Corrado Augias, Massimo Teodori e Che Guevara

16 commenti

Ernesto Che Guevara

…Crediamo, e dopo questo viaggio, più fermamente
di prima, che la divisione dell’America (Latina) in nazionalità
incerte e illusorie sia completamente fittizia.
Costituiamo una sola razza meticcia che dal Messico fino
allo Stretto di Magellano presenta
notevoli similitudini etniche. Per questo, cercando di spogliarmi
da qualsiasi vacuo provincialismo, brindo all’America Unita.
Ernesto Che Guevara
 
La trasmissione Enigma sulla morte di Ernesto Che Guevara,  andata in onda il 21 Marzo su Rai 3, e condotta da  Corrado Augias, è stata un’occasione mancata.
L’occasione mancata di un confronto che poteva essere anche  interessante tra le posizioni dei due ospiti presenti, Gianni Minà e Massimo Teodori. Tanto più che ci eravamo disabituati alla presenza di Gianni Minà in televisione.
Confronto che si riduce invece a circa 15 minuti, nei quali Augias a più riprese e senza successo cerca di convincere Teodori della somiglianza tra la figura  di Ernesto Guevara e quella di Garibaldi.
Dalla ricostruzione storica che viene fatta della vita di Che Guevara ne emerge la personalità di un sognatore un po’ troppo idealista,  avventato e irresponsabile, resosi scomodo negli ultimi anni della sua vita. Il continuo intento di voler dimostrare che Fidel  Castro e Che Guevara si erano allontananti prima della partenza di quest’ultimo in Bolivia, insinua continuamente il dubbio, dimostratosi inconsistente per ogni storico serio, eppure continuamente riproposto come elemento di propaganda anticubana,  che Che Guevara sia stato tradito addirittura da Fidel Castro.  
Rincara la dose Massimo Teodori delineando a più riprese la figura di Che Guevara come
“grottesca e ridicola” e il suo sogno di unità latinoamericana una pura utopia destinata al fallimento, nonostante Minà gli ricordi proprio come in questo momento sia più attuale che mai.
Come mai la figura di Che Guevara fa così ancora tanta paura?                                                   
Ci pensa Massimo Teodori a spiegarcelo, tirando fuori in maniera totalmente fuori dal contesto, quasi in un’imboscata,  approfittando dell’ultimo minuto per denunciare “il populismo con sfumature fasciste” di Hugo Chávez.
E’ questo che fa paura e in questo contesto si inserisce anche la polemica attuale sull’autenticità dei resti di Che Guevara , fondata esclusivamente su strumentali illazioni.
Ricordiamo il libro “Operazione Che, storia d’una menzogna di stato” di Maite Rico e Bertrand de la Grange, recensito da Mario Vargas Llosa sulle pagine di  El País.
Gli autori sostengono che in realtà le spoglie sepolte a Santa Clara non siano di Che Guevara ma che Fidel Castro avrebbe organizzato ad arte una messinscena per ridare vigore agli ideali della rivoluzione cubana.
E se nel passato per esempio i Vargas Llosa, sia padre che figlio,  si erano prestati ad attaccare la Rivoluzione Cubana  discreditando la figura di Ernesto Che Guevara, oggi gli attacchi che gli vengono mossi vanno forse in tutt’altra direzione, più precisamente verso il Venezuela.
Hugo Chávez è colui il quale sta ripercorrendo, ovviamente con mezzi diversi e in un contesto differente, il cammino di Ernesto Che Guevara. Sta riproponendo cioè quello che era stato il suo ideale, anzi facendo di più, sta concretamente realizzando  il sogno che era stato di Ernesto Guevara e prima ancora di Simón  Bolívar.
Ma la persistenza degli ideali del Che,  va ben oltre il merchandising sulla sua figura…E ci vuole ben altro che Teodori O Vargas Llosa e tutti i vari portavoce del neoliberismo  per fare di Ernesto Guevara un patetico ricordo per malati di nostalgia.
 
