SANDINO, CARDENAL E ORTEGA

2 commenti

Per quanto riguarda le riflessioni politiche sui recenti risultati elettorali in Nicaragua e sui dubbi che circondano la figura di Daniel Ortega rimando volentieri a quanto scritto dagli amici VERO SUD AMERICA e NOTIZIE DALL’IMPERO.
La sottoscritta pur  essendo scettica in merito all’essere ancora di sinistra di Ortega, soprattutto rispetto ai compromessi e alle allenaze che ha stretto per avere potere (compreso anche quella con la parte più reazionaria e conservatrice della chiesa nicaraguense per cui ha votato contro l’aborto terapeutico nel suo paese), preferisco, come suggerisce GENNARO CAROTENUTO, vedere il bicchiere mezzo pieno, se non altro nella prospettiva in cui la vittoria di Ortega appare come un’ulteriore indebolimento della supremazia USA nella regione in virtù dell’appoggio avuto da Cuba e Venezuela.
Il poeta nicaraguense, Ernesto Cardenal tuttavia è molto scettico sul suo ex-compagno di lotta Daniel,  di cui dice in una recente intervista sul Manifesto del 5/11 che egli “fa solo ipocrita demagogia” avendo perduto tutti i valori e gli ideali che lo animavano nel passato.
Mi piace ricordare quei valori e quegli ideali con una poesia proprio di Cardenal che si chiama “Hora O” e che è dedicata ad Augusto Sandino e di cui è stata fatta una bellissima e struggente versione musicale dal gruppo Chiloe:
He is a bandido”, decía Somoza, “a bandolero”.
Y Sandino nunca tuvo propiedades.
Que traducido al español quiere decir:
Somoza le llamaba a Sandino bandolero.
Y Sandino nunca tuvo propiedades.
Y Moncada le llamaba bandido en los banquetes
y Sandino en las montañas no tenía sal
y sus hombres tiritando de frío en las montañas,
y la casa de su suegro la tenía hipotecada
para libertar a Nicaragua, mientras en la Casa Presidencial
Moncada tenía hipotecada a Nicaragua.
“Claro que no es” —dice el Ministro Americano
riendo— “pero le llamamos bandolero en sentido técnico”.
¿Qué es aquella luz allá lejos? ¿Es una estrella?
Es la luz de Sandino en la montaña negra.
Allá están él y sus hombres junto a la fogata roja
con sus rifles al hombro y envueltos en sus colchas,
fumando o cantando canciones tristes del Norte,
los hombres sin moverse y moviéndose sus sombras.

Su cara era vaga como la de un espíritu,
lejana por las meditaciones y los pensamientos
y seria por las campañas y la intemperie.
Y Sandino no tenía cara de soldado,
sino de

poeta convertido en soldado por necesidad,
y de un hombre nervioso dominado por la serenidad.
Había dos rostros superpuestos en su rostro:
una fisonomía sombría y a la vez iluminada:
triste como un atardecer en la montaña
y alegre como la mañana en la montaña.
En la luz su rostro se le rejuvenecía
y en la sombra se le llenaba de cansancio.
Y Sandino no era inteligente ni era culto
pero salió inteligente de la montaña.

  1. avatar
    Antonio Pagliula - VeroSudamerica ha detto:

    La poesia è molto bella, però per me il bicchiere mezzo pieno è difficile da vedere. Si può dire che Ortega sia il “meno peggio” non ci sono dubbi, però la trasformazione politica di quest’uomo è stata radicale. Non possiamo illuderci che Ortega sia simile a Chàvez e Morales perchè non è affatto così.

    Molti insistono poi nel vedere la vittoria di Ortega positiva solo per l’indebolimento della supremazia USA nella regione, non c’è dubbio che sia così, però non dobbiamo offuscarci gli occhi dalll’antiamericanismo. La cosa importante realmente è che il prossimo governo possa essere utile al Nicaragua e all’intera regione. Spero che Ortega smentisca le mie parole, ma nutro forti dubbi e perplessità, non solo temo anche che il Nicaragua con Ortega e il suo possibile malgoverno possa intaccare l’immagine dell’intero continente che sta invece cambiando nei fatti. Non so

  2. avatar
    Annalisa ha detto:

    Forse con l’appoggio di Venezuela e Cuba ci potranno essere iniziative positive a favore del popolo nicaraguense, ho letto di estensioni de la Operacion Milagro e della campagna di alfabetizzazione cubana in Nicaragua, alla vendita di petrolio ai municipi sandinisti. Ortega non è Chavez e non è Castro, come dici il pericolo è il suo malgoverno, i suoi compromessi e la sua inaffidabilità, certo che ci si potrebbe aspettare di tutto ma le alternative che prospettavano quali erano?

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