni presidente nazionale dell’associazione Italia-Cuba.
Quello dei dissidenti invece è scritto da Rossana Miranda, giornalista venezuelana autrice di Chávez, il caudillo Pop, che intervista l’onnipresente Vladimiro Roca.
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    Eliolibre ha detto:

    Ho l’impressione che tutti questi “esperti”, di Cuba e di Fidel ne sappiano ben poco. Ma dopotutto fanno carriera per questo, documentare e raccontare non è il loro compito, sono pagati per scrivere quello che fa comodo ai loro padroni.…. Salvo pochissime eccezioni.

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    nino ha detto:

    Ho letto su “la repubblica” on line il commento di omero ciai.Quello che mi ha lasciato molto perplesso è l’affermazione secondo la quale uno dei primi atti di raul sarà quello di eliminare la libreta.Chi fa affermazioni del genere,almeno secondo me,fa finta di non sapere che i beni distribuiti con la libreta a prezzi bassi sono necessari.Permettono ai cubani di rifornirsi per una decina di giorni,è vero,ma,se non ci fossero,i prezzi a cuba negli agropecuari sarebbero ancor piu’ cari.La libreta sarà eliminata,quando cuba produrrà beni alimentari a sufficienza e a basso costo.Mi chiedo dove andrà il nostro eroe a prendere siffatte informazioni.

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    Annalisa ha detto:

    @Nino. Ciai nell’articolo sul sito di Repubblica fa alcune proposte, o meglio da alcuni consigli per “l’uscita dal socialismo”, come se rinuncia di Fidel e questo fossero la stessa cosa, tra cui quella che tu citi, l’eliminazione della libreta, la riduzione della dipendenza dal petrolio di Chavez, e il salario in dollari.

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    Eliolibre ha detto:

    Una delle prime misure di Raul è quella di un cambio umanitario, salario in dollari ai cubani e stipendio in pesos ad Omero Ciai. Bush sembra disposto ad accettare perchè di Omero Ciai ne ha pieni i marroni pure lui.
    Sembra che verranno liberati anche i cinque prigionieri cubani se Raul si impegnerà a costruire un carcere lagher con cinque buche dove rinchiudere, Ciai, Cotroneo, Cavallini, Lupi e la Nocioni. Palumbo invece verrà utilizzato come mattarello per macinare il caffè.
    Finalmente si fanno dei passi in avanti per la pace nel mondo.…

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    anticap ha detto:

    “Bush chiede democrazia ora”. Qualcuno ha mai chiesto per caso più democrazia negli USA? Questa “menzogna” della democrazia mi rivolta…

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    Un tipo serio ha detto:

    Ciao Annalisa,
    un saluto anche a Elio
    grande popolo cubano grane Fidel
    una speranza per tutti i picoli del mando.

    Un tipo serio

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    Karina Olivera ha detto:

    Querida que tal?
    Hermoso el nuevo look del blog!
    Yo no esube muy bien pero ahora va mejor.
    Lo unico bueno en estos meses es que un pequeno sueno se hizo realidad… mi librito ” Frammenti al femminile”.
    Creo que la verdad nunca se sepa… el mundo està en las manos de poco y estos pocos hacen y destruyen.
    Un beso grandote…Kary

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    Annalisa ha detto:

    @Tipo serio che piacere rileggerti qui. Un forte abbraccio

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    Annalisa ha detto:

    @Kari que sorpresa, hace unos dias estaba pensandote! Felicitaciones por tu libro,paso a saludarte en tu blog, quien quiere seguirme la direccion es:
    http://sillabediseta.splinder.com/
    vale la pena, Kari es especial.

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    alberico ha detto:

    Solo un grande con visione cosi lontane consci dei suoi limitoi poteva
    invitare al popolo Cubano a cercare un presidente che guide il paese
    rinunsciando ad essere ancora una volta presidente. A tutti quelli che
    dicevano ama la poltrona, non lascia il potere, rimane fin la morte
    ecc ecc. ha dato una lesione di sageza.
    Non solo in una lettera invita a cercare nuova gente giobeve
    assicurando che sempre sarà presente con le sue riflessioni.
    Non mi sono sbagliata sempre ho creduto che Fidel era un grande e che
    se si sono state cose con le quali non concordavo credevo perche non
    lo sapessi oppure per sbaglio come tutti quelli cha faciamo ogni tanto
    ogni uno di noi “humani”.
    Con questo mi dimostra che ha una visione del futuro e si preoccupa
    per il popolo cubano lasciandolo con un desiderio di andare avanti con
    le idee non solo con le persone, Augurandomi che i cubani capiscano il
    profondo delle sue parole.
    Si, lo sapete sempre sono stat una fidelista e adesso posso dirlo Non
    mi ero sbagliata Lui e grande un lesione di umiltà per l’umanita.
    baci a tutti
    Marcela

    questa è una @ che ci ha mandato una amica cubana vorrei che tu la pubblicassi perchè chi ha scritto in questi giorni su quei giornali che tu hai citato la leggesse e si rendesse conto che sono dei pennivendoli al soldo di qualcuno.….….……

