Michelle Bachelet “l’intoccabile”.

17 commenti
E’ vergognoso quello che sta accadendo in questi giorni in relazione al viaggio di Michelle Bachelet, la presidente cilena.
Nonostante tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno in Cile, proteste represse, prigionieri politici, arresti di massa e qualche morto nel corso delle manifestazioni, l’arrivo della presidente progressista cilena, quella che con la sua elezione avrebbe dovuto ridare lustro alla democrazia cilena, è stato accompagnato dal silenzio di tutta la nostra stampa.
E’ vergognoso che mentre a Roma  qualche giorno prima si permettono svastiche e croci celtiche, saluti romani e canti fascisti ad un manifestazione di AN, due donne di mezza età Violeta Valenzuela, cittadina italiana  di 50 anni presidente dell’Associazione Wenuykan e Jeannette Paillan 38 anni, mapuche residente in Spagna per completare i suoi studi di  cinema, regista di documentari sulle realtà dei popoli indigeni che vengono distribuiti in tutto il Sud America, vengano fermate e portate in commissariato soltanto per voler protestare pacificamente, loro due sole, per la libertà dei prigionieri politici Mapuche.
“Volevamo solo che Michelle Bachelet ci vedesse questa mattina e leggesse il nostro striscione”, mi dice Jeannette che per l’occasione si era  vestita con l’abito tradizionale mapuche.
Evidentemente le forze dell’ordine italiane, mentre tolleravano le urla e la confusione della manifestazione dei giovani di destra contro Mussi davanti all’Università, hanno trovato insopportabile la presenza di due donne, un piccolo striscione e una bandierina.
O semplicemente, come è più probabile devono aver ricevuto ordini dall’alto affinché l’ingresso della Bachelet non fosse disturbato da manifestanti come è già avvenuto in altri viaggi in Europa della  presidente cilena, la quale d’altra parte ha sempre ribadito che in Europa c’è una visione distorta di quella che è la vera situazione dei prigionieri Mapuche.
Quella che non abbiamo però è la visione distorta della democrazia che c’è in Cile e questa la presidente sembra essersela portata al seguito, tanto è vero che due donne sole, di cui  una in abito indigeno sono state con atteggiamento intimidatorio e arrogante portate in commissariato e lì trattenute senza validi motivi.
E’ troppo importante questa visita di Michelle Bachet e lei troppo corteggiata da tutte le parti. Viene accompagnata da un nutrito gruppo di imprenditori cileni che si dovranno incontrare con molti imprenditori italiani, un’incontro con Romano Prodi è stato fissato infatti per discutere importanti accordi bilaterali in campo energetico e tecnologico. Il Cile e le sue immense risorse sono terra di conquista per molti imprenditori italiani e una presidente neoliberista mascherata da socialista rende tutto più semplice, anche per la nostra sinistra al governo, la stessa che va ripetendo ancora oggi di sentire forti legami di amicizia con il popolo cileno per la dittatura che ha dovuto subire nel lontano 1973.
Poco importa se la popolarità di Michelle Bachelet in Cile come in tutta l’America Latina è a livelli così bassi che non passi giorno che a Santiago non si protesti o si manifesti contro qualcosa.
Non si poteva permettere che arrivassero in Cile dall’Italia anche immagini di protesta contro Bachelet “l’intoccabile”, poco importa se ritraessero appena due donne e uno striscione.
Gli investimenti italiani in Cile e la piaggeria verso la Santa Sede, (i cattolici conservatori  sono un potere molto forte nel paese), sono questi i veri motivi del viaggio di Michelle Bachelet in Italia.
Altro che “presidenta socialista”.
 
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In fondo volevamo solo chiedere libertà per i prigionieri politici .… intervista a Violeta Valenzuela e Jeannette Paillan di Annalisa Melandri.
 
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    Eliolibre ha detto:

    La nostra “democrazia” continua a mostrare il suo vero volto, via libera a chi inneggia agli orrori fascisti e repressione contro chi chiede di far conoscere scomode verità. Se 3 milioni e 400 mila italiani invece di correre a sotenere il cambiamento che lascerà tutto invariato, dedicassero il loro tempo a cercare di capire le vere cause che stanno trasformando il mondo in un inferno, forse sarebbe lecito sperare che qualcosa cambi veramente. Ma sembra che la storia non abbia insegnato niente e che si voglia continuare a ripetere gli orrori.

