Morto bruciato in baracca? Allora ti regolarizzo.…(suggerisce Cofferati)

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Passa per la tragedia e la morte secondo Cofferati, sindaco di Bologna, l’accettazione, l’integrazione e la legalità di una famiglia di romeni, in cui un bambino di quattro anni ha perso la vita nell’incendio della baracca nella quale viveva.
E così ora Cristinel Draghici, manovale in nero, dovrà paradossalmente essere grato alla morte del suo bambino, Florin 4 anni, perchè con questa si è guadagnato “l’ingresso in società”.
I Draghici  “sono brave persone” come dicono i vicini, i bambini andavano tutti a scuola, non vivevano in un campo rom ma in un terreno privato del quale pagavano anche l’affitto, avevano provato ad integrarsi nel vicino quartiere contattando anche gli assistenti sociali della zona, purtroppo il freddo è arrivato prima.
Da un  groviglio di fili e cavi  allacciati abusivamente alla rete elettrica, che alimentavano stufette e termosifoni per riscaldare la piccola baracca con il tetto in lamiera è partito il cortocircuito che l’ha bruciata, e con essa il piccolo Florin.
Cofferati “spera che l’imprenditore del cantiere dove lavorava il padre del bimbo morto decida di regolarizzare la sua posizione”. Amen.
E’ lecito vivere in una baracca ed è lecito lavorare in nero. Cristinel ha pagato la sua colpa di essere immigrato romeno ed è stato  assolto dal volto umano della società italiana.
 
 
 
  1. avatar
    Comicomix ha detto:

    Nella mente malata di certa gente questi poveri cristi ritrovano la loro dignità di essi umani solo da morti…
    Che tristezza

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