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    Cara Annalisa,
    grazie di questa rassegna stampa, sono stato in puglia alcuni giorni per delle presentazioni di libri per cui mi sono perso molte cose dette su Fidel e sono sicuro mi ritornerà utile.
    Un grazie anche a Marcela, che mostra quanto il popolo cubano sia più preparato e coscienzioso di quello che vorrebbero far pensare i soliti pennivendoli e markettari..

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    Annalisa ha detto:

    Caro Paolo, se avessi bisogno di qualche articolo in particolare e non riesci a trovarlo, fammi sapere. Ciao

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    massimo di sarno ha detto:

    Ho letto il discorso di insediamento del fratello Raul; tutti ovviamente lo hanno commentato, quasi tutti lo hanno già denigrato. Secondo me ci sono alcuni punti interessanti ma quello che davvero la Rivoluzione deciderà di fare nel futuro non lo sappiamo. C’è però una cosa che mi ha stupito: Raul termina il discorso senza il “Socialismo o muerte, Patria o muerte, venceremos”. Siccome non si trattava di un incontro al bar con vecchi amici ma del discorso di insediamento tenuto davanti al Parlamento cubano la cosa mi ha colpito molto.
    Saluti

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    G, ha detto:

    Paolo, una domanda, o meglio una precisazione: tutti i giornalisti che non sono fidelisti sono per forza pennivendoli o marchettari? E’ impossibile pensare che chi ci siano persone (giornalisti, in questo caso) che onestamente (e cioé senza essere pagati da nessuno) si siano formate una idea di Cuba che sia diversa dalla tua o da quella di Annalisa?

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    per G,
    Ho incontrato molte persone che hanno un’idea diversa dalla mia su Cuba, molto spesso era dettata dalla poca conoscenza diretta dell’isola, ma a volte riscontravo in loro dei preconcetti che non gli permettevano di vedere la realtà, altre volte bastava solo il loro anticomunismo viscerale.
    Personalmente non credo che sia necessario prendere soldi per essere pennivendoli o marchettari, a volte lo si fa per piacere personale, altre volte per compiacere a qualcuno anche se non richiesto.
    Ho conosciuto giornalisti che, cambiando totalmente opinione, non solo adesso odiavano la rivoluzione, ma persino il “cubalibre”, delusi dalla fregatura che avevano preso dalla loro amata mulatta o mulatto di turno… (sono un gentiluomo e non faccio nomi).

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    sempre per G,
    In altri casi ci si “pennivende” e ci si “marketta” per necessità non solo economiche.
    Per esempio, in alcuni paesi, per restare con lo status di giornalista, devi dimostrare di essere pubblicato di tanto in tanto, altrimenti non ti chiamano più alle conferenze stampa, ai buffet, ecc.
    Allora ti fai pubblicare anche gratis da chiunque abbia in mano una rivista, un piccolo giornale, tutto per apparire.
    Si arriva a scrivere qualsiasi cosa anche solamente per un accredito stampa…
    E lo scrivo per esperienza personale.

    Detto questo, credo che ognuno possa pensarla come vuole, ma quello che non mi va giù sono le menzogne usate a proposito per avvallare un proprio pensiero.
    Nel caso di Cuba, queste menzonie fanno enormi danni, diretti o indiretti, e questo credo che il popolo cubano non se lo meriti.

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    Anonimo ha detto:

    Hai ragione Paolo è così anche per me.
    …Se per restare con lo status di giornalista si devono per questo accettare quei compromessi, meglio cambiare mestiere.
    La dignità non ha prezzo.

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    G. ha detto:

    Paolo, la risposta alla mia domanda è dunque no. Non ritieni sia concepibile formarsi opinioni antifideliste in maniera che non sia, direttamente o indirettamente interessata economicamente (anche i buffet fanno parte del gioco). Non sono d’accordo, non completamente. Sono invece d’accordo sulla importanza che ha in generale sulla formazione del corso mentale di molti europei, la variabile del famoso amante mulatto. Però, tu che conosci Cuba, dammi atto che vale anche dall’altra parte. Molti che non sapevano nemmmeno dove fosse l’isola sono diventati ferventi rivoluzionari per effetto dell’amante mulatta (che spesso fingeva di esserlo e non lo era: rivoluzionaria, non mulatta). Quanto ai giornalisti, cinici come sono è difficile che subiscanoo delusioni di questo genere. Non la definieri esattamente (non va a loro merito) una categoria sentimentale.…..