Consiglio la lettura del n. 93 del 2005 della rivista Latinoamerica completamente dedicata alla figura di Ernesto Che Guevara
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    Gennaro ha detto:

    Maite Rico e Bertrand de la Grange di mestiere si dedicano a scrivere libri per distruggere “miti della sinistra”. Non importa se le loro indagini siano fondate, sono sempre assolutamente infondate, come in maniera clamorosa nel caso dei resti del Che (tanto che non riescono a convincere neanche un convintissimo come Vargas Llosa). L’importante è che abbiano mercato e che siano funzionali ad una forma di uso pubblico della storia che altro non è che il linciaggio delle idee e dei personaggi scomodi.

    GIUDIZIO E CASTIGO PER GLI ASSASSINI DI ERNESTO GUEVARA, BASTA IMPUNITA’.

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    Doppiafila ha detto:

    Ciao Annalisa, Chavez novello Che? Addirittura! Quanto all’unità latinoamericana io non la vedo per nulla vicina — non vedo neanche segnali deboli, ad essere sincero! A meno che non vogliamo considerare i petrodollari del Venezuela come fattore principale dell’unità… : - (

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    Massimo ha detto:

    Ho assistito due anni fa ad un incontro tra Augias e l’ospite Gianni Minà.Bene prima di questo incontro Augias mi sembrava oltrechè colto come è e rimane,anche di larghe vedute e disponibile al dialogo.Niente di tutto ciò,Augias non fece parlare per neanche due minuti Minà di Cuba,Fidel e il Che,interrompendolo continuamente e dimostrandosi per quel che è : un Borghese piccolo piccolo,che non sa un emerita PINGA dei problemi dell’America Latina, dei paesi poveri del mondo.Mandatelo in Africa a rendersi conto di cos’è la povertà!!

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    Annalisa ha detto:

    Ciao Doppiafila e ben tornato! Chavez non può essere il novello Che innanzitutto per il fatto che è diverso il momento storico in cui agiscono e la realtà da cui partono. Forse, però con mezzi diversi e in un contesto diverso il fine è lo stesso. Mercosur, Alba e Banco del Sur non ti sembrano nemmeno questi deboli segnali? Io non direi proprio deboli. E sinceramente mi sembra alquanto riduttivo oltre chè tendente a sottovalutare l’impegno degli altri paesi il riferire come fattore principale dell’unità i petrodollari venezuelani. Anche ammesso che così fosse, ben venga che il petrolio venezuelano (che non l’ha scoperto certo Chavez) sia fattore di unità piuttosto che di arricchimento delle casse delle multinazionali straniere.
    Gennaro e Massimo grazie per le precisazioni.
    Cari saluti a tutti.

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    Eliolibre ha detto:

    Sono in perfetto accordo con Massimo. Anch’io sono rimasto deluso da Corrado Augias, ma un borghese, seppure colto, non potrà mai capire i problemi reali che affligono i diseredati della terra. Più che mandarle in Africa queste persone le farei vivere con il salario di un lavoratore. Allora sì capirebbero.… Certo che a loro non può piacere Cuba dove un dirigente vive con un salario che non può superare tre volte quello di un lavoratore. Questo è l’unico motivo del loro odio viscerale verso l’esperienza cubana e la nuova ondata di cambiamenti in atto in America Latina. Per me sono semplicemente dei cialtroni che usano gli spazi mediaci per procrastinare le ingiustizie sociali ed i loro privilegi. Avete mai sentito proposte del tipo salario e pensioni minime a 2000 Euro e salari massimi a 6000?
    Questo sarebbe un grande atto di giustizia sociale, ma non lo faranno mai, nemmeno i nostri “comunisti” pensano a proposte del genere.