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    Molly Bloom ha detto:

    quindi degli imprenditori che investono in Cile sono solo dei predatori a caccia in una terra di conquista, vero annalisa? non che vada pazza per gli imprenditori (sono negata per quest’arte.…., ma secondo te l’economia come dovrebbe andare avanti? secondo te quale è l’alternativa agli investimenti? o meglio: gli investimenti in terra straniera sono per forza una iattura da combattere, sono dannosi di loro o vanno semplicemente calibrati, mediati (come sta facendo Evo che non sta affatto eliminando gli investimenti stranieri, sarebbe come dire tornare all’età della pietra)? Mi meraviglia questa abborracciata superficialità populista, cara Annalisa, che mi pare punti ad attirare la parte piu sempliciotta di una certa sinistra. Mi meraviglio perché credo che lei conosca l’America Latina, eppure a volte mi chiedo se ci sia o se ci faccia.

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    Valentino ha detto:

    …dopo il tuo post Molly, mi pongo la stessa domanda ci sei o ci fai? 28.000 precari sono scesi in sciopero nel mese di Giugno, in Cile, bloccando la produzione dei giacimenti del rame, e senti senti le richieste sono state talmente pretenziose che senza pudore chiedevano di essere pagati, di avere un minimo di assistenza sanitaria, ed un piano urbanistico per delle case popolari per le proprie famiglie…ma! Vai a capirli stì proletari.

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    Annalisa ha detto:

    Molly Bloom, forse avrei dovuto mettere terra di conquista tra virgolette non lo metto in dubbio, ma dove ho detto che gli investimenti stranieri sono una iattura da combattere? Certo è che la Bachelet non è Evo…e ricordo che non molto tempo fa nelle imprese Arauco di proprietà dell’italiano Anacleto Angelini nel corso di uno sciopero è morto un operaio che guadagnava meno di 100 dollari al mese…chiedeva insieme ai suoi compagni un aumento del salario del 40% mentre l’Arauco non voleva andare oltre un 4%…
    http://www.annalisamelandri.it/dblog/articolo.asp?articolo=221

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    arturo paoletti ha detto:

    In nessun modo Anacleto Angelini può essere, in quanto imprenditore, definito “italiano” (italiane sono solo le origini della famiglia). Ed in nessun modo le sue imprese rientrano nella categoria degli “investimenti stranieri”. In questo, come in altri casi, Annalisa procede a spanne, ragionando per slogan.

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    Valentino ha detto:

    …Anacleto Angelini nato a Ferrara nel 1914, ed emigrato in Cile nel 1948, non ha mai voluto lasciare la sua cittadinanza Italiana, quindi italiano al 100%.

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    ap ha detto:

    Lascia perdere l’anagrafe, Valentino, e sii serio. Qui si parla di multinazionali straniere predatrici (come da slogan). E non vi è dubbio che, in quanto imprenditore, Angelini è al 100% cileno. L’esempio di Annalisa era del tutto fuori luogo

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    V. ha detto:

    …non credere alle tue balle. Aggiornati. E sii serio a tua sorella…

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    ap ha detto:

    Sono figlio unico. E Angelini e’ un imprenditore cileno. Rassegnati e, di nuovo, sii serio

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    Annalisa ha detto:

    In nessun modo Anacleto Angelini può essere definito imprenditore italiano?
    1995 decorato in Vaticano
    2001 premio Italiani nel Mondo da Mirko Tremaglia
    2003 premio ricevuto dalla Camera di Commercio di Ferrara
    2005 nominato Cavaliere del Lavoro da Ciampi
    questo dicevo:“ricordo che non molto tempo fa nelle imprese Arauco di proprietà dell’italiano Anacleto Angelini” …e questo: “Il Cile e le sue immense risorse sono terra di conquista per molti imprenditori italiani” non lo è stato forse (il Cile terra di conquista) per l’imprenditore italianissimo Anacleto Angelini e continua ad esserlo ora per suo nipote Roberto?
    almeno leggete bene altrimenti commentate a spanne…

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    A. ha detto:

    Ap, convinto te…

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    V. ha detto:

    …ti sbagli hai una sorella di nome Adele! Ti ripeto ..Aggiornati!