  19. avatar
    Anonimo ha detto:

    Per Annalisa: chi la pensa diversamente da fidel non ha dignità e si svende? Mi sembra un discorso che taglia sul nascere qualunque discussione costruttiva.

  20. avatar
    S.J. ha detto:

    Puoi pensarla diversamente, ci mancherebbe. Ma con dignità, senza svenderla.

  21. avatar
    Annalisa ha detto:

    e soprattutto senza manipolazioni

  22. avatar
    S.J. ha detto:

    Si Annalisa, que es halgo capaz de hacer lo peor.

  23. avatar
    Paolo Rossignoli ha detto:

    per G.
    Non sono dio in terra, neppure un chiromante o un mago, quindi quello che gira per la testa della gente non posso saperlo.
    Credo invece che tu debba mettere in conto che difficimente una buona conoscenza di Cuba e del suo popolo porti ad essere anticastristi convinti.
    Si può magari non essere d’accordo su alcuni aspetti della rivoluzione, o ad alcune scelte fatte, ma scrivere come fanno i nostri, ormai noti, “pennivendoli e markettari” ritenere che l’esperienza rivoluzionaria sia un completo fallimento,
    che il socialismo è da buttare e che a Cuba non c’è nulla di buono e nulla che funziona…
    A me capita, come a molti, di avere qualche piccolo dubbio o di non comprendere a fondo alcune cose. Non sai le discussioni che faccio ogni volta che ritorno a La Habana, specialmente i primi 2/3 giorni.
    Sono però cosciente che non si può allontanarsi dalle proprie contraddizioni e pretendere che a Cuba ci sia il paradiso. Credo che il popolo cubano meriti molto più rispetto per le sue scelte, per la sua resistenza alle aggressioni esterne e per la sua dignità.

  24. avatar
    G. ha detto:

    Per Paolo: sulle discussioni all’Habana, generalmente litigo con gli anticastristi pur non essendo procastrista ; - ). Ma tu sai bene che non è un’isola di bianchi e neri ma molto articolata. La rivoluzione ha avuto un sacco di cose buone, si può discutere sulla piega che ha preso da un certo punto in poi.…indubbiamente quando vivi in altri Paesi dell’America Latina in cui il sogno è il consumismo e diventare ricchi con la bella auto, rimpiangi Fidel. Il problema è che anche i cubani sono diventati consumisti, e il sogni americano dilaga.….….…
    Per Annalisa: senza manipolazioni, dici. Anche qui siamo in una zona grigia. Chi controlla il controllore? Chi decide che manipola e chi no? Siamo in un mondo fortemente e comunque manipolato.….sta alla coscienza di ognuno (e ai suoi personali strumenti culturali) stabilire dove e quando fare la tara…senza affidarsi ai guru però ; - ).

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    Annalisa ha detto:

    @G. (ma non hai un nome completo? vabbè como quieres…) d’accordo con te . i guru non li ho mai sopportati, ti riferisci a qualcuno in particolare? Sai certe manipolazioni, sono evidenti, anche senza affidarsi ai guru, è vero è una zona grigia personalmente credo che basti affidarsi alla coscienza per venirne un pochino a capo, e la mia coscienza mi dice, come dice anche Paolo che sebbene a Cuba ci siano aspetti con i quali si può o meno essere d’accordo, sicuramente il popolo cubano merita rispetto, merita rispetto il tentativo di un popolo di farcela nonostante i continui attacchi, con la voglia checchè ne dicano tutti di provare a vivere in modo diverso. E’ vero i latinoamericani sognano il consumismo, ma di quali latinoamericani stiamo parlando? Milioni di latinoamericani sognano semplicemente di avere qualcosa da mangiare e che i loro figli non muoiano di denutrizione o di miseria.. Abrazos G.

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    Paolo Rossignoli ha detto:

    caro G,
    non capisco perchè volevi risposte da me,
    se già te ne danno i cubani.
    Forse devi domandarti il perchè certe persone sono così anticastriste.
    I vecchi ricchi bianchi che fuggirono a Miami perdendo tutti i loro averi e privilegi si possono “capire” ma i nostri anticastristi locali?
    Dimmi tu se ci sono motivi per essere anticastristi viscerali…

  27. avatar
    G. ha detto:

    Bé, chiedo una risposta a te perché sto discutendo con te e non con undici milioni di cubani ; - ), che peraltro immagino abbiano tutti teste diverse.….…..
    De partida, soy mujer. Les mando un abrazo.

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