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    roberto ha detto:

    tutti i personaggi e i protagonisti della storia possiedono molte sfaccettature e poco si prestano a sorta di letture agiografiche e/o denigratorie.. CHE lo vedrei in prospettiva storica maggiormente articolata e complessa oltre il mito ma senza scendere nel populismo di sinistra e peraltro di una certa destra.. per fidel ben altro discorso.. come si fa a trasformare una rivoluzione importante in una dittatura a carattere familiare? il fratello francamente mi sembra un idiota ammalato di potere!
    roberto

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    Annalisa ha detto:

    Roberto, strana dittatura quella che riesce a resistere per 50 anni con tutti i mezzi messi a disposizione dallo zio Sam allo scopo ben noto di “facilitare” un cambiamento politico. Strana dittatura quella che permette una vita dignitosa al suo popolo..E definire Raul Castro un idiota ammalato di potere mi sembra un pò fuori dalla realtà dei fatti.

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    davide desantis ha detto:

    Per favore prima di esprimere ogni giudizio su qualsiasi uomo cerchiamo di fare un lavoro di comprensione diverso,proviamo a pensare con una mente diversa dalla nostra,caliamoci nelle condizioni delle altre persone.Per la suddetta questione invito tutti a rivederla alla stregua di una condizione di profondo disagio,provato da un uomo il quale ha sempre anteposto l’altrui vita alla propria,mosso “FORSE” da una profonda delusione seguita da un corso post-rivoluzionario che forse il mio amico Ernesto immaginava diverso.Penso che l’immagine delle persone non vada affissa sulle magliette,bandiere o quant’altro,teniamole vive nelle nostre coscienze non come miti,ma compagni-amici di un cammino che sentiamo nostro.Proviamo noi ad essere il mito di noi stessi.Cosi’ forse rispetteremo in senso assoluto il nostro e l’altrui sentire.

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    Anonimo ha detto:

    Beh! credo che ormai quei bei ricordi e discorsi del nostro amico “EL CHE” siano finiti ‚anche se in cuor mio sono sempre vivi e quando qualche amico viene a trovarmi vedendo la gigantografia del “CHE” mi dice.… sei comunista? Ed io con sua meraviglia gli rispondo NO è soltanto la foto di un caro amico scomparso tanto tempo fà ‚un amico che credeva nei suoi ideali, un amico che ha combattuto battaglie non sue , un amico morto in terra straniera ‚un amico tradito,un amico che ancor oggi vive dentro di noi ‚un amico che per l’uguaglianza mondiale ha sacrificato la sua vita fino all’ultimo non possiamo definirlo solo COMUNISTA ma un amico vero da vivo e piu’ da morte.Spero che non sia mai dimenticato e vi giuro se un giorno si combatterà per le giuste cause io ci saro’ HASTA LA VICTORIA SIEMPRE

  10. Il Che un sognatore? Un utopista?
    A parte il fatto che il sogno e l’utopia abbiano spesso anticipato la storia, ritengo che il Che possedeva gli strumenti mentali e intellettuali per un’analisi della realtà a dominio capitalistico, nonchè dei danni che questo comportava per i paesi del Sud. Il riscatto e la libertà conquistati dal popolo cubano portano anche la firma del Che.
    Si può condividere o no il modello di società del “socialismo reale” dell’ex-Urss, ma credo che il modello cubano abbia rivelato una maggiore flessibilità e intelligenza, che lo ha reso popolare e credibile presso l’ampia maggioranza della popolazione. D’altronde i tentativi di aggressione e di violazione della sovranità nazionale, fanno sorgere dubbi sulla credibilità del modello imperialistico e delle sue conclamate “libertà”. L’assassinio dei presidenti innovatori e progressisti, nonchè quello dei leaders delle minoranze reclamanti diritti, ne sono un’ulteriore prova. Sarà che anche le grandi democrazie sono esposte ad esperienze di “passione” a fronte di poteri economico-finanziari dominanti? C’è da sperare che una maggiore giustizia sociale non si debba, come in passato, affidare alle “punte delle spade” e alle “canne dei fucili”. Utopia anche questa? Sia consentita all’ottimismo della volontà! Un saluto Roel

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      Annalisa ha detto:

      Ciao Roel e grazie, e come negare poi che la rivoluzione cubana sia stata e sia il motore, alla fine per quanto di buono si sta respirando oggi in America latina. I governi progressisti latinoamericani e tutti noi abbiamo un grande debito verso il Che e verso la rivoluzione cubana.