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    ap ha detto:

    Annalisa, davvero ci vuol tanto a capire? Anacleto Angelini è un emigrante italiano che ha fatto fortuna in Cile. Il che significa che le sue imprese sono cilene, così come sono argentine le imprese dei Macri. Così come americano è, sia pur nella sua transnazionalità, l’impero finanziario di George Soros, emigrato dall’Ungheria (ed anche lui pluripremiato in Ungheria per I suoi successi). Ti sogneresti mai di scrivere che gli Stati Uniti sono diventati “terra di conquista” per i finanzieri ungheresi? Immagino di no. Dunque, non insistere. Hai scelto un esempio sbagliato per esprimere un concetto che – sia pur a spanne – è condivisibile. Tutto qui. Nessuno è infallibile ed accettere correzioni è una prova d’intelligenza.

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    Anonimo ha detto:

    Anacleto Angelini, di Ferrara, a 22 anni decise di seguire la via della colonizzazione italiana in Etiopia. Dall’Africa si trasferì in Cile, dopo aver iniziato ad accumulare fortune. Attualmente viene definito come “L’Imperatore del Cile” ed è uno degli uomini più ricchi del pianeta. E’ il proprietario di Bosques Arauco, la multinazionale dello sfruttamento del legname e della cellulosa più grande del Cile. Possiede circa 1 milione di ettari di terreno e svariate attività industriali sparse per l’America Latina: navigazione, pesca, elettricità, finanza, combustibili, servizi e miniere. Considerata l’enorme espansione delle sue forestales Anacleto Angelini è divenuto il principale nemico del Popolo Mapuche. Tale espansione gode di un’assoluta impunità entro i confini cileni per via dei forti appoggi in campo politico ed economico; da segnalare che è anche uno dei più grandi editori e che ha un forte controllo sulla stampa nazionale.
    Le comunità hanno reagito a questa espansione senza limiti ed hanno reclamato la restituzione del proprio territorio, ciò ha provocato continui conflitti con le autorità ed una feroce repressione ai danni del popolo mapuche. Attualmente i territrori posseduti da Angelini sono monocoltivazioni di piante non autoctone, come il pino e l’eucalipto. Questa situazione genera
    un serio danneggiamento della biodiversità ed un grave deterioramento della sopravvivenza delle comunità mapuche che confinano con le piantagioni. Le risorse idriche sono progressivamente scomparse. Le acque ed i terreni dei mapuche sono fortemente inquinati da erbicidi e pesticidi. L’ecosistema in molte località è stato irrimediabilmente stravolto.
    Questo breve profilo di un italiano all’estero (sic!), di quelli che hanno pure un ministero e relativo ministro fascista, è tratto dal sito mapuche http://www.mapuexpress.net
    Ma A

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    Anonimo ha detto:

    Ma Angelini non è solo, ci sono anche altri italiani che si distinguono all’estero, come Carlo Benetton che trascorre 6 mesi all’anno nelle sue estancias della Patagonia. Guarda caso anche lui impegnato in una grande opera di riforestazione con pino, specie non autoctona. E’ un’attività di cui andare fieri, a maggior ragione quando si ricevono finanziamenti dallo Stato argentino.
    Italiani bella gente…

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    Mondolibero ha detto:

    Italiano o argentino è un b******o sfruttatore. Io sono per la nazionalizzazione dei beni di tutti coloro che si sono arricchiti sfruttando gli altri. Vale a dire tutti i ricchi. Qualcuno ha mai visto uno arricchirsi senza sfruttare gli altri? Perciò nazionaliziomo le ricchezze. Un vecchio proverbio dice che un po’ per uno non fa male a nessuno!!!!!!!!
    Revoluciòn

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    Morelia Cancino ha detto:

    Parlare di “investimenti stranieri” non é uno slogan.

    Non solo al sud del Cile troviamo questi “investimenti stranieri” e non solo nell’ area della forestazione in pino. Vedasi caso “salmoneras”, vedasi caso “pesca de arrastre”, vedasi Barrick Gold al nord e tutte le imprese di sfruttamento del rame che non sono di certo cilene e che tra l’ altro stanno avvelenando le acque e la popolazione non solo Aymara ma anche cilena nel nord del Cile.

    E alla tale Molly non so cosa… prima che iniziassero a venire gl’ “imprenditori stranieri” che vengono da oltre 500 anni ad “intrapprendere” nessuno era all’ etá della pietra… anzi!

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