  11. Personaggi come Augias sono più pericolosi dei fascisti conclamati. Dietro il suo finto equilibrio, la sua colta bonomia ipocrita, la sua viscida equidistanza borghese, si cela uno dei più efficaci servi della manipolazione storico-mediatica, un giornalista che fà presa soprattutto sui poveri orfani della sinistra parlamentare italiana, i nuovi piccolo-borghesi che pendono dalle labbra di Travaglio e Saviano, le vere zavorre della società italiana…

    • Egr. Dicostanzo,
      io ho già rilascito un breve commento sul Che (v.sopra 21.6), ma il suo scritto su Augias mi lascia alquanto perplesso per il fatto che, pur non trovando “simpatico” il personaggio, tuttavia non ne conosco i trascorsi. Il dargli del “fascista”, del “borghesuccio viscido”, del profittatore degli “orfani della sinistra”, del “manipolatore” della verità, ecc., significa negargli ogni considerazione di dignità. Certamente lei sarà più documentato di me sulle esperienze pregresse di Augias per dare fondatezza alle sue denunce demolitorie contro di lui. Vuole essere così cortese da fornirmi ulteriori delucidazioni sull’argomento. Non che abbia grande importanza seperne di più, ma per soddisfare una mia curiosità su un personaggio che la TV fa entrare saltuariamente anche in casa
      mia. La saluto, Roel. elirsatliberodotit

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        ginodicostanzo ha detto:

        non gli ho dato del fascista, non lo è. Ho detto che è più pericoloso dei fascisti conclamati, proprio perché le “brave persone” lo trovano per questo maggiormente persuasivo. Non mi sono espresso “esattamente” come da lei riportato (basta andare a rileggere il mio commento sopra), in ogni caso, non essendo un suo biografo, non ho nessuna clamorosa rivelazione da farle sul passato di Augias. semplicemente l’ho ascoltato molte volte, posseggo qualche nozione di storia contemporanea, e di economia, e sono abbastanza informato sul nostro presente. Poi ragiono, o mi illudo di farlo, ho i miei valori e i miei principi, sono anticapitalista e non credo nello Stato e nemmeno nella finta democrazia parlamentare… ripeto ragiono sui messaggi “moderati” tipici di quelli come Augias… metta pure che è un giornalista RAI (e basterebbe anche solo questo). Se lei è un fan di Saviano o di Travaglio (che pure leggo di tanto in tanto) non credo mi possa capire. Augias non ha mai sparato a nessuno e nemmeno rapinato una banca. E’ un servo, garbato, forse non dei peggiori, ma è un servo del sistema, pericoloso proprio perché non si presenta come uno degli squallidi volgari alla Ferrara, tanto per intenderci. In sintesi si ascolta e si ragiona sui “messaggi” che si vorrebbero far passare attraverso le “buone maniere”. E’ anche una persona colta, meglio per lui, ma questo non lo salva ai miei occhi. Fa parte del sistema mediatico ufficiale, cioè asservito. Il fatto che sia antiberlusconiano non lo apparenta con me. Saluti

        • Egr. Dicostanzo,
          ricevo con piacere il suo riscontro su Augias e in parte condivido il suo giudizio
          sul “SISTEMA”. Quanto al “più pericoloso dei fascisti conclamati”, risultava più attenuata la mia prima interpretazione.
          Per evitare equivoci sui miei orientamenti, mi permetta di presentarmi:
          a fronte dei clamorosi fallimenti del capitalismo selvaggio e del “socialismo reale” burocratico e tirannico, io rimango un convinto assertore del SOCIALISMO LIBERTARIO E UMANITARIO, collocato dopo tangentopoli sulla sponda del socialismo ereticale e astensionista. Un saluto , Roel